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Numero 9 del 2016

Viva la scuola


Foto: Viva la scuola
PAGINA 34

Testi pagina 34

32 Settembre 2016
US
A
Che non sia un mostro di simpatia, lo si intuisce subito. Che non esprima calore umano e solidale vicinanza all’altro, lo si avverte a pelle. E tuttavia Hillary è stata una buona madre, se Chelsea si è poi trasformata, da
anatroccolo, in una straordinaria first girl degli States. E per far
promuovere a Presidente quel bisteccone di suo marito, certa-
mente molto è stato suo merito. Hillary Clinton insomma ce l’ha
messa tutta nella vita ed è un autentico modello. Non è un caso
che sia stata Meryl Streep, fantastica icona del cinema interna-
zionale e attrice di strepitoso talento, ad annun-
ciare per prima la sua nomination ufficiale per
il Partito democratico alle elezioni presidenziali
USA di novembre. Ci voleva lei e la sua verve
comunicativa a salvare l’immagine di Hillary, che
a relazioni pubbliche non ha di certo mai brillato.
Fasciata in un leggero abito a stelle e strisce, la
famosa protagonista di Kramer contro Kramer
ha sfoderato l’espressione di chi orgogliosamen-
L’APPUNTAMENTO DI
HILLARY CON LA STORIA
di Catia Iori
te incassa un colpo da maestro e rilancia per se
stessa e per le altre. Il suo discorso ha più di tutto
generato consenso ed emozione. “Faremo la sto-
ria a novembre perché Hillary sarà il nostro primo
presidente donna. Lei sarà un grande presidente e
la prima di una lunga serie di donne e uomini che
servono con grinta e grazia. Sarà la prima donna
ma non l’ultima”. Una promessa di successo e di
futuro. “Sono qui perché c’è una sola persona di
cui mi fido per questa responsabilità, che credo
sia davvero qualificata per essere presidente degli
Stati Uniti ed è la nostra amica Hillary Clinton. Lei
è il presidente che voglio per le mie figlie e per i
nostri figli”, ha detto Michelle Obama. “La storia di
questo paese, la storia che mi ha portato su questo
palco stanotte, è la storia di generazioni di persone
che hanno conosciuto la frusta della schiavitù, la
vergogna della schiavitù, la ferita della segregazio-
ne, ma che hanno continuato a lottare e a sperare e fare quello
che era giusto fare. Per questo oggi io ogni mattina mi sveglio in
una casa costruita da schiavi e guardo le mie figlie, due belle e
intelligenti giovani donne nere, che giocano con il loro cane sul
prato della Casa Bianca. È grazie a Hillary Clinton che le mie
figlie e tutti i nostri figli oggi danno per scontato che una donna
possa diventare presidente degli Stati Uniti”. L’endorsement che
fino a qualche giorno fa neppure si ipotizzava, ora si rivela in
tutta la sua fiera caparbietà.
E coi tempi che viviamo, nell’abisso spavento-
so che si aprirebbe col disgustoso Trump, cre-
do che lei sia davvero la risposta giusta, quella
che sostiene la fiducia, insomma. La paura, ora,
quella vera, che ti fa tremare, è concreta. E Hil-
lary percepisce che occorre rassicurare prima
ancora di promettere sfide impossibili. Riunir-
si nel salotto buono intorno al tavolo di cucina
come facevano le nonne e guardarsi negli occhi
La candidatura aLLa presidenza degLi stati uniti d’america di HiLLary cLinton,
La prima voLta di una donna, è un evento mondiaLe. un traguardo costruito
con decenni di duro Lavoro. iL messaggio deLLa speranza contro queLLo
deLLa paura deL repubbLicano donaLd trump
HILLARY CLInton
è LA pRImA donnA
CAndIdAtA ALLA
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degLI stAtI UnItI
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