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Numero 4 del 2006

E ora scendiamo in campo noi


Foto: E ora scendiamo in campo noi
PAGINA 27

Testi pagina 27

noidonne aprile 2006 27
contro il 7,7% maschile), dalle belghe
(40,7% contro il 7,1% maschile). In
Italia il valore raggiunge il 25,7%, evi-
denziando una forte crescita nel tempo,
contro un 4,5% degli uomini, che -
qualsiasi sia la latitudine - sembrano
meno coinvolti delle loro compagne da
questa tipologia contrattuale!
La partecipazione crescente delle
donne al mercato del lavoro, la trasfor-
mazione dei modelli familiari e la pres-
sione demografica di una popolazione
che invecchia indicano nella concilia-
zione tra vita professionale e familiare
un punto centrale dell'agenda europea.
L'età, il numero dei figli, il livello di
qualificazione influiscono fortemente
sulla reale partecipazione delle donne
al lavoro e, come un recente studio
dell'Unione Europea evidenzia, i Paesi
nei quali si registra un tasso più elevato
di occupazione femminile sono quelli in
cui sono previsti congedi parentali
remunerati e servizi per l'infanzia.
Queste condizioni permettono una
entrata ed una permanenza a tempo
pieno nel lavoro. L'offerta a tempo par-
ziale facilita, in molti casi, l'accessi al
lavoro, ma non è detto che tali forme
rappresentino sempre ciò che realmente
le donne desiderano.
L'indagine della Commissione
Europea "Riconciliazione tra lavoro e
vita privata: studio comparativo tra 30
paesi europei", pubblicata nel settembre
2005, ci fornisce una panoramica euro-
pea dell'offerta dei servizi, dei congedi
parentali, degli interventi delle aziende
e degli Stati centrali.
Come spesso succede, non è facile sin-
tetizzare territori ampi come quelli di un
Paese e riassumerne le caratteristiche
all'interno di un quadro sinottico, e le
forti differenze di regolamentazione dei
diversi mercati del lavoro recano incon-
gruenze che talvolta ci portano a criti-
care quanto si legge.
I punti di proposta che emergono, tra
le righe di questa indagine, sono:
- incremento dei servizi all'infanzia
- promozione del sistema dei congedi
di cura, in cui anche i padri siano
coinvolti
- promozione di forme di orario di
lavoro flessibile, banche delle ore,
orari personalizzati
- armonizzazione degli orari di lavoro,
dei servizi, delle città
- sollecitazione delle imprese per
favorire la conciliazione
di lavoratrici e lavoratori.
Si riconosce alle aziende quattro pos-
sibili aree di intervento per favorire la
conciliazione.
1) Sul versante della flessibilità del
lavoro: attraverso il part time, gli orari
flessibili, il telelavoro, la banca delle
ore. Vengono anche indicate le forme di
job sharing, il lavoro a domicilio e quel-
lo a tempo determinato, per le quali
però ci sembra appaiano forti rischi di
precarizzazione che le donne stanno già
toccando con mano in Italia.
2) Sul versante della cura dei figli:
con gli asili aziendali (aperti al territo-
rio e in raccordo con i servizi del terri-
torio, potremmo aggiungere), le forme di
animazione o campi estivi nei periodi di
chiusura delle scuole, aiuti finanziari.
3) Sul versante dei congedi: l'amplia-
mento anche a quelli per bisogni fami-
liari (cura anziani) e aperti a donne e
uomini, forme di interruzione e ripresa
della propria carriera professionale a
fronte di necessità individuali.
4) Sul fronte domestico e della ricerca
del lavoro: consulenza alla gestione del
lavoro domestico, couseling per la
gestione dei propri tempi di lavoro e di
vita, couseling per la ricerca di lavoro
in ottica di conciliazione. Le figure pro-
fessionali per tali consulenze sono tutte
da inventare.
Una curiosità emerge dal rapporto: la
Francia ha introdotto progetti denomi-
nati "i tempi delle città", misure tese ad
armonizzare gli orari di territori definiti,
attraverso il coordinamento degli "uffici
tempi".
Ma non li avevamo inventati noi,
alla fine degli anni '90 a Modena?
Vite e sistemi-paesi a confronto con i dati emersi dalle statistiche
della Commissione Europea


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