Numero 4 del 2006
E ora scendiamo in campo noi
Testi pagina 4
aprile 2006 noidonne4
Inumeri parlano, ma non dicono molto se non li contestua-lizziamo interpretandoli a modo. Al Senato si va dal 34,6%
di candidate nel PRC al misero 10% in Alternativa Sociale
della Mussolini, mentre alla Camera tra il 35 e il 36 è la per-
centuale delle donne nelle liste dei Verdi e di Rifondazione
comunista. Di poco sotto vi è un sostanzioso 33% del PdCI
accanto al 30% dell'Ulivo. La Casa delle Libertà in media
vede il 17% delle donne candidate alla Camera e il 15% al
Senato, contro il 28,5 % e il 24,6% del centrosinistra. Qualche
modesto passo avanti si registra dunque, nella coalizione di
Romano Prodi, se non altro sul fronte dall'attenzione alla
questione posta con una certa energia dalle donne. Nelle
tabelle pubblicate a pag 8 sono rilevabili alcuni elementi più
di dettaglio e comunque scorrendo i nomi ci si accorge che
una cosa sono le candidature altra sono le candidate, con gli
stessi nomi ripetuti in varie circoscrizioni. Per un bilancio
consuntivo ci diamo appuntamento al dopo voto, quando
potremo fare il saldo tra le eroine (cioè quelle che hanno
accettato le candidature con spirito di servizio pur essendo in
posizioni arretrate) e quelle che hanno avuto accesso alle
fasce 'di sicurezza'. Le proiezioni che si possono fare segnala-
no incrementi significativi nel centrosinistra e impercettibili
nel centrodestra. In ogni caso dovremo accontentarci, non-
ostante l'impegno profuso per ottenere maggiore attenzione
anche con le quote rosa. Chissà, forse era sbagliato proprio il
nome, oppure più probabilmente sarà da rivedere l'approccio.
Se dalla guerra dei numeri avremo il coraggio e la lucidità di
passare al 'reparto contenuti e modalità', la politica dovrà
starci a sentire e non potrà non mettersi in discussione. La
coperta già è corta e le previsioni la danno in ulteriore restrin-
gimento. Sarà dura, ma se non terremo duro sul terreno del
welfare, dei servizi sociali, della scuola pubblica, del lavoro
e della sanità non riusciremo ad incidere quanto necessario
nel processo innovativo e per noi andrà sempre peggio. Le
parlamentari, tutte quelle che ci saranno, dovranno davvero
fare la differenza ed essere la forza propulsiva per imprimere
una sterzata adeguata alla gravità della situazione. Al cen-
trosinistra, al quale senza se e senza ma dobbiamo chiedere
di governare, tocca la responsabilità davvero storica di fare
le riforme necessarie e di farle con le donne, tenendo conto
delle loro richieste e del loro punto di osservazione della
società.
Dai numeri ai contenuti
Editoriale
Tiziana Bartolini
Dopo il faccia a faccia
Quote rosa o costola di Adamo? Non
ci sorprende che il Presidente del
Consiglio abbia dato quella "sconve-
niente" risposta sull'argomento riguar-
dante le donne in politica. Non ci mera-
viglia più di tanto, ma ci costringe per
l'ennesima volta a pensare che davvero
non abbia mai avuto a cuore il progetto
di legge sulle "quote rosa" così pesante-
mente sconfitto e deriso, soprattutto dai
Parlamentari del Centro Destra e che in
extremis è riuscito a passare solo per la
trasversalità dei voti che la
Prestigiacomo ha chiesto all'opposizio-
ne. Non credo che il Presidente abbia
avuto una amnesia, è certo che per lui le
donne sono solo una categoria dal
momento che le ha relegate alla sola
funzione di madri e mogli. Prendiamo
atto che il presidente ha snobbato l'ar-
gomento, trovandosi in difficoltà e
impreparato. Come se la grande
Manifestazione di Milano del 14 gen-
naio 2006 in difesa della 194 si sia svol-
ta in un altro paese e non in Italia ed ha
mostrato a tutto l'elettorato femminile
la scarsissima attenzione alle richieste
delle donne in un paese da lui governa-
to in cui la rappresentanza femminile si
riduce a poco più del 10 % in parla-
mento.
Come se corsi "Donne, politica ed isti-
tuzioni" patrocinati dal Ministero per le
pari opportunità non si siano mai svol-
ti in questo paese e non abbiano mai
coinvolto le università italiane.
Non ci voleva molto per capire che
non solo non ha a cuore le donne ma
che esse sono ancora vissute come
un'appendice dell'uomo, ancora la
"costola di Adamo" e dunque del peg-
giore e meschino articolare di un pensie-
ro maschilista e offensivo nei nostri con-
fronti. Noi donne non siamo relegabili
ad una categoria ma siamo più della
metà della forza dignitosa di questo
paese che spero si ricordi di questo
meschino trattamento il 9 e il 10 aprile
prossimi, ricusando uomini politici così
e non concedendo loro più alcuna fidu-
cia. Lo ricordiamo anche a Prodi, che
almeno nelle intenzioni espresse duran-
te il faccia a faccia, utilizzando comun-
que l'infelice espressione delle "quote
rosa", qualcosa promette. Sappia che
noi donne vigileremo con estrema atten-
zione, anche perché nel programma
dell'Unione non abbiamo visto molto e
anche lì siamo state annoverate tra le
categorie deboli. Ci piace ricordare che
la rappresentanza delle donne in politi-
ca è un indicatore certo di democrazia.
Noi vogliamo più democrazia e quindi
più donne in politica. Basta pensare che
le donne siano qualcosa che sta a qual-
cos'altro!
Mariarosa Caporali
Associazione Amiche di ABCD
(Ateneo Bicocca Coordinamento Donne)
Cara direttora