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Numero 3 del 2011

Professione donna


Foto: Professione donna
PAGINA 17

Testi pagina 17

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cemmo un accordo sindacale per cui anche le donne in ma-
ternità percepivano il premio di risultato (anche se non ave-
vano partecipato direttamente alla produzione). Conqui-
stammo anche pezzi di formazione per le donne che rien-
trano in fabbrica dopo la maternità. Di questi, e di altri risultati
sono stata orgogliosa, ma in questo momento sarebbero im-
pensabili visto che si fa fatica a conquistarsi un posto di la-
voro per le donne nell'azienda in cui oggi sono occupata. Di
certo rimango convinta della validità delle battaglie in dife-
sa delle libertà, della dignità, dei diritti e della democrazia
per tutti e tutte, contro ogni violenza e contro i ricatti.

Testimonianza raccolta da Silvia Vaccaro

29%

DISOCCUPAZIONE
GIOVANILE*

"SE C'È
UN PROBLEMA
L0 RISOLVO"

Caterina Cantini èandata in pensione
a 60 anni. Ma il lavoro continua...

zie. Tre volte alla settimana faccio la mamma-nonna, occu-

pandomi di tutti i lavori domestici, fare la spesa, cucinare; gio-
co con i nipoti, Ii accompagno di qua e di là. Se ho un po' di tempo
libero, leggo. Nella bella stagione lavoro in giardino.
Sono molto serena. L'unica cosa alla quale ho rinunciato, e che pen-
so manchi a molte, è di avere vicino un uomo attento che manife-
sti apprezzamento per quello che sono e faccio. Dal punto di vista
materiale, non posso permettermi lussi, ma non mi manca niente.
Da quando ho smesso di lavorare, però, per le spese extra occor-
re attingere ai piccoli risparmi accantonati in tanti anni. Tra gli anni
'80 e '90 in famiglia vivevamo in 4 con 2 stipendi medi da impie-
gato, riuscendo a metterne da parte uno intero.
Sono un'organizzatrice per indole. Se c'è un problema pratico, Io
risolvo. Lo faccio per le persone a cui voglio bene, così da regala-
re loro il tempo per occuparsi di cose più importanti: crescita spi-
rituale, affettività, sicurezza in se stessi, relazioni, vicinanza con la
natura, con il mondo vegetale soprattutto, con gli alberi, i| vento,
l'aria. Quando ero giovane eravamo spinti da ideali forti, anche da
ideologie, da un senso di appartenenza a gruppi sociali che avevano
in qualche modo voce in capitolo rispetto all'evolversi della socie-
tà in generale. C’era una tensione morale diversa.
Oggi i mass media, che dovrebbero contribuire a informare e for-

La mattina mi alzo, prendo il caffè, rassetto casa, leggo le noti-

OCCUPAZIONE
FEMMINILE*

mare le coscienze, sono diventati strumenti di un potere volgare
e autoreferenziale che ha violato la 'sacralità’ di parole come libertà
e democrazia, usandole da paravento alle sue vergogne e ai suoi
demeriti. L'Italia ha bisogno di liberazione, di risveglio, che forse solo
un lavoro capillare può fare, per ricucire cultura, persone, contro-
informazione, per il rinnovamento dei partiti e delle comunità ec-
clesiastiche, per un sostegno alla formazione.

Le donne hanno un ruolo importante, hanno una marcia in più, es-
sendo in grado di fare contemporaneamente più cose, avendo una
visione generale e un ruolo primario nell'educazione e cura dei fi-
gli, pur nelle difficoltà che incontrano nel lavoro. Occorrono più don-
ne al comando, che abbiano a cuore il futuro, la crescita, che non
siano condizionate dall'esercizio sterile del potere e dal successo
individuale.

Per resistere alla vecchiaia e alla pensione bisogna avere questo
motto: ’ora et labora', dove per me 'ora' vuol dire ’medita’. H0 l'im-
pressione che le nuove generazioni non abbiano strumenti per af-
frontare la vita, che non abbiano un desiderio di conquista della loro
indipendenza, cosa che noi invece avevamo fortissimo. Si trovano
in un limbo, non sono stati preparati né al lavoro né al non-lavoro,
condizione di questo tempo. I genitori hanno una responsabilità se
i giovani di oggi sono più ambiziosi, pigri, schizzinosi, oltre a tro-
varsi in un contesto di clientelismi scandalosi, di corruzione che to-
glie denaro dove è utile per regalarlo a chi è raccomandato e non
fa niente. lo, che da adolescente stavo fra gli intellettuali, quando
ho iniziato a lavorare con il porta a porta, pur se non era gratificante,
ero contenta. Capisco che per un laureato possa essere mortificante,
ma se i lavori normali alla gente non piacciono più è un problema.
Una volta si accettava il primo lavoro che si trovava. Bisognereb-
be Iavorare meno e lavorare tutti. Da questo punto di vista il con-
tratto FIAT è assurdo. Perché alla Volkswagen hanno trovato un ac-
cordo? Qui in Italia o ti super sfruttano o niente.

Nella politica e nell'economia, come nella vita, i problemi pratici sono
i più facili da risolvere. Se occorre denaro per il welfare o per la scuo-
la, ad esempio, si potrebbero limitare le spese militari. Ma quel che
è difficile è agire sulla mentalità delle persone. 9,

Testimonianza raccolta da Elena Ribet

noidonne | marzo | 2011



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