Numero 5 del 2014
Europee, come e perché?
Testi pagina 40
34 Maggio 2013
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sedia a rotelle, a causa di un infortu-
nio alla schiena, e con voce commos-
sa ha urlato alla folla: “Questa è la
vostra vittoria. Avete rimosso un can-
cro dal nostro paese. Voi siete i miei
eroi”. Alcuni manifestanti della piazza
sono esplosi in cori, invocando “Yu-
lia! Yulia!”, ma altri non l’hanno affatto
applaudita, anzi l’hanno fischiata. Per-
ché? Ciò che le viene contestato è la
sua incontenibile ambizione personale e l’aver accumu-
lato negli anni una grande fortuna economica in modo
assai dubbio.
La sua brillante ascesa non è, infatti, esente da zone
d’ombra. Negli anni novanta Yulia T. si era guadagna-
ta l’epiteto di “principessa del gas”, per aver stoccato
enormi quantità di metano, facendo au-
mentare le accise sul gas. In quel periodo
(1995-1997), presiedeva la Compagnia
Generale dell’Energia, un’azienda privata
che si occupava d’importare gas e meta-
no dalla Russia per poi esportarlo in Occi-
dente. Fu l’inizio della sua ascesa econo-
mica, grazie ai lauti profitti dell’azienda.
C’è chi data l’inizio della sua scalata alle
vette del potere economico ancora più
indietro nel tempo, e cioè prima del crollo
dell’Urss, negli anni della perestrojka di
Gorbachev, quando nel 1989 fondò, di-
resse e poi privatizzò la casa videografi-
ca del Komsomol.
Nel passaggio dalla pianificazione al
libero mercato, approfittando del fitto pia-
no di privatizzazioni, con il quale la sua gente veniva
colpita da fame e miseria, la “Si-
gnora dell’Est”diventava una delle
donne più ricche del paese, impe-
gnata non solo nel settore energe-
tico, ma anche in un’intensa attività
commerciale di export di metalli.
Ad aiutarla, le sue stabili relazioni
(amicali e sentimentali) con uomini
molto importanti in Ucraina, alcuni
condannati poi per corruzione e
frode. E come è noto il passo dal
business alla politica è breve. Nel 1996 veniva eletta
in Parlamento, e nel 1999 - sotto il governo di Viktor
Yushchenko - diventava ministro dell’Energia.
Questo, forse, fu il periodo più “glorioso” della
fredda e calcolatrice oligarca liberista. Sotto il suo mi-
nistero, l’industria energetica ucraina crebbe di circa
il 700%. Lottò contro il prelievo abu-
sivo di energia dei grandi complessi
industriali, e le sue riforme servirono
al governo per pagare gli statali e au-
mentare i salari.
Ma già pochi anni dopo, nel feb-
braio 2001, il primo arresto: Yulia ve-
niva incarcerata, per un breve perio-
do, con l’accusa di falsificazione di
documenti e importazione illegale di
metano. A salvare la sua credibilità, già compromes-
sa, fu il memorabile anno 2004, quando la Tymoshenko
diventò la figura chiave della protesta di piazza che si
trasformerà poi in rivoluzione arancione. Nel 2005 Yulia
T. veniva nominata premier. Nello stesso anno, Forbes la
collocava al terzo posto nella classifica delle donne più
potenti del mondo (dopo Condoleezza
Rice e Wu Yi).
Tuttavia, con l’accusa d’incompeten-
za nel gestire i contrasti tra i partiti della
coalizione di maggioranza, il suo governo
fu presto sciolto. La donna dalla treccia
bionda (simbolo della tradizione ucraina)
tornerà a governare di nuovo il paese nel
2007 mantenendo la carica sino al 2010.
Durante la guerra in Ossezia del Sud,
scoppiata nell’agosto 2008 tra Georgia
e Russia, Yulia T. non concordò con la
condanna di Yushchenko nei confronti
della Russia, mantenendo una posizione
di neutralità. Il presidente l’accusò d’aver
assunto una posizione di comodo, al fine
di ottenere il sostegno della Russia alle
future elezioni presidenziali del 2010. Il Vice-presidente
usò parole dure nei suoi confronti: “Sei una traditrice!”.
Nel settembre 2008 Yulia T. (il suo blocco politico) deci-
se di votare insieme con il partito Comunista d’Ucraina e
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