Numero 4 del 2006
E ora scendiamo in campo noi
Testi pagina 38
aprile 2006 noidonne38
Il pozzo è un luogo da sempreappartenuto alle donne, den-
tro e fuor di metafora: sono le
donne ad andare a prendere
l'acqua al pozzo, percorrendo
distanze chilometriche, nei
paesi del Terzo Mondo in cui
questa è, ancora oggi, pratica
quotidiana necessaria. E sono le
donne, ovunque nel mondo, a
conoscere "quello che si sa
quando si viene su dal pozzo"
(Alba De Céspedes). Perchè? Un
po' per via di quello che Natalia
Ginzburg definiva il guaio delle
donne: "la cattiva abitudine di
cascare ogni tanto in un pozzo,
di lasciarsi prendere da una ter-
ribile malinconia e affogarci
dentro, e annaspare per tornare
a galla"; un po' perchè le donne
sentono, più degli uomini, il
bisogno, sano, di ritornare a
visitare luoghi in cui si svolge la
vita in tutta la sua autenticità.
Cogliendo l'occasione della
rilettura del carteggio tra le due
scrittrici De Céspedes e
Ginzburg, pubblicato nella rivi-
sta "Mercurio" nel 1948, e ripro-
posto da Anna Maria Crispino
in Ciao Bella. Ventun percorsi di critica
letteraria femminile oggi, (Milano,
Manni-Lupetti, 1996, pp. 173-182),
voglio invitare ad una breve riflessione
sulla pratica del visitare pozzi applica-
ta alla sfera politica.
Prima una precisazione: negli ultimi
5 anni le donne sono state vittime di
legislatori poco attenti, che hanno com-
pilato "pastrocchi": come la legge 40
sulla fecondazione assistita e la recente
legge sull'affidamento condiviso. In
entrambi i casi si tratta di leggi fondate
su un'astratta idea morale (il diritto dei
figli/embrioni) senza tenere conto di
quello che succede effettivamente nel
quotidiano di uomini, donne e bambi-
ni/e. A causa della legge 40, le donne
che si rivolgono
alla fecondazione
assistita devono
sottoporsi a indici-
bili e inutili soffe-
renze del corpo.
Pre supponendo
una parità di con-
dizioni sociali ed
una condizione
d ' a c c o r d o
(entrambe cose
che non esistono
quasi mai tra geni-
tori separati), la
legge sull'affido
congiunto penaliz-
za innanzitutto i figli, che
saranno vittime di continue
conflittualità irrisolte (allora la
decisione è rimessa al giudice,
coi tempi dei tribunali!).
Inoltre, è un netto ritorno indie-
tro contro le donne, che vengo-
no decisamente penalizzate pur
non essendo nemmeno nomina-
te. Facendo riferimento solo a
un neutro "il genitore", la scrit-
tura rivela la natura del legisla-
tore che ci sta dietro: un uomo
(o potrebbe anche essere una
donna) che non ha mai fatto
pratica di pozzi. Perchè chi ha
fatto tale pratica, avendo cono-
sciuto la sofferenza, riesce a
riconoscere anche quella dell'al-
tro/a, e a provarne compassio-
ne. A pensare leggi compassio-
nevoli (volte a limitare le soffe-
renze), piuttosto che punitive e
fondamentaliste.
Ma per sapere fare certe cose
bisogna avere scoperto l'ingan-
no del "privilegio di essere liberi
dal dolore, dalla miseria
umana": "Chi scende nel pozzo
conosce la pietà. E come si può
vivere, agire, governare con giu-
stizia senza conoscere la pietà?" scrive,
nel prezioso carteggio, Alba De
Céspedes. E, denunciando la mancanza
delle donne nei luoghi di governo e nella
magistratura ("il diritto ad essere magi-
strati" verrà sancito solo dal 1963),
aggiunge: "Gli uomini non solo ignora-
no l'esistenza di questi pozzi, e tutto ciò
che s'impara quando si cade in essi, ma
ignorano anche d'esser proprio loro a
spingervi le donne con tanta spietata
innocenza. ... Tu dici che le donne non
sono esseri liberi: e io credo invece che
debbano soltanto acquisire la consape-
volezza delle virtù di quel pozzo e dif-
fondere la luce delle esperienze fatte al
fondo di esso, le quali costituiscono il
fondamento di quella solidarietà, oggi
segreta e istintiva, domani consapevole
e palese, che si forma fra donne anche
sconosciute l'una all'altra."
Queste parole scritte nel 1948 risulta-
no essere fin troppo attuali. Dobbiamo
stare attente, molto attente, a non farci
strappare di mano i progressi del fem-
minismo, magari annebbiate dalla con-
Attingono ai pozzi la forza del sé
Paradigmi invisibili
Giovanna Providenti
"Donne al pozzo", di Paul Signac, (1892) - Musée d'Orsay di Parigi