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Numero 3 del 2011

Professione donna


Foto: Professione donna
PAGINA 23

Testi pagina 23

to e sul piano dei diritti... da lì è scattata la molla della tra-
sversalità, che solo in parte è dovuta alle performances di Ber-
lusconi. Ci sono dati oggettivi, come ad esempio l’abolizio-
ne fatta da questo governo della norma che evitava il feno—
meno delle dimissioni in bianco: era una piccola garanzia per
le donne, che sono le più a rischio nella perdita del lavoro
se, per esempio, restano incinte. Comunque in Parlamento
ci sono già stati momenti di trasversalità, penso alla norma
sullo stalking, l’unica legge importante che ha fatto questo
governo, approvata nonostante la contrapposizione delle po—
sizioni maschili più retrograde dei due schieramenti che ten-
devano a stemperare il testo, a renderlo meno imperativo.

Cosa vi ha diviso dalle parlamentari del PdL e in che mo-
mento?

Per me è stato illuminante il filmato di Lorella Zanardo, quan—
do l’ho visto ho preso coscienza di quanto la situazione fos-
se degradata. Certo è grande la colpa dello stile e del mes-
saggio delle tv commerciali, ma ci sono responsabilità og-
gettive nelle culture della destra e della sinistra e anche del-
le donne che avevano ruoli ed un certo potere. Abbiamo sot-
tovalutato una serie di segnali e siamo scivolate fino ad un
punto in cui non era più possibile non vedere quello che ac-
cadeva. Il momento di rottura “politico” per noi c’è stato con
le candidature di veline alle ultime elezioni europee, sven-
tate in extremis.

Ma questo degrado è da ascrivere tutto e solo a Ber-
Iusconi?

Si sono incrociati due fattori: la cultura politica e umana di
Berlusconi - un anziano che è rimasto fermo alla percezio—
ne della donna/ oggetto degli anni ’50 - e l’indebolimento dei
partiti - che sono andati a caccia delle ‘figurine’ da mettere
nel loro album —, per le donne questa impostazione ha pre—
miato la visibilità, la telegenìa, insomma l’aspetto e non le
storie e le competenze.

Con questi argomenti il PdL accusa la sinistra di mora-
lismo, e lei non si sente un po' 'bacchettona'?

Il problema del moralismo non me lo pongo proprio per—
che non ho mai pensato che l’utilizzo del corpo potesse es-
sere una forma di affermazione del potere femminile. Cre-
do nella libertà delle donne e che nel privato ciascuno può
fare ciò che vuole, ma chi riveste un ruolo pubblico deve ave-
re una condotta irreprensibile. Piuttosto mi spiace che sia
stato vanificato un lavoro importante fatto da noi nella va—
lorizzazione delle donne in ruoli di responsabilità. Avevamo
demolito lo stereotipo della destra maschilista contrappo-
sta alla sinistra amica delle donne conquistando posizioni di
grande rilievo: io alla direzione del quotidiano del partito,
la Meloni alla guida del movimento giovanile, la Polverini


























oidonn

di. ‘tjca, attualità e cultura fondato nel/J ,
al vertice di un sindacato. Il centrosinistra ci guardava con
rispetto, ma nell’arco degli ultimi due anni è stato tutto can-
cellato. Siamo tornati allo stereotipo delle donne di destra
obbedienti al capo di turno, vediamo ministre o sottose—
gretarie senza voce e autonomia. È un coro di donne che par-
la solo in difesa del premier. Osservo però che questa è una
minoranza: non sono più di 5 o 6 le donne del PdL che si
espongono sistematicamente.



E le altre?
Preferiscono il silenzio perchè si rendono conto che abbia-
mo perso molto come donne e che ci vorranno 10 anni per
recuperare.

Magari ci ripensano e pian piano le convincete...

Non nutro speranze, il PdL è il regno del pensiero unico. Li non
si può disobbedire sennò ti cacciano, l’unica forma di dissenso
consentita è il silenzio, quindi dobbiamo interpretare i silenzi di
quelle che non vano a fare gli scudi umani del premier.

Che ci aspetta, come donne, dopo le piazze di febbraio?
Le donne saranno un elemento importantissimo nella pros—
sima tornata elettorale. Berlusconi, che si è fatto sempre un
punto di forza del voto e della simpatia femminile, difficil-
mente otterrà nuovamente la loro fiducia. Al di là delle piaz-
ze, le donne ‘normali’ sono sconcertate non solo e non tan-
to dai comportamenti del premier quanto dalla difesa pub-
blica che se ne è fatta: non è vero che ‘fanno tutte così’. Ci
sono milioni di donne che studiano e lavorano, che non pren-
dono scorciatoie, che interpretano l’amore, i sentimenti e le
relazioni sessuali in un altro modo. Il berlusconismo è giun-
to al termine e credo che l’elettorato femminile contribui-
rà notevolmente ad archiviarlo nella prossima tornata elet-
torale. Il punto critico è la denigrazione a tutto campo del—
la politica. Il problema vero è rianimare la partecipazione,
resuscitare un desiderio di partecipazione e di scelta, do-
vunque si orienti, in un elettorato a cui la politica Viene con-
tinuamente presentata come qualcosa di sporco ed incom-
prensibile. I

noidonne | marzo | 2011


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