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Numero 4 del 2006

E ora scendiamo in campo noi


Foto: E ora scendiamo in campo noi
PAGINA 46

Testi pagina 46

aprile 2006 noidonne46
Esiste sempre un rischio nel presenta-
re un libro di esordio, nel dare credito
ad una poesia di cui si intravedono
appena le direttrici ma di cui si ignora-
no futuri percorsi, maturazioni e svilup-
pi. Eppure un esordio si saluta sempre
con gioia, come la nascita di una nuova
vita, e infatti si può paragonare ad un
seme appena germogliato che ha già in
sé le caratteristiche dell'albero, ma che
si ignora se riuscirà a passare la stagio-
ne, crescere e dare frutto. Sicuramente il
libro di esordio di Elena Ribet contiene
una poesia dalle caratteristiche già
mature che garantiscono una filigrana
stilistica compatta e una tenuta com-
plessiva del macrotesto sotto il profilo
tematico, facendo intravedere una voce
dal sicuro futuro poetico. Diario dei
quattro nomi (edizioni joker, 2005)
nasce, per esplicita dichiarazione della
poetessa (Un quadernetto con delle
rose/ chiuso da un elastico rosso/ cerca-
te quello), dall'esperienza di un diario,
intima ricognizione delle proprie cresci-
te e passioni e allo stesso tempo accu-
mulazione di esperienze collettive, lettu-
re, viaggi, come testimoniano le epigra-
fi tratte da romanzi, passi biblici e ricet-
te di cucina. L'accumulazione è uno
degli strumenti stilistici più usati dalla
poetessa, attraverso un procedimento di
nominazione del reale e successiva
rielaborazione in poesia con un'atten-
zione al dettaglio che ricorda i crepu-
scolari, ma evita la
trappola del banale
di tanto minimali-
smo contemporaneo.
Si tratta in realtà di
un'acutizzazione dei
sensi, a un'attenzio-
ne portata fino allo
spasmo: l'amore, il
dolore, la mancanza
diventano allora
sensazioni fisiche
che travolgono il let-
tore fino al brivido
(ho imparato a vei-
colare/ tutto con il
corpo). Scrive Mauro
Ferrari nel risvolto di
copertina: L'amore è
solida fisicità e car-
nalità, vita concreta
e desiderio di tuffo
nell'altro, dono temprato da una vena
pensosa e problematica che lo inquadra
nella pienezza esperienziale; […] Elena
Ribet indaga sul proprio crescere e farsi
donna senza minimalismi, con un auto-
biografismo che però diventa subito
universale e si fa quindi nostra esperien-
za. Ciò che colpisce in una poesia pro-
grammaticamente intimista fin dal tito-
lo è la dimensione collettiva che assume
nell'affrontare vicende comuni come l'a-
more e la sofferenza, esemplificazione
quotidiana di eros e thanatos, attraver-
so un linguaggio incisivo, quasi privo
d'interpunzioni, potente nelle immagini
e mai banale.
Il libro ha una compattezza tematica
e stilistica notevoli, permettendo una
lettura continua che ricorda l'ampio
respiro di un poema. Elena parla a se
stessa come se volesse contenere nella
sua anima il mondo intero, come se
volesse distillare in un'unica parola il
senso stesso dell'esistere. È un esordio
questo che ha colto da subito il signifi-
cato e la portata del far poesia, e non è
da poco. Non rimane che seguire questa
voce nella certezza di ulteriori e feconde
prove.
La poesia come diario
Elena Ribet
è come se volesse contenere
nella sua anima il mondo inte-
ro, come se volesse distillare in
un'unica parola il senso stesso
dell'esistere, travolgendo il let-
tore fino al brivido.
Luca Benassi
Alleato della materia
e complice del mio mistero
in punta di piedi
occhi bendati
per te amore
stasera vesto di rosso
e con tacchi a spillo stappo
una bottiglia di vintage tunina
[e questa serpe
maledizione
a cui schiaccio la testa
che nutre i miei capricci]
di mattina presto
già immagino il momento in cui
scosterai il velo dell'assenza
in carne e ossa
in carne e ossa farai nostra
la sera
*
L'uomo pesce
Per inghiottire il sale
ci va un uomo pesce
della razza che viene dal mare.
Per fare una casa ci va un uomo retto
con un coltello e una buona lama.
Per fare una famiglia
ci va un uomo tranquillo
che vinca le tempeste, le assorba, le trattenga.
Tu sei quiete, giustizia e acqua
*
Viene un tempo della notte
in cui bacio il tuo viso e i tuoi capelli
in cui i nostri corpi si intrecciano
si allacciano in un abbraccio
fino alla fine del sonno.
Io ti porto le mie preghiere
e una modesta poesia.
È molto tempo che ti amo.


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