Numero 3 del 2011
Professione donna
Testi pagina 15
CCCIO COMPLICATO
LIBERI
PENSIERI
NELL'ITALIA
DI OGG
di Alessandra Pennello
studentessa di Giurisprudenza
Bologna, 22 anni
mi infastidisce
che ci si mo-
biliti a favore delle
donne solo nei casi plateali e un
po’ pruriginosi dei festini di Arcore piuttosto che al Sa—
laria Village. Si dimentica, o meglio si ignora, l’insulto e
l’umiliazione cui le donne sono sottoposte ogni giorno dal-
la rappresentazione mediatica e, soprattutto, dalla disin-
voltura con cui chi ha un qualche potere decisionale si-
stematicamente le esclude, o relega in posizione margi-
nale o decorativa, in politica, in economia, nell’universi-
tà e via elencando. Le eccezioni sono così rare da essere,
appunto, viste come tali, non come ciò che dovrebbe es-
sere normale. Il fatto che, nonostante questo, le donne ita-
liane per lo più continuino a volere il pane e le rose, un
lavoro dignitoso e una famiglia, la possibilità di farsi va-
lere e di contare, e abbiano ancora voglia di combattere
per ottenere tutto ciò, è uno dei pochi segnali di speranza
per tutte noi e per la società in cui viviamo.
iguardo all’Italia di oggi provo sentimenti
Rcontrastanti, mi ci trovo bene ma, allo stesso
tempo, fatico a comprenderla pienamente.
Viaggiando molto ho imparato a confrontarmi con
mentalità diverse ed a cercare di cogliere da ognu-
__ na nuovi insegna-
‘ menti, mentre trovo
un limite italiano pro-
prio nel rimanere for-
se ancora troppo an-
“ corati alla tradizio-
» ne per poter usu-
fruire al meglio di
quanto altre teste,
magari fuori dal coro,
possano offrire. Mi spaventa l'idea di scoprire che
merito e pari opportunità , siano solo parole vuo-
te che non trovano riscontro nella realtà dei fat-
ti. Per me, così come per altre ragazze e ragazzi
della mia generazione, l'esser valutati per quel che
siamo e riconosciuti nello studio e nel lavoro per
quel che sappiamo fare, è una condizione che ri-
chiediamo al nostro futuro. Del resto è noto,
quando ciò non accade, se vuoi inseguire i tuoi so-
gni te ne devi andare in quelle realtà dove la me-
ritocrazia è più comune. La condizione di stu-
dentessa è una fase di passaggio. Si è felici con
poco, i bisogni sono limitati, la tua vita è fatta di
aule, biblioteche e di amici con i quali nascono Ie-
gami e solidarietà , la maggior parte del tuo tem-
po è vissuto collettivamente. Mi rendo conto che
i| futuro così non sarà . Quando penso alla vita vera,
alzando gli occhi oltre le abitudini quotidiane, vedo
che in questa bella Italia, o nella città in cui vivo,
i problemi ci sono e continuano a crescere. Ma pro-
prio come giovane vorrei pensarmi capace di cam-
biare qualcosa di tutto ciò che ora mi sembra non
andare. La cosa strana è che mi pare, ma questa
convinzione potrebbe esser frutto della mia ine-
sperienza, che per cambiare basti poco: far bene
quello che si è chiamati a fare con onestà , edu-
cazione e nel rispetto delle persone.
noidonne I marzo I 2011
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