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Numero 4 del 2006

E ora scendiamo in campo noi


Foto: E ora scendiamo in campo noi
PAGINA 42

Testi pagina 42

aprile 2006 noidonne42
In che cosa oggi la politica della diffe-renza è carente rispetto agli scopi che
il femminismo anni Settanta si era dato?
Qualche risposta a questo interrogativo
la dà il libro su "Il femminismo degli
anni 70" a cura di Teresa Bertilotti e
Anna Scattigno (Ed Viella pp. 256 euro
22). Il testo raccoglie gli atti della
Scuola estiva della Società Italiana
delle Storiche che si è tenuta a Firenze
nel 2004 e che aveva come tema "La
sfida del femminismo ai movimenti
degli anni Settanta".
Partendo dalla "scandalosa provoca-
zione di Carla Lonzi" che aveva denun-
ciato come "la forza dell'uomo fosse nel
suo identificarsi con la cultura, mentre
la nostra sta nel rifiutarla", scrive Lea
Melandri "il gesto di rivolta era inteso
come deculturizzazione. Ma è proprio
intorno a questo gesto, che (Carla
Lonzi) fa il vuoto di tutto l"operato", il
"pensato" maschile sulla donna, che si
aprono strade diverse, modi diversi di
intendere la nascita di un soggetto e di
una parola nuova" (pag. 93).
Dalla lettura a più voci emerge che il
periodo fra il 1975 ed il 1977 è quello
dell'evidenziarsi, in forma esplosiva,
della grande questione fra il femmini-
smo e le forme tradizionali della politi-
ca. Sono gli anni in cui il rapporto con
la politica diviene palese dissidio che
vede nel 1976 il movimento delle
donne, UDI compresa, decidere di sce-
gliere una forma di autonomia che si
espresse nel rifiutare indicazioni di voto.
Contemporaneamente le donne militan-
ti nelle varie organizzazioni della sini-
stra si autoescludono dalla politica tra-
dizionale e dai gruppi misti per sceglie-
re spazi separati. Al centro del rapporto
politico tra donne c'era il 'corpo' e la
sessualita' femminile.
Alla fine degli anni Settanta, finisce il
periodo dell'autocoscienza e dei piccoli
gruppi ed inizia la fase discendente.
Scrive Manuela Fraire:..."Il distacco dal-
l'autocoscienza ha generato un esercizio
del pensiero teorico. Ne è nata una teo-
ria della soggettività femminile che ha
attraversato diversi saperi ......Alle "teo-
rizzazioni" va riconosciuto il grande
merito di aver dato forma e pensabilità
ad un punto di vista sul mondo, inten-
do sui due sessi, a partire dalla sogget-
tività femminile" (pag. 72).
L'elaborazione teorica in circoli cultu-
rali come Diotima, separati dalla politi-
ca ha però ostacolato la trasmissione
dell'esperienza radicale del femminismo
italiano che aveva avuto un carattere di
massa superiore a quello di ogni altro
paese.
Le storiche non nascondono la diffi-
coltà di trasmissione della storia e
Anna Rossi Doria, con onestà intellet-
tuale, parla del testo come di una ipote-
si per una storia che verrà.
Nel frattempo questa proposta di
rilettura fa emergere la difficoltà di rin-
tracciare, in questo inizio di terzo mil-
lennio, qualcosa delle teorie e delle pra-
tiche di trasformazione di sé e del
mondo del feminismo anni Settanta. La
distanza è tanto ampia da suggeritre
l'uso di un altro termine per indicare
l'associazionismo femminile odierno e
la sfida alla "politica" tradizionale rap-
presentata dalle cosiddette "quote rosa".
Il femminismo degli anni Settanta
Riflessioni
una proposta di “rilettura” e un esame delle difficoltà della sua
trasmissione in una scena contemporanea completamente mutata Ela Mascia


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