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Numero 3 del 2011

Professione donna


Foto: Professione donna
PAGINA 10

Testi pagina 10

gò A... A

PARLIAMO DI BIOETICA

E NEONATI

ecenti notizie di cronaca re—
lative a star che — come Ni—
cole Kidman — hanno soddi—
sfatto il loro desiderio di
maternità senza faticose gra—
vidanze, grazie al contributo di un’altra
donna che ha ‘affittato’ per nove mesi il suo

É
É
É

utero in cambio di denaro, ripropongono la

















questione delle cosiddette ‘madri surroga—
te’. Le nuove tecnologie riproduttive con—



sentono scelte fino ad ieri impensabili ed

estendono la nostra autonomia oltre le fron—

tiere dell’etica e del diritto tradizionali: ci si avvia — si è rilevato
— verso forme più sofisticate di cooperazione nella procreazio—
ne. Perché mai rinunciarvi? Quali ragioni ci impediscono di im—
maginare rapporti parentali fondati, anziché sul legame biolo—
gico, su accordi liberi e volontari tra adulti?

Nella riflessione bioetica contemporanea si è in tal modo venu—
ta delineando una prospettiva che si potrebbe definire neocon—
trattualismo procreativo, secondo lo scenario disegnato in un li—
bro ormai classico della femminista Carmel Shalev, Nascere per
contratto. Ricordiamone in breve la tesi centrale. L’evoluzione
della società umana è carat—
terizzata, a suo avviso, dal

C’È IL RISCHIO
DI UNA NUOVA

progressivo imporsi del con—
tratto: perché dunque non ap—
plicare alla procreazione tale

FORMA DI .
modello? Esso, oltre a sancr—
PRO STITUZIONE re il potere economico della
donna, consentirebbe la tran—

LE GALIZZATA sizione a una visione più aper-
DEL CORPO ta di famiglia, quella di indi-

. vidui liberamente cooperan-

FEMMINILE ti e quindi più atti ad assu-
QUELLA mere la responsabilità e la

dei fi li. La Shalev af-

RIPRODUTTIVA cura g

ferma la piena capacità delle
donne di assumere impegni e
di stipulare contratti in ordi-
ne al proprio potere di procreare. A suo dire, il paternalismo del-
la cultura giuridica dominante sarebbe responsabile dello stato

noidonne | marzo | 2011

n.0. A

MADRI IN AFFITTO

CI SI AVVIA VERSO
FORME PIÙ
SOFISTICATE DI
COOPERAZIONE NELLA
PROCREAZIONE.
PERCHÉ RINUNCIARVI?

I‘d. A I‘d.

luisella Battaglia*
Istituto Italiano di Bioetica
www.istitutobioetica.0rg

SU ORDINAZIONE

di soggezione della donna, ritenuta
biologicamente diversa e psichicamente
instabile e, pertanto, incapace di sce—
gliere quale ruolo giocare nel processo
riproduttivo. La procreazione femmi—
nile, scrive, “è ancora vista come irra—
zionale in quanto non sottomessa alle
regole della ragione”. Troppi sarebbe—
ro ancora i pregiudizi sulla donna e sul—
la gravidanza imposti dalla cultura pa—
ternalista: tra questi lo stereotipo del—
la femmina volubile, emotiva, portata a
sviluppare un particolare sentimento di affezione verso il nascituro,
al quale non è legata geneticamente.

Questa, in estrema sintesi, la tesi provocatoria del libro che, se
affronta in maniera intelligente e spregiudicata, alcune impor—
tanti questioni lascia tuttavia insoddisfatti e perplessi circa le ri—
sposte. Resta da chiedersi, innanzitutto, in che senso il contrat—
to possa rappresentare una liberazione per la donna. Non a caso,
si è da più parti paventato il rischio di una crescente mercifica—
zione del corpo femminile e di una nuova forma di prostituzio—
ne legalizzata — quella riproduttiva, accanto a quella sessuale. Ma
possono poi considerarsi legittimi eticamente tali contratti? Non
sono forse configurabili nuove forme di schiavitù in queste pra—
tiche lesive della dignità della persona degradata a mezzo? Non
caso la cessione di un organo del nostro corpo (l’utero) appare
per la nostra legislazione in contrasto con quelle regole (art5 del
Codice Civile) che sottraggono all’autonomia negoziale gli atti
di disposizione del corpo umano o di sue funzioni.

Il contratto, come s’è visto, sarebbe per la Shalev un modo di “ren—
dere razionale” la procreazione. Sennonché è una visione ben li—
mitata di razionalità quella ispirata alla “ragione tecnica” del mer—
cato, a cui la donna dovrebbe accedere per contrastare le immagini
stereotipate che la vogliono dominata dall’affettività. In tal modo,
paradossalmente, la donna si affermerebbe come soggetto au—
tonomo solo nella misura in cui può vendere o affittare una par—
te di sé....

Parlare di cooperazione e di modello aperto di famiglia è certo
assai suggestivo: ma cosa c’entra tutto questo col contratto? Con—
tratto significa interessi da comporre più che responsabilità da
condividere. La cronaca ha mostrato esempi clamorosi di dirit—


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