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Numero 5 del 2014

Europee, come e perché?


Foto: Europee, come e perché?
PAGINA 17

Testi pagina 17

15Maggio 2014
tutela dei diritti. Basti pensare all’ultimo rapporto europeo sulla
legislazione italiana in materia di parità di genere, dove l’Italia
subisce un giudizio severo, che riconosce una dotazione nor-
mativa adeguata ma sostanzialmente disattesa. Il nostro paese
è stato infatti richiamato ad esempio per l’impossibilità oggettiva
di attuare il diritto all’aborto a causa dell’obiezione di coscienza,
per la complessità delle procedure di divorzio, per lo scarso nu-
mero di donne in politica, per l’impossibilità di dare il cognome
delle madri ai bambini (unico paese in Europa).
Un altro aspetto importante riguarda l’approccio di medio-
lungo termine delle politiche di genere comunitarie. L’Unione
infatti adotta sempre uno documento strategico di pianifi cazione
e di programmazione per le pari opportunità che agisce in paral-
lelo sia ai cicli sessennali di programmazione dei Fondi Comuni-
tari che, in una visione più ampia, alla grande strategia “Europe
2020”. L’ultima strategia comunitaria per la parità tra donne e
uomini, valida per il periodo 2010-2015, ha ad esempio fi ssato
quali obiettivi da perseguire:
1. la pari indipendenza economica per le donne e gli uomini;
2. la parità delle retribuzioni per un lavoro di uguale valore;
3. la parità nel processo decisionale;
4. la dignità, integrità e fi ne della violenza nei confronti delle
donne;
5. la promozione dell’uguaglianza di genere fuori dai confi ni
dell’UE;
6. le questioni orizzontali (ruoli di genere, strumenti normativi e
governativi).
Certo, si potrà opinare che si tratta di obiettivi irraggiungibili,
ma rimane comunque importante avere una strategia plurien-
nale alla quale orientare tutte le decisioni quotidiane e di bre-
ve periodo. Il tema della parità di genere nasce infatti da una
condizione secolare di discriminazione delle donne. Si posso-
no quindi raggiungere risultati importanti solo se si adotta una
visione più lunga, che indichi un obiettivo da raggiungere per
tutta la collettività, con una tempistica ragionevole e fattibile. Ad
oggi invece in Italia l’approccio prevalente è di tipo estempora-
neo, che affi da le politiche di genere ad una logica di urgenza,
alle pur lodevoli iniziative di politiche/i illuminate/i, a campagne
mediatiche spesso strumentalizzate. In questo senso l’Unione
Europea dovrebbe essere per noi una fonte di ispirazione
per predisporre un piano nazionale per le pari opportunità
decennale, periodicamente aggiornato, condiviso da tutto l’arco
istituzionale, perseguito con fondi strutturali e con investimenti
pluriennali. Certo per arrivare a questo risultato ci vorrebbe che il
tema della parità di genere assurgesse a priorità nazionale, che
superasse la dimensione minoritaria e di nicchia nella quale si
trova al momento. Ci vorrebbe che la parità di genere venisse
considerata per quello che effettivamente è, un valore sociale
primario, ma anche un formidabile potenziale di sviluppo econo-
mico e sociale per il nostro paese.
Giovanna Badalassi, Well_B_Lab*
giovanna.badalassi@wellblab.it
LE VOstrE risPOstE
QuaLi tEMatiCHE in PartiCOLarE DOVrEBBE
aFFrOntarE PEr LE DOnnE L’EurOPa?
Dare maggiori opportunità di lavoro alle donne grazie a leggi,
progetti e a fondi europei. Questo è veramente possibile. Le
scuole italiane, sono una docente, ormai fanno progetti solo
attraverso le misure ed i fondi europei (Maria Teresa)
Lavoro e imprenditoria femminile prima di tutto. E poi i diritti,
cercando strade per allineare le normative dei vari Paesi membri
(Tiziana)
Assoluta parità tra generi di partecipazione alla vita sociale,
civile, politica. Eliminazione del sessismo, della discriminazione
per motivi religiosi e della violenza di genere (Alba)
Il lavoro ovviamente, anche attraverso l’auto-impresa in campi
importanti e nuovi che è un modo più libero per esprimere idee e
competenze ma anche vere e stringenti politiche per condividere
in tanti compiti e cura legati alle famiglie (Costanza)
Emigrazione europea al femminile: sportello dedicato,
tutele,possibilità e riferimenti lavorativi,istruzioni per l’uso (Maria)
L’Europa potrebbe fare moltissimo per le donne se diventasse in
primo luogo non l’Europa dei singoli governi ma effettivamente
una Confederazione di Stati con un Governo dotato di poteri reali
e in grado di rendere le proprie decisioni vincolanti (Stefania)
Al primo punto la violenza di genere, la parità e il lavoro (Sandra)
Formazione, lavoro e famiglia (Cristina)
Io penso che anche per questo argomento l’Europa dovrebbe
accelerare il processo di omogeneizzazione delle leggi che si
riferiscono alla parità di genere nei vari paesi dell’Unione, magari
punendo i paesi che non lo fanno (Gabriella)
Lavoro, imprese femminili (Isa)
SONDAGGIO DI APRILE
ELEZIONI
EUROPEE
IN VISTA.
un’OPPOrtunità
PEr LE DOnnE?
SI, L’UNIONE EUROPEA È UNA RISORSA
PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI VITA
E DI LAVORO DELLE DONNE
33%
10%NO. LE OPPORTUNITÀ DELLE DONNE DIPENDONO DAI GOVERNI STATALI
E DA FATTORI SOCIO-CULTURALI
57%SI, MA LE ISTITUZIONI EUROPEE DEVONO FARE MOLTO DI PIÙ DI QUANTO FATTO
NEGLI ULTIMI ANNI


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