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Numero 3 del 2011

Professione donna


Foto: Professione donna
PAGINA 33

Testi pagina 33

guarda
l’accesso
alla salute tra
donne e uomini
carcerati. Questi ultimi
accedono con più facilità ai programmi di recupero per
abuso di sostanze e ai trattamenti per TBC. Ci sono ben
5 9 colonie maschili (a fronte di una sola colonia femmi-
nile), che offrono trattamenti per tubercolosi. Circa il 3-
5 % di detenute soffre di forme attive di TBC. Più di un
terzo di donne rinchiuse in carcere sono affette da ma-
lattie veneree (in particolare da sifilide). Più del 5 % sono
positive all’Hiv (patologia spesso associata all’epatite). Al—
tre patologie diffuse sono la dipendenza da alcool e dro-
ga, oppure malattie somatiche come quelle cardiovasco-
lari e ginecologiche.
Le prigioniere non ricevono la stessa cura e assistenza per
maternità goduta, invece, dalle donne che vivono fuori del-
la prigione. Le madri rinchiuse, in genere, non sono coin—
volte nella cura costante dei figli piccoli (nella Federazio-
ne russa l’80% delle detenute sono madri). È prassi comune
che i piccoli vivano separati dalle madri in particolari case—
alloggio (esistono, in tutta la Federazione russa, 11 case-al-
loggio per minori di detenute madri collocate all’interno dei
penitenziari), con la sola eccezione di due prigioni femmi—
nili dove è, invece, previsto l’alloggio congiunto madre-fi-
glio. L’assenza di un contatto stabile con la madre incide ne-
gativamente sullo sviluppo mentale e fisico dei piccoli mi—
nori; impedisce, per di più, alle madri di creare un forte le-
game affettivo con il proprio bambino e di potenziare quel-
la capacità di cura e assistenza, che sarà necessaria una vol—
ta che usciranno di prigione. Non ricevono nemmeno un
supporto qualificato dal personale femminile adibito alla sor-

veglianza, non essendo stato questo formato specificatamente
a “trattare” con le prigioniere-madri.

Le detenute in stato interessante possono partorire solo
negli ospedali delle prigioni. Questo comporta per alcu—
ne di loro affrontare viaggi lunghi per andare a partori-
re. Ad esempio, nella repubblica autonoma di Mordovia
esiste un solo ospedale, la colonia n. 21, dove ogni gior—
no sono trasferite detenute in procinto di partorire, che
sono rinchiuse nei vari penitenziari dislocati nella parte
orientale della Russia europea. Non si capisce perché in
casi come questi non si faccia ricorso all’art. 82 del codice
penale della Federazione russa, in base al quale l’esecu-
zione di una sentenza per donne in stato interessante (o
con minori d’età inferiore ai 14 anni) può essere pospo-
sta o ridotta, ad eccezione di quelle sentenze che preve-
dono un internamento superiore ai cinque anni per cri—
mini particolarmente gravi.

Recentemente, al centro del dibattito parlamentare per la
riforma carceraria, sono stati evidenziatii seguenti punti: po—
tenziamento dei servizi educativi e riabilitativi per detenu-
ti minorenni (nella Russia pre-rivoluzionaria, con una po-
polazione di 170 milioni di persone, erano internati circa
15mila minori. Nella Russia sovietica, con una popolazio-
ne di 220 milioni di persone, erano rinchiusi, alla fine de-
gli anni venti, 18mila bambini. Nella Russia d’oggi, con 140
milioni di persone, il numero dei detenuti minorenni è su-
periore ai 15mila); incremento degli alloggi congiunti ma-
dre—figlio all’interno delle sezioni femminili carcerarie (te—
nuto conto che il numero dei minori che vivono dietro il “יִlo
spinato” è, dai dati forniti dall’agenzia russa di statistica, de-
stinato a crescere); miglioramento delle condizioni di vita
per le prigioniere e i bambini che vivono nelle prigioni; in-
fine, rivalutazione del lavoro produttivo (considerato un fat-
tore correttivo importante) all’interno delle carceri, e di con—
seguenza predisposizione di un piano di ristrutturazione del-
le imprese che fanno parte del sistema esecutivo penale. Que-
ste imprese sono per l’80% obsolete. I

Idati forniti provengono da "Ria Novosti ZUiD







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noidonne | marzo | 2011


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