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Numero 4 del 2006

E ora scendiamo in campo noi


Foto: E ora scendiamo in campo noi
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Testi pagina 7

noidonne aprile 2006 7
Quote o non quote, l'Unione ce l'hamessa veramente tutta per colorare
un po' più di rosa il prossimo
Parlamento con un buon numero di elet-
te. Nonostante le sceneggiate e le ipocri-
sie dei partiti della destra, che hanno
reso impossibile approvare una legge
sulla rappresentanza femminile nelle
istituzioni, il numero delle candidate
nelle liste del centrosinistra è davvero
alto. Ma i numeri, che pure vogliono
dire molto, e i nomi importanti, di can-
didate preparate e competenti, non sono
tutto. Per questo i Democratici di
Sinistra in piena campagna elettorale
hanno chiamato a raccolta in una
Convenzione programmatica delle
iscritte, militanti e simpatizzanti per
proporre una Carta di intenti. Una sorta
di programma tutto al femminile, che
tracci la rotta di governo per la prossi-
ma legislatura e si prefigga alcuni obiet-
tivi prioritari: il riequilibrio della rap-
presentanza in politica e nelle istituzio-
ni e in politica, ma non solo. Anche e
soprattutto diritto all'occupazione, ad
un lavoro adeguato e alla maternità,
con piani mirati per l'occupazione fem-
minile e una riforma degli ordini profes-
sionali. Quanto sia necessaria una
nuova politica al femminile e per le
donne, lo ha sottolineato autorevolmen-
te il capo dello Stato, proprio in occa-
sione della festa della donna, ribadendo
che la parità è ancora lontana dall'esse-
re raggiunta, non solo in politica, ma
anche in famiglia e sul lavoro. "Il diritto
alle pari opportunità tra donne e uomi-
ni è conclamato - ha dichiarato il presi-
dente Ciampi - ma è ancora ben lonta-
no dall'essere tradotto in azioni concre-
te". "Dobbiamo rifuggire la retorica e
guardare la realtà. E la realtà è che in
Italia il tasso di occupazione femminile
è fermo al 45 per cento, un dato lonta-
no da quel 60 che rappresenta l'obietti-
vo europeo fissato per il 2010". Al Sud,
"le donne addirittura rinunciano a cer-
care un impiego". Anche per Emma
Bonino la strada da percorrere è ancora
lunga. L'esponente della Rosa nel Pugno
parla senza mezzi termini di un "caso
Italia". ''La scarsa rappresentatività
delle donne oggi è impressionante - spie-
ga - se si pensa agli spazi che siamo
riuscite a ritagliarci in molti paesi. In
molti paesi, ma non in Italia. Il paese è
bloccato, fermato''. Insomma, se
Berlusconi non è stato in grado di con-
vincere delle 'signore' a lasciare marito e
figli per dedicarsi alla politica, i partiti
dell'Unione hanno scelto di scommette-
re sulle donne. Come ci ricorda Livia
Turco, responsabile Welfare dei Ds, ''è
cresciuta una cultura paritaria nel cen-
trosinistra e l'Ulivo investe sulle donne.
Il dato è oggettivo e sotto gli occhi di
tutti: l'Ulivo ha circa il 30% di candida-
te nelle liste elettorali, la presenza fem-
minile supera il 30% del totale dei can-
didati nelle fila dei Ds che prevedono di
portare in Parlamento almeno 53
donne, mentre la Margherita punta a
triplicare il numero delle elette nelle sue
file candidando al Senato 74 donne. Le
donne presenti nelle liste alla Camera
dell'Ulivo sono ben 176". Dati confer-
mati da Barbara Pollastrini, coordina-
trice delle donne Ds, che spiega "pur in
assenza di una legge sulle quote rosa,
abbiamo candidato 115 donne su 329
candidati Ds alla Camera, pari al 35%,
e 97 donne su 301 al Senato, pari al
32%". Un impegno serio per le donne,
confermato dal leader della coalizione,
Romano Prodi, che si dice convinto "che
le donne fanno bene alla democrazia.
Per questo mi sono impegnato a portare
nel mio governo il maggior numero di
donne possibile". La nuova legge eletto-
rale proporzionale, del resto, impedisce
di scegliere il candidato e "votare
'donna' premiando e promuovendo con
il voto il riequilibrio della rappresentan-
za femminile".
"Non voglio parlare della strumentale
operazione condotta dal governo in
occasione della legge sulle quote rosa -
aggiunge Prodi -, votata al Senato (gra-
zie al sostegno dei nostri parlamentari)
quando c'era già piena consapevolezza
dell'impossibilità di approvarla in via
definitiva. Il risultato è sotto gli occhi di
tutti: le candidature femminili nelle liste
sono poche e non mi consola poter dire
che il centrosinistra ha fatto meglio".
Del resto, quanto sia importante il colo-
re rosa per il centrosinistra lo ha spiega-
to anche Rosy Bindi, che ha aperto la
campagna elettorale in Friuli Venezia
Giulia, dove è capolista, proprio l'8
marzo. 'Non è un caso", ha detto, "Non
siamo molte donne capolista, ma nei
partiti dell' Ulivo e dell'Unione ce ne
sono in numero significativo e riuscire-
mo forse a raddoppiare o triplicare la
nostra presenza come donne in
Parlamento''. In tema di pari opportuni-
tà, secondo la Bindi, "c'è ancora molta
strada da fare", ma "il programma, con
il quale Romano Prodi governerà il
Paese può veramente aiutare l' Italia nel
passare dai diritti dichiarati e concla-
mati a diritti attuati, non solo delle
donne ma di tutte le persone''.
In ascesa, anche senza quote
Elezioni / 2
per i partiti dell’Unione nel prossimo Parlamento ci saranno più donne
Federica Lupparelli


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