Numero 3 del 2011
Professione donna
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to e sul piano dei diritti... da lì è scattata la molla della tra-
sversalità , che solo in parte è dovuta alle performances di Ber-
lusconi. Ci sono dati oggettivi, come ad esempio l’abolizio-
ne fatta da questo governo della norma che evitava il feno—
meno delle dimissioni in bianco: era una piccola garanzia per
le donne, che sono le più a rischio nella perdita del lavoro
se, per esempio, restano incinte. Comunque in Parlamento
ci sono già stati momenti di trasversalità , penso alla norma
sullo stalking, l’unica legge importante che ha fatto questo
governo, approvata nonostante la contrapposizione delle po—
sizioni maschili più retrograde dei due schieramenti che ten-
devano a stemperare il testo, a renderlo meno imperativo.
Cosa vi ha diviso dalle parlamentari del PdL e in che mo-
mento?
Per me è stato illuminante il filmato di Lorella Zanardo, quan—
do l’ho visto ho preso coscienza di quanto la situazione fos-
se degradata. Certo è grande la colpa dello stile e del mes-
saggio delle tv commerciali, ma ci sono responsabilità og-
gettive nelle culture della destra e della sinistra e anche del-
le donne che avevano ruoli ed un certo potere. Abbiamo sot-
tovalutato una serie di segnali e siamo scivolate fino ad un
punto in cui non era più possibile non vedere quello che ac-
cadeva. Il momento di rottura “politico†per noi c’è stato con
le candidature di veline alle ultime elezioni europee, sven-
tate in extremis.
Ma questo degrado è da ascrivere tutto e solo a Ber-
Iusconi?
Si sono incrociati due fattori: la cultura politica e umana di
Berlusconi - un anziano che è rimasto fermo alla percezio—
ne della donna/ oggetto degli anni ’50 - e l’indebolimento dei
partiti - che sono andati a caccia delle ‘figurine’ da mettere
nel loro album —, per le donne questa impostazione ha pre—
miato la visibilità , la telegenìa, insomma l’aspetto e non le
storie e le competenze.
Con questi argomenti il PdL accusa la sinistra di mora-
lismo, e lei non si sente un po' 'bacchettona'?
Il problema del moralismo non me lo pongo proprio per—
che non ho mai pensato che l’utilizzo del corpo potesse es-
sere una forma di affermazione del potere femminile. Cre-
do nella libertà delle donne e che nel privato ciascuno può
fare ciò che vuole, ma chi riveste un ruolo pubblico deve ave-
re una condotta irreprensibile. Piuttosto mi spiace che sia
stato vanificato un lavoro importante fatto da noi nella va—
lorizzazione delle donne in ruoli di responsabilità . Avevamo
demolito lo stereotipo della destra maschilista contrappo-
sta alla sinistra amica delle donne conquistando posizioni di
grande rilievo: io alla direzione del quotidiano del partito,
la Meloni alla guida del movimento giovanile, la Polverini
oidonn
di. ‘tjca, attualità e cultura fondato nel/J ,
al vertice di un sindacato. Il centrosinistra ci guardava con
rispetto, ma nell’arco degli ultimi due anni è stato tutto can-
cellato. Siamo tornati allo stereotipo delle donne di destra
obbedienti al capo di turno, vediamo ministre o sottose—
gretarie senza voce e autonomia. È un coro di donne che par-
la solo in difesa del premier. Osservo però che questa è una
minoranza: non sono più di 5 o 6 le donne del PdL che si
espongono sistematicamente.
E le altre?
Preferiscono il silenzio perchè si rendono conto che abbia-
mo perso molto come donne e che ci vorranno 10 anni per
recuperare.
Magari ci ripensano e pian piano le convincete...
Non nutro speranze, il PdL è il regno del pensiero unico. Li non
si può disobbedire sennò ti cacciano, l’unica forma di dissenso
consentita è il silenzio, quindi dobbiamo interpretare i silenzi di
quelle che non vano a fare gli scudi umani del premier.
Che ci aspetta, come donne, dopo le piazze di febbraio?
Le donne saranno un elemento importantissimo nella pros—
sima tornata elettorale. Berlusconi, che si è fatto sempre un
punto di forza del voto e della simpatia femminile, difficil-
mente otterrà nuovamente la loro fiducia. Al di là delle piaz-
ze, le donne ‘normali’ sono sconcertate non solo e non tan-
to dai comportamenti del premier quanto dalla difesa pub-
blica che se ne è fatta: non è vero che ‘fanno tutte così’. Ci
sono milioni di donne che studiano e lavorano, che non pren-
dono scorciatoie, che interpretano l’amore, i sentimenti e le
relazioni sessuali in un altro modo. Il berlusconismo è giun-
to al termine e credo che l’elettorato femminile contribui-
rà notevolmente ad archiviarlo nella prossima tornata elet-
torale. Il punto critico è la denigrazione a tutto campo del—
la politica. Il problema vero è rianimare la partecipazione,
resuscitare un desiderio di partecipazione e di scelta, do-
vunque si orienti, in un elettorato a cui la politica Viene con-
tinuamente presentata come qualcosa di sporco ed incom-
prensibile. I
noidonne | marzo | 2011