Numero 5 del 2014
Europee, come e perché?
Testi pagina 45
39Maggio 2014
Siamo nell’Italia dei fine anni novanta. Un noto boss della Camorra detenuto in regime di 41bis. Una giornalista naturalizzata francese detiene una fitta corrispondenza con lui per-
ché incaricata a scriverne la biografia. Un rapporto
epistolare che avvicina i due in modo sottile, interiore,
dove l’intuito dell’una carpisce le intenzioni dell’altro,
prima in un possibile abbaglio di pentimento e suc-
cessivamente nell’intenzione di evasione dell’uomo.
Già nel “Castello di San Michele” avevamo seguito le
vicende della donna che per urgenza di verità si era
recata a Settimiano dove aveva incontrato parenti e
amici del camorrista, e dove le donne della Camorra
avevano ben reso l’idea dello stato di cose esistente
nella tristemente nota terra di nessuno. Ma c’è qualcu-
no che quella biografia non vuole vederla pubblicata.
Avvertimenti e minacce si susseguiranno con un ritmo
incalzante.
Naturale proseguo del primo romanzo, Il Silenzio
dell’Arcangelo di Laura Caputo (editore APM ) sve-
la le dinamiche di una criminalità organizzata sem-
pre più intrecciata con i poteri occulti dello Stato.
Intuizioni, sensazioni che corrispondono a una realtà
fin troppo radicata nella vita di un intero paese, eppure
ancora ben occultata nei meandri dei
poteri forti. Di domande ne sorgono
tante, anche nella stessa protagonista
che per formazione culturale è distan-
te da tutto questo.
La criminalità organizzata in Italia ha
radici storiche e sociali profonde.
Partita da determinati territori, dove
lo Stato era assente, nel tempo ha
raggiunto luoghi e individui tra i più
disparati. Uomini di Stato e di Giusti-
zia, Forze dell’Ordine, poteri occulti,
realtà imprenditoriali, città distanti ge-
ograficamente e per forma mentis, fino
LA CAMORRA
IN UN ROMANZO-INCHIESTA
a giungere nella parte più intima dell’animo collettivo
di un intero paese, attraverso dinamiche di pensiero e
comportamento che incarnano, in qualche modo, una
corruzione morale dilagante.
In tutto questo però una donna, una giornalista, e un
uomo, un magistrato, nell’operare la scelta necessaria
a non tradire il senso innato della giustizia custodito nel-
la propria coscienza diventano simbolo di salvezza per
l’intera umanità. La storia narrata in questo romanzo è
parte della realtà - a ricercare gli articoli dell’epoca si
stenta a credere ai propri occhi - e allora il romanzo di-
venta inchiesta storica e sociologica su vicende tutte ita-
liane che continuano a rilasciare le loro conseguenze nel
mondo attuale e ancora oggi, purtroppo, facenti parte di
una dimensione occulta sulla quale sembra impossibile
far luce. Al di là del processo storico di cui si diventa
testimoni, non è difficile riconoscere nella giornalista
quella forza benefica alla quale, per antonomasia, spet-
ta il dovere di accollarsi tutto il disgusto della corruzione
umana, non sarà un caso che ogni personaggio si ritro-
va a raccontare tutto, tutto ciò di cui è a conoscenza per
uscirne migliore perché immancabilmente se stesso.
E lei, quella donna capace di ascoltare e intuire tutto
ciò che le accade intorno, con un’ironia salvifica e un
coraggio incosciente, diventa forte,
sempre più forte nella sua naturale
capacità di provare amore per la
verità.
Un libro inchiesta eppure a legger
bene tra le righe anche un elevato
romanzo d’amore.
Nicoletta Stecconi