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Numero 9 del 2016

Viva la scuola


Foto: Viva la scuola
PAGINA 42

Testi pagina 42

40 Settembre 2016
“N
on è stata soltanto veg-
gente né soltanto ribelle
né soltanto triste, nem-
meno del tutto incom-
presa. Ma nessuno si
accorgeva che lei moriva, sola, riversa sulle
scale dentro casa, nei tre giorni di luna piena
a fine agosto 1996”. Venti anni fa moriva Go-
liarda Sapienza. Negli ultimi anni della sua
vita viveva tra Sperlonga e Gaeta, immersa
in quella natura e in quel mare che le dava-
no felicità. E scriveva. Annotava sui taccuini
che portava sempre con sé idee, suggestioni,
immagini che poi andava cucendo in trame
di vita su fogli bianchi, seduta sul suo letto, la
schiena contro il muro, il caffè, le sigarette e
l’accendino a un lato come un’ancora di sal-
vezza. Quelle storie, che la sua mente ordiva
e la sua mano disegnava, sarebbero diventati
dei libri a tutti gli effetti solo molti anni dopo la sua scomparsa
e avrebbero fatto di lei, ormai inconsapevole, una scrittrice
profondamente amata.
Giovanna Providenti, già autrice di due lavori su Goliarda Sa-
pienza, torna sulla vita dell’artista per dare vita ad una biografia
per temi, che tralascia la mera cronologia degli avvenimenti e
mette in relazione i vissuti di Sapienza con brani di opere edite
ed inedite della scrittrice in un intrecciarsi di realtà e immagina-
zione che non toglie nulla alla verità. I capitoli, a parte il prologo
“Nessuna Goliarda” e la conclusione “La porta della gioia”, sono
tutti incentrati sull’Essere (Scrittrice, Cinematografara, Nata a
Catania, Partigiana, Figlia di antifascisti, Viva e profonda) in un
tentativo di andare al nocciolo, all’essenza di questa donna con
cui Providenti sembra essersi definitivamente identificata, anche
se “questo libro - scrive l’autrice nell’Introduzione - (…) non vuole
essere un resoconto oggettivo della vita di Goliarda, perché non
ne esistono di possibili”.
La preoccupazione di Providenti sembra invece essere quella di
restituire la complessità della personalità di Goliarda, la profonda
ricerca che caratterizza tutta la sua vita, il fraintendimento come
“arte del dubbio (…) verità dall’interno (…) diffidando delle verità
propinate da chicchessia”. Il ritratto che ne esce
è quello di una donna ontologicamente incapace
di essere in un solo luogo, fisico e psichico. Go-
liarda attraversa il mondo con uno sguardo e una
tensione che la trascinano sempre oltre. Questo
essere al di là, dentro e fuori la realtà, vera e bu-
giarda, consapevole e incosciente è l’unica ve-
rità possibile che ci può raccontare Providenti,
che coglie nella frase di Sapienza nel film del
1995 di Paolo Franchi Frammenti di Sapienza,
“scrivo per essere fraintesa” l’unica rispondenza
vera ed assoluta per raccontare l’artista.
Goliarda sola la notte di Capodanno del 1969,
Goliarda bambina con il braccio rotto che le
impedisce di sostenere l’esame per entrare
in Conservatorio, Goliarda nel 1948 mentre
aspetta Citto a Roma sotto la Rinascente, Go-
liarda che assiste sola alla morte dell’amatissi-
ma madre Maria Giudice, Goliarda che ingur-
gita un intero flacone di sonniferi con il whisky,
che finisce in una clinica per malattie nervose e che viene
salvata dall’elettroshock dal giovane psicanalista siciliano
Ignazio Majore. Questi e moltissimi altri sono i fraintendimenti
ricostruiti da Providenti e alla fine della lettura ciò che resta è
la vivida sensazione della dolcissima presenza di Goliarda. b
Giovanna Providenti
La Porta deLLa Gioia
Nova Delphi Libri, 2016
GoLiarda
e aLtri
FraiNteNdiMeNti
di Nadia Angelucci
In lIbrerIa ‘La Porta deLLa Gioia’,
Il nuovo lIbro dI GiovaNNa ProvideNti
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