Numero 5 del 2014
Europee, come e perché?
Testi pagina 43
37Maggio 2014
CU
BA
ultimi mesi (e degli ultimi anni) sulle quote di genere da
introdurre per legge qui in Italia perde un po’ di senso.
Mariela si dice contraria all’introduzione delle quote ma è as-
solutamente d’accordo con la necessità di rappresentare le
differenze. “Cerchiamo di coinvolgere le donne affinché par-
tecipino alla vita nelle comunità di appartenenza e non si tiri-
no indietro quando la loro stessa comunità le indica come
candidate. Sono le persone che decidono chi debba sedere
nell’assemblea a rappresentare i loro interessi. Nelle ultime
elezioni è stata nominata una transessuale per il governo di
una comunità locale, e questo indica quanto le cose stiano
cambiando”. Mariela racconta dell’ultimo congresso, il nono,
della Federazione delle donne cubane che si è svolto a mar-
zo a La Habana. Questa organizzazione della società civile
coinvolge il 90% della popolazione femminile a Cuba ed è un
interlocutore importante per il governo nell’indirizzo delle po-
litiche sui temi che toccano maggiormente da vicino le don-
ne. “Al congresso c’erano tantissime donne, e non solo quel-
le dell’accademia o del settore scientifico, ma tante donne
contadine che raccontano come sono cambiati negli ultimi
anni i rapporti con i compagni, che accettano di rimanere a
casa con i figli per permettere loro di partecipare alle riunioni,
ai congressi. Del resto, il femminismo rivoluzionario cubano
dalle sue origini ha coinvolto gli uomini nel processo di tra-
sformazione della società”. Ma, domando, ci sono ancora dei
territori ostili alle donne? “Nelle campagne succede ancora
che sia solo l’uomo che si unisce alla cooperativa e la
donna, anche se lavora tanto quanto il compagno, non è
formalmente iscritta nell’elenco dei soci. Occorre invece
che entrambi siano riconosciuti come appartenenti alla
cooperativa, e che le donne partecipino alle riunioni per
negoziare il prezzo delle merci, discutere con gli altri
soci, e far valere la propria opinione e i propri diritti. La
politica deve stare sempre attenta che, nei vari contesti di
vita sociale tra uomini e donne, non si instaurino le dina-
miche tradizionali che penalizzano le donne. Per questo,
al congresso si è deciso che le organizzazioni di donne colti-
vatrici monitorino la situazione parlando con le donne e spie-
gando loro l’importanza della loro partecipazione come sog-
getti di diritto”. Leggere la realtà, fare ricerca, lavorare con i
dati e le rilevazioni per poter migliorare le politiche e le azioni
sul territorio. “Stiamo insistendo molto sul Programma nazio-
nale di educazione sessuale e sulla necessità di una forma-
zione capillare di tutti quelli che hanno un posto di responsa-
bilità. Stiamo creando un lavoro di concertazione tra il Mini-
stero dell’Istruzione, quello della Salute e della Cultura e le
organizzazioni delle donne. È importante che la politica ma-
cro arrivi ai governi locali, in modo tale che le persone abbia-
mo un beneficio concreto negli interventi. Con il Ministero
degli Interni stiamo lavorando affinché le persone omo-
sessuali siano coscienti dei rischi legati alla violenza di
genere, che non colpisce solo le donne, ma può facilmen-
te essere vissuta da una persona omosessuale”. Il gover-
no ha lanciato anche una campagna sociale per stimolare
le persone a riflettere sull’urgenza di avanzare sul campo
dei diritti delle persone con orientamenti sessuali diffe-
renti. Anche la politica del partito comunista di Cuba ha inse-
rito come obiettivo la lotta alle discriminazioni in questo sen-
so. “Finalmente a dicembre dello scorso anno è stata appro-
vata la prima legge che condanna la discriminazione per
orientamento sessuale sul posto di lavoro che, dalle nostre
ricerche, insieme alla famiglia appare come il contesto più
problematico”. Mariela ha un concetto molto alto dei diritti
delle donne e combatte non solo per le donne cubane, ma
per le donne e le bambine di tutto il mondo affinché abbia-
no piena autonomia a decidere sul proprio corpo, sulla
propria sessualità, sul proprio destino. In chiusura le chie-
do, visto il dibattito degli ultimi mesi in Italia, cosa pensa
dell’obiezione di coscienza. La risposta è semplice e ful-
minante. “Una violazione di un diritto umano della donna:
quello di decidere sul proprio corpo”. b
Nel Global Gender Gap 2013 Cuba è al
quindicesimo posto. In soli sei anni ha
guadagnato sei posizioni diventando il
primo paese nella fascia “upper-middle
income countries”
A dicembre è stata approvata la prima
legge che condanna la discriminazione
per orientamento sessuale sul posto di
lavoro che insieme alla famiglia appare
come il contesto più problematico