Numero 4 del 2006
E ora scendiamo in campo noi
Testi pagina 8
aprile 2006 noidonne8
Tra i "vorrei" emerge la richiesta diliste con una maggiore presenza di
candidate: "solo donne, giovani o meno,
preparate, motivate e oneste", "nomi
autorevoli, prevalentemente donne, non
i soliti che frequentano i salotti della
politica". E le primarie, "quelle fatte
bene", vengono indicate da molte come
lo strumento che permetterà una mag-
giore presenza femminile. In chi ci ha
risposto cova il malcontento. Lo leggia-
mo nelle frasi che fanno riferimento a
"chi non vorrei mai più trovare in lista"
nelle quali emerge rabbia contro "quegli
uomini vecchi e corrotti, amanti del
potere" quelli sempre presenti, quelli per
ogni stagione. "Gli inquisiti", "gli igno-
ranti", "i paracadutati", "i servi scioc-
chi". Quanti hanno "partecipato, in qua-
lunque modo, all'inganno della legge
40". E nello scontro tra i due candidati
premier in molte hanno notato un
comune imbarazzo su quella che è stata
definita "la questione femminile": tra
l'esser definite "categoria" e "problema
delle quote rosa", in molte avremmo
voluto esser stupite con impegni di altro
tipo. "Stavolta non si sono neppure ver-
gognati di presentarsi a molti appunta-
menti da soli"- afferma una lettrice - "ne
ho ricavato che questi uomini che ci
governano, dalle maggioranze e alle
opposizioni, hanno l'arroganza di pen-
sare che tutta l'elaborazione è farina del
loro sacco". Le donne che hanno scritto
e quelle che hanno risposto all'intervista
sono critiche e lanciano un messaggio ai
partiti: si sentono obbligate ad andare a
voltare per far vincere la propria coali-
zione, ma (all'80%) " non sono per nulla
contente delle persone che si prospetta-
no nelle liste". Con questo nuovo siste-
ma elettorale "possiamo solo mettere
crocette" ma non scegliere. Altrove stan-
no i luoghi della decisione, ai quali le
donne mandano un segnale forte e chia-
ro, anche allo schieramento con il cui si
identificano: "la tentazione (di non
votare) è forte. Ora si appellano per
poter mandare a casa il Campione
attuale ma non hanno contrattato con
noi alcunché di significativo per il pros-
simo futuro" e ancora "andrò a votare
ma sono critica verso questa legge elet-
torale e verso il modus operandi dei
partiti ". Le donne non sono più tanto
remissive di fronte a cotanta insensibili-
tà e sottovalutazione. Più colte, più
impegnate, disponibili a sperimentarsi
in percorsi politici, dopo sessant'anni
dal riconoscimento formale del diritto
ad essere elette è giunta l'ora di ottenere
il riconoscimento sostanziale. Senza
sconti.
Con il mio voto alle prossime elezioni
Sondaggio di marzo
Ringraziamo lettori/lettrici e naviganti on line per l'attenzione al
sondaggio. Mettiamo a disposizione i dati emersi che, senza nessu-
na pretesa di essere esaustivi, danno il segno di un diffuso sentire
Rosa M. Amorevole
Volutamente dimenticate
Nei confronti in TV toni da tifoseria da stadio,
con un linguaggio da "ripetenti". Le stesse cose,
dette e ridette all'infinito sempre più riassunte
fino a far sparire ogni sfumatura, quasi ogni dif-
ferenza. Non voglio nemmeno sollevare il proble-
ma dell'esiguità delle donne presenti, né quello di
spazi sempre più risicati che pure in campagna
elettorale ci vengono assegnati. Anche l'insedia-
mento della prima presidente del Cile Michelle
Bachelet, é passato come piccolo momento di
folclore e che cosa si siano dette nei loro incontri
lei e la Ministra Prestigiacomo e in quello con l'ex
Ministra Melandri non ci é dato conoscerlo.
L'insediamento del principe Alberto a Montecarlo
ha avuto recentemente ben altri onori. Eppure,
almeno durante la campagna elettorale si
dovrebbe pensare alla metà dell'elettorato: quello rappresentato dalle
donne del nostro Paese. Verrebbe da pensare che tutta questa "indiffe-
renza" anche in tempi dove la contesa è alta sia un po' consapevole.
Forse i vari politici e le varie testate televisive si sono accorte che l'al-
lontanamento dalla politica é di fatto molto forte, per le donne, (e non
solo loro). L' ISTAT ha presentato, a questo proposito, una ricerca con-
dotta su incarico della Commissione Pari Opportunità su "partecipa-
zione politica e astensionismo secondo un approccio di genere". In que-
sta ricerca appare evidente che la televisione sia e continui ad essere il
canale di informazione politica assolutamente dominante. Ma domi-
nante quanto? Solo il 17% delle donne ascoltano dibattiti politici (con-
tro un 27% di uomini) e allora gli altri come si orientano ? Sicuramente
resistono altri canali: quelli informali, del passa parola ecc.
Ma sicuramente la politica (i politici) dovrebbero incominciarsi ad
interrogare sul vero motivo di tanta indifferenza, grave soprattutto per
la democrazia, grave anche per il livello d'astensionismo al voto che ne
è di solito una diretta conseguenza.
Alida Castelli
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