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Numero 4 del 2006

E ora scendiamo in campo noi


Foto: E ora scendiamo in campo noi
PAGINA 18

Testi pagina 18

aprile 2006 noidonne18
Perché tra il XV e XVIII secolo inEuropa vennero messi a morte,
secondo caute stime, 60.000 accusati e
processati per stregoneria, di cui la
quasi totalità erano donne? Chi erano
davvero le streghe? Perché nella cultura
greca antica appare l'opposizione netta
tra un principio razionale ed uno irra-
zionale che sembra suggerire una oppo-
sizione tra maschile e femminile?
“Streghe” è un viaggio alla ricerca di
risposte ad alcune di queste domande,
un viaggio che si snoda attraverso i mil-
lenni, dall'antica Grecia al nostro
Cinquecento, da un passato primordia-
le ai confini con il Mito, fino ai giorni
nostri. Presentato dal gruppo teatrale
Arcoscenico con la regia di Milena
Nicolini a Carpi (Mo), “Streghe” è un
viaggio documentato da brani di grandi
scrittori classici (Eschilo, Euripide,
Aristotele, Apuleio) dalle ricerche di
importanti studiosi contemporanei (C.
Ginzburg, P. Di Gesaro, G. Galli, M.
Gimbutas) e soprattutto dalle parole
stesse delle "streghe" e dei loro persecu-
tori, così come ci sono giunte attraverso
i verbali dei processi e le opere che die-
dero una definizione del fenomeno come
eresia, legata al culto del demonio e che
regolamentarono la pratica inquisitoria
e persecutoria. Lo spettacolo si articola
in quattro quadri. Nel primo quadro
assistiamo all'irruzione delle Menadi,
seguaci di Dioniso, dio dell'ebbrezza,
dell'estasi sciamanica, del passaggio tra
la vita e la morte, dell'irrazionalità.
Secondo Penteo, il re di Tebe, che tenta
di impedire il culto sfidando il dio e che,
per la violazione dei rituali segreti,
viene sbranato dalla sua stessa madre
nel furore della trance. I protagonisti di
questa tragedia di Euripide sono desti-
nati a ritornare secoli dopo: così ogni
Menade è anche una strega del
Cinquecento che racconta di voli estati-
ci a raduni rituali molto simili alle orge
di Dionisio; che via via trasforma la
Signora del buon Gioco, fino a sostituir-
la del tutto col Diavolo, la cui rappre-
sentazione quasi coincide con certi trat-
ti e caratteri dell'antico Dioniso. Anche
la morte di Penteo ritorna negli smem-
bramenti rituali che le streghe racconta-
no, con un importante aggiunta che è la
traccia di un culto antichissimo, diffuso
dall'Europa all'Asia per la sopravviven-
za oltre la morte: le ossa, rimesse insie-
me, ridanno la vita ad animali e uomi-
ni divorati, anche se spesso il divora-
mento del rito equivale ad una profezia
di morte reale.
Nel secondo quadro una giovane con-
tadina di tempi recenti viene iniziate
dalle zie alle antiche arti delle guaritri-
ci. Parallelamente vengono rievocati i
misteri della Grande Madre, la dea pri-
mordiale che presiedeva al ciclo della
creazione, della morte e della rigenera-
zione. Tradizioni e miti dell'Egitto, di
Roma, della Grecia sono intrecciati
insieme ai riferimenti del nostro tempo.
Nel terzo quadro dalla trage-
dia classica vengono le testimo-
nianze di una società e cultura
maschili che discriminano vio-
lentemente le donne e che
hanno già cancellato o sovver-
tito i culti e la cultura legate
alla Grande Madre. Tre eroine:
Medea, Clitemnestra e Ifigenia
parlano per tutte le donne. La
prima è stata abbandonata da
Giasone per ambizione, la
seconda vede la figlia Ifigenia
uccisa in sacrificio dal marito
Agamennone per il buon esito della
guerra di Troia.
Nel quarto quadro vengono presenta-
ti alcuni illuminati stralci di due celebri
processi alle streghe: quello della Val di
Fiemme (1505) e quello di Modena con-
tro Ursulina (1539). Ogni parola dei
protagonisti fu realmente pronunciata.
Durante gli interrogatori queste donne,
anche sotto tortura riescono a mantene-
re una grande dignità e sono capaci per-
sino di cruda ironia verso gli ottusi per-
secutori.
Lo spettacolo lascia aperte molte
domande: ad esempio intorno all'espe-
rienza della trance; ai raduni notturni
(se furono anche organizzati realmente
oltre che ad essere vissuti nella dimen-
sione della trance) intorno al tempo sto-
rico della persecuzione: se è connessa
con il grande mutamento sociale e poli-
tico di quei secoli (tesi sostenuta da G.
Galli). "Streghe" è solo un sasso gettato
nello stagno. Nelle scelte gestuali, nelle
vocali dei cori, nelle musiche, si è cerca-
ta la spontaneità dei corpi e delle voci
di donne di oggi che fisicamente pensa-
no la propria storia e di uomini di oggi
che camminano al loro fianco. Per un
meritato riconoscimento citiamo tutti
gli attori: Silvia Nerini, Alessandra
Nichelini, Maria Giovanna Vannini,
Daniela Briganti, Daniela Dallari,
Ilaria Nappa, Linda Mammi, Valentina
Poppi, Maria Grazia Biondi, Alice
Giliberti, Chiara Betelli, Manuel e
Massimiliano Aravecchia, Francesco
Vecchi, Sebastiano Panzanella, Enzo
Francesca, Alessandro Bertesina,
Ottavio Corradini.
Streghe tra mito e stereotipi
Carpi a teatro
promosso dall’Udi e dal circo-
lo culturale Arci-Cabassi uno
spettacolo su un tema ancora
da approfondire
Isa Ferraguti
Franco Gavioli, Bleaching (People: Traces and Lights, Cavezzo 2002)
Mònica Gacia Ruìz, Bleaching
(People: Traces and Lights, Cavezzo 2002)


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