Numero 3 del 2011
Professione donna
Testi pagina 45
CI SONO MOLTE IDEE CREATIVE NEL FILM, SCENE A META FRA
REALTÀ E FANTASIA...
Sì è vero, ci sono scene di pura immaginazione, amo la-
vorare sulla memoria emotiva, sul sogno a occhi aperti e
sulla capacità che tutti abbiamo, a partire dagli stimoli del-
la realtà , di immaginare in anticipo cosa potrebbe acca- (
dere; mi piace lavorare con gli effetti in ripresa e, aven—
do pochi soldi per fare un film, queste cose servono, ba-
stano scatole e proiettori, non m’interessava lavorare sul
sogno ad occhi chiusi ma su quello ad occhi aperti, sui pro—
cessi logici che collegano la realtà al sogno.
nel quartiere Cavone: era il posto che
cercavo, mi sono fermata per fare del-
le indagini per quattro mesi a Napoli,
una città cosmopolita ed internaziona—
le che offre tantissimo, e sono stata ac-
colta benissimo. Spero di essere riusci-
ta a proporre una Napoli non oleogra—
fica, fuori dallo stereotipo. Volevo an-
che ribaltare la prospettiva dello stra-
niero, scegliendo un protagonista ita—
liano che si sentisse straniero in patria:
uno scienziato precario, non più gio-
vane, che finisce in un guaio e per di più nel quartiere sin—
galesel Ma il film ha un finale imprevedibile, l’ho volu-
to a modo mio, volevo girare una favola. In futuro ho in
progetto di esplorare altri generi cinematografici nella cit—
tà dove abito attualmente, Roma.
PARLACI DEL TUO IMPEGNO PER LE DONNE E DEL MOVIMENTO
MAUDE: QUALI BATTAGLIE DEVONO FARE OGGI LE DONNE? 1) 5
Per prima cosa le donne devono scendere in campo e pren-
dersi delle responsabilità : ci sono cose che davamo ormai \ Sì
per scontate, acquisite e invece non lo sono più. Fra le cose “=\\'
più urgenti c’è quella di conoscere la situazione: per que- '
sto abbiamo dato vita al movimento Maude (su internet
è possibile vedere il blog) ed abbiamo una ricerca in cor-
so sulle donne che lavorano nel campo dell’audiovisivo:
quante e dove sono, se hanno disparità di trattamento eco—
nomico rispetto agli uomini. In ogni tipo di professione
sembra esistere ancora una scelta che le donne devono fare
ALICE SI MERAVIGLIA
Carla Cassola non finisce di stupirci con le sue fantasiose ed in-
gegnose trovate che raccontano in modo certamente complesso,
con approfondimenti psicologici non sempre facili, storie al fem-
minile, di disagi e violenze subite in alcuni casi, o evitate giusto
in tempo in altri. È il caso della pièce Alice si meraviglia, una ri-
lettura audace del capolavoro senza tempo di Lewis Carroll, in cui
il testo diventa pretesto per dare corpo agli incubi di un'Alice pri-
ma bambina, poi donna e infine al cospetto della morte. A proposito
di corpo: quelli dei giovani Valentina Izumi e Giulio Pampiglione
e dei più anziani Gilles Coullet e della stessa Cassola, se da un lato
agiscono i| dolore e la violenza che troppo spesso colpiscono le
donne (a metà spettacolo un video rimanda i tremendi numeri del-
fra carriera e famiglia ma nella società contemporanea que—
sto problema dev’essere superato. In Italia (e anche in
USA, secondo dati del 1987) le registe donne sono solo
il 7%, una specie rara, come i panda. . .dobbiamo cerca—
re la parità di diritti e soprattutto di opportunità , perché
e giusto che tutte le parti della società abbiano voce. Pre-
sto con Maude daremo vita ad iniziative cinematografi—
che con un appuntamento fisso a Roma. È importantis-
lo strisciante genericid/o in corso nella nostra epoca), dall'altro evo-
cano la spensieratezza di giorni felici, subito però incrinata dal-
l’incombere di un fato oscuro, che aleggia su tutti noi. “La mia Ali-
ce - afferma la Cassola - è la storia
di una vecchia che da bimba gioca-
va ad essere Alice. La vecchia rivive
il suo passato, aiutata da ottimi in-
terpreti della sua memoria, Io Stre-
gatto, i| Cappellaio, la Alice giovane
ed i| molestatore....sì, perché i suoi ri-
cordi non sono meraviglie ma ricor-
di di molestie sessuali subite...". Col-
piscono le coreografie (Nawel Skandrani) e l’al-
lestimento video-scenografico (Sergio Gazzo),
efficacissimi nell'offrire una cornice adeguata
ai movimenti degli attori in scena: al centro del-
la quale quasi sempre sono i due giovani, men-
tre ai “vecchi†è riservato uno spazio solo ap-
parentemente marginale: l'Alice anziana de-
clama i suoi interventi dal fondo di una vasca
da cui spuntano solo mani, piedi o ciocche di capelli, ma il suo per-
sonaggio muta poco a poco in quello del Cappellaio Matto, sorta
di deus ex machina che governa i destini di un'umanità impauri-
ta e dolente.
simo salvaguardare la creatività delle donne in ogni tipo
di lavoro.
Paola Randi è laureata in giurisprudenza ed ha studiato di—
segno, p'ttura, tecniche d'incisione. Dopo aver lavorato per
12 anni come project manager a favore delle donne nel—
l'econorria [microcredito] presso organizzazioni no—profit in—
ternazionali, nel 19% fonda TTR, trimestrale sul teatro e le
arti visive da cui nasce un Festival Internazionale di
"eatro di Ricerca a Milano. Dal novembre 2003 si oc—
cupa esclusivamente di cinema. Selezionata al
». "alent Campus della Berlinale 2004 [tra i docenti Ken
'U: Loach, Mike Leigh, Stephen Frears, Anthony
Minghella, Walter Murch, Alan Parker], segue il se—
minario di Werner Herzog, alla Scuola Holden di To—
rino. lnfo Paradiso è il suo primo lungometraggio.
E. c.
noidonne I marzo I 2011 43