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Numero 9 del 2016

Viva la scuola


Foto: Viva la scuola
PAGINA 49

Testi pagina 49

47Settembre 2016
ALL’ORIGINE DELL’EDUCARE
PAROLE, SIGNIFICATI,
GESTI
Per quanto risulti ovvio, per insegnare
e quindi imparare, il mezzo principe
sono le parole intrecciate tra loro o i
gesti che le mimano.
Parole: via maestra verso l’educazione,
la cultura, la riflessione. Quello su cui in
questo piccolo spazio approfittiamo per
riflettere è che, spigolando proprio tra
le parole, ne scelgo alcune interessanti in
tema di apprendimento che dalla terra ma
anche dalla tavola e tradizioni prendono
origine essendo divenute poi nel tempo,
per traslato, di uso comune .
La prima è coltivare, atto principe nella
produzione agricola, che viene subito dopo
la semina e che, essendo i contadini
interessati a un frutto sano e di qualità,
è bene sottolineare come all’origine
sottintenda: controllo, osservazione, cura,
attenzione fino a quel prodotto finito da
raccogliere che sarà base del nostro
cibo. Azioni, tutte quelle segnalate, come
necessarie e praticate da chiunque viva
in modo consapevole e coltivi interessi,
attività o passioni. Non è poi superfluo
segnalare i due sostantivi coltura e
cultura e aggiungere quella parola,
cultivar, che indica una biodiversità
vegetale, per capire la frequenza di tali
vocaboli nel linguaggio di chiunque.
Ed è dunque sempre ripercorrendo
termini originari del lavoro agricolo che
sbocceranno “imprese” di successo,
se avremo: seminato, piantato,
coltivato con fatica, passione, insistenza,
professionalità, amore.
I risultati del nostro impegno li potremo
allora far sbocciare e fruttare al meglio.
Tornando una volta in più a quel termine
spigolando, titolo di questa rubrica,
saranno le spighe di grano raccolte, che
una volta macinate daranno la farina che
con acqua, lievito, tempo e temperatura
necessaria faranno crescere il pane;
così come fiorirà il nostro sapere se
lo faremo lievitare a seconda dell’uso
e delle applicazioni che decideremo di
farne. Comprendere dunque all’origine il
senso delle parole aiuta ad assumere un
insegnamento che in molti casi diviene
una bussola nell’agire, magari rispettando
le tradizioni che nella loro stessa
consolidata storia offrono spesso semi
di saggezza e talvolta punteggiatura
di abitudini che pratichiamo nel corso
dell’anno.
Rimanendo alle tradizioni, da
queste impariamo cibi e menù che
accompagnano occasioni di feste, o
ricorrenze da calendario; spesso con un
legame forte alla stagionalità dei prodotti
come: le “cocomerate” per ferragosto , le
merende a pizza e fichi di settembre, le
feste d’autunno col vino novello, oppure i
primi piatti, gli sformati e i dolci a base di
zucca per Halloween.. e molti altri esempi
si potrebbero fare…
E a proposito di zucca, sorvolando sulla
mitica carrozza di Cenerentola la parola,
per ragioni forse legate alle sue forme,
ha assunto il significato, anche se in
termini leggeri, di testa vuota o di persona
testarda rintracciabili nelle definizioni:
zuccone o “non hai sale in zucca” o
zucca vuota e, ancora, con un passaggio
grammaticale dal femminile al maschile
e con qualche manipolazione del termine,
si arriva a un dolce di mitica bontà, “Lo
zuccotto”, di cui per questioni di spazio
indichiamo gli ingredienti e vi rimandiamo
per la preparazione al libro di ricette di
casa o a un sito internet.
dI PAoLA oRTENsI
sPIGoLANdo tra terra, tavola e tradizioni
RICETTE
ZUCCOTTO
Un pan di spagna da 250-300g,
mezzo litro di panna,
60 gr di cacao amaro,
80 gr di zucchero,
4 amaretti,
liquore all’amaretto
pp.46_47_APPRODI_settembre.2016.indd 47 03/08/16 17.28


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