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Numero 5 del 2014

Europee, come e perché?


Foto: Europee, come e perché?
PAGINA 32

Testi pagina 32

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RE
DA
ZI
ON
AL
E
di Anna Pariani, presidente Gruppo PD
Si fa presto a dire Europa “ma-trigna”. Di questi tempi si sen-te parlare solo di ciò che non
va e ogni giorno si allarga la cerchia
di chi vorrebbe il nostro Paese fuori
dall’Unione monetaria in nome di
una dorata autonomia che ci risolve-
rebbe tutti i problemi. Non è mia in-
tenzione confutare qui le tesi antieu-
ropeiste, quanto sottolineare alcuni
risultati concreti ottenuti in Emilia-
Romagna e le prospettive che grazie
alla UE vogliamo offrire alle donne e
agli uomini di domani.
Il Rapporto annuale del Diparti-
mento per lo sviluppo e la coesione
economica, pubblicato dal Ministero,
pone la nostra Regione in testa alla
classifica per capacità di utilizzo dei
fondi europei. Parliamo di 170 milio-
ni di euro di spesa certificata (48,9%
del totale messo a disposizione per
la programmazione 2007-2013) sul
Fondo europeo di sviluppo regio-
nale e di oltre 479 milioni sul Fon-
do sociale europeo pari al 59,4% del
totale. Seconda in classifica è la vir-
tuosa Provincia autonoma di Trento
e tra le Regioni a statuto ordinario, la
Lombardia. A questi fondi si aggiun-
gono le risorse comunitarie destinate
all’agricoltura, diverse centinaia di
milioni che ogni sette anni vengo-
no stanziati su assi di intervento che
contribuiamo a definire: il piano di
sviluppo rurale ora in scadenza aveva
ottenuto 75 milioni in più di quello
precedente, a riconoscimento dell’ef-
ficienza della spesa dimostrata. Que-
sta capacità per l’Emilia-Romagna
significa due cose: una positiva ipo-
teca sulla prossima programmazione
2014-2020 con la possibilità di gio-
care un ruolo ancora più attivo nel
NoN solo rigore
Come Cogliere le opportunità
Che l’europa Ci offre
determinare le priorità d’intervento
e i meccanismi di gestione dei fon-
di e, naturalmente, la realizzazione
di misure molto importanti per la
crescita infrastrutturale ed economi-
ca. Solo per fare qualche esempio,
le risorse europee hanno permesso
investimenti sui tecnopoli, ora una
decina in regione, con ben 560 nuo-
vi ricercatori impiegati; finanziano i
bandi per l’efficienza energetica e lo
sviluppo delle fonti rinnovabili  e co-
prono gran parte del nostro sistema
di Istruzione e Formazione profes-
sionale. Hanno anche contribuito a
finanziare investimenti produttivi per
circa 700 aziende dell’area colpita dal
sisma 2012.
L’occupazione di qualità, che oggi
può venire soltanto da un investi-
mento massiccio sull’innovazione, è
la priorità assoluta da mettere al cen-
tro delle politiche europee nei pros-
simi anni. “Qualità” significa lavoro
stabile, retribuito dignitosamente e
con equità tra donne e uomini, come
è sollecitato dalla Raccomandazione
sul potenziamento del principio della
parità retributiva presentata a marzo
dalla Commissione Europea. Occor-
re senz’altro un’azione più incisiva sia
sul fronte dei diritti esigibili dai cit-
tadini europei sia, come diciamo da
tempo, sul fronte dello sviluppo e am-
modernamento dei territori per una
maggiore competitività e attrazione
degli investimenti esteri. Il semestre
a guida italiana dovrà imprimere una
svolta in questo senso, allentando al-
cuni vincoli di stabilità finanziaria per
far prevalere la crescita del PIL.
L’Europa per l’Emilia-Romagna è
dunque interlocutore abituale e fonte
di risorse decisive per la nostra eco-
nomia, così come rappresenta l’oriz-
zonte minimo di una regione che
vuole fare passi in avanti e non certo
arretrare sui diritti sociali e alla per-
sona, guardando ai sistemi di welfa-
re più avanzati. A tal fine puntiamo
anche sui rapporti diretti con altre
Regioni europee, per condividere e
acquisire le migliori pratiche e soste-
nere una progettazione dal basso, dai
territori, capace di attrarre ancor più
risorse comunitarie.
La strategia per la programmazione
europea 2014-2020 è al centro dei
nove incontri promossi dal Gruppo
PD della Regione Emilia-Romagna in
tutte le province. Un vero e proprio
tour per ascoltare amministratori,
cittadini e categorie sull’evoluzione
delle politiche comunitarie, i risultati
ottenuti e soprattutto le opportunità
future derivanti dalla nuova
progettazione sui Fondi europei.
Dal primo incontro di fine febbraio
a Bologna su “Una nuova strategia
di investimenti. Fondi strutturali e
EUROPA È MEGLIO


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