Numero 9 del 2016
Viva la scuola
Testi pagina 28
26 Settembre 2016
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DALL’EST CON FURORE.
LETTERARIO/2
di Cristina Carpinelli
Tra le migrant women writers considerate, un’at-tenzione particolare meritano la slovacca Jarmila O?kayováe l’albanese Anilda Ibrahimi. La prima,
oltre ad aver pubblicato Verrà la vita e avrà i tuoi occhi, che
è stato il suo romanzo d’esordio, ha scritto altri racconti
che vale la pena ricordare. Uno di questi è Occhio a Pi-
nocchio (Cosmo Iannone, 2006). Originale rielaborazione
del classico di Collodi, in questo libro Jarmila O?kayová
sottolinea come gli umani non abbiano imparato quello
che il burattino (ricavato da un vecchio pino) dalle sem-
bianze umane con “l’anima millenaria del bosco” ha, inve-
ce, assimilato, crescendo dentro quel complesso ecosi-
stema che è, appunto, il bosco. È un appello a conoscere,
comprendere e a rispettare la diversità; tema ricorrente nei
lavori della scrittrice slovacca. Il romanzo è denso di mo-
tivi fiabeschi, onirici e junghiani. Motivi che caratterizzano
un po’ tutta la produzione letteraria dell’autrice slovacca.
Un altro testo importante di Jarmila O?kayová è Appunta-
mento nel bosco (E. Elle, 1998). Ambientato nel 1992, nel
pieno della guerra dei Balcani, narra la storia di Wanda,
una ragazzina slovacca di 15 anni che vive in un piccolo
villaggio contadino sotto i Monti Carpazi. Wanda ha tanti
amici. Conosce e diventa amica anche di Ramona, una
ragazzina croata della sua stessa età sfuggita alla guerra
dopo la morte della madre e della sorella gemella. L’ami-
cizia dura appena una settimana, ma in quel breve arco
di tempo le due ragazzine sono inseparabili. Da Wanda,
Ramona impara alcuni riti magici per comunicare con gli
alberi o dipingere il cielo di nuvole. A Wanda piace molto
la storia, ma solo quella dei libri, non quella reale, per-
ché quest’ultima le incute paura. È molto bello il momento
in cui, dopo aver svolto una ricerca in biblioteca, Wanda
scopre che i croati sono originari dei Carpazi, e quindi cor-
re dalla sua amica a dirle che in realtà non è affatto una
rifugiata, ma è solo tornata a casa sua. Un giorno le due
amiche decidono di compiere nel bosco un rito magico
per richiamare in vita i morti. Il teschio, l’acqua di fiume, un
pugno di sabbia. Mezzanotte. Tutto è pronto.
Ma un tragico destino spezzerà i fili dei loro sogni…
Anilda Ibrahimi, oltre al suo primo romanzo Rosso come
una sposa, con il quale approda alla scrittura italiana, e al
romanzo L’amore e gli stracci del tempo, pubblica un altro
testo Non c’è dolcezza (Einaudi, 2012). L’autrice spiega
che con quest’ultima opera ritorna alle atmosfere ance-
strali, arcaiche ed epiche del suo primo libro Rosso come
una sposa. Il personaggio, a cui Anilda si sente più vicina,
è quello di Eleni, per cui non c’è dolcezza: ama il figlio
adottivo, ma da lui non riceve l’amore che desidera, e lo
stesso succede con il marito che è stato lasciato dalla sua
prima moglie. Sui protagonisti del libro incombe un amaro
destino. L’apparizione periodica dei gitani con i loro canti
rappresenta la colonna sonora della narrazione, attraverso
cui è rievocato un mondo perduto di rispetto reciproco e di
salde relazioni tra popoli diversi. Trama avvincente, che ha
come sfondo l’Albania post-comunista travolta dai cam-
biamenti sociopolitici, e che attraverso le vicissitudini di
SEcOndO (E uLTImO) AppunTAmEnTO cOn LE migrant women writers,
ScRITTRIcI mIgRAnTI dELL’EuROpA cEnTRO-ORIEnTALE
chE pubbLIcAnO In LInguA ITALIAnA
Boris Kollár
Jarmila
O?kayová
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