Numero 9 del 2016
Viva la scuola
Testi pagina 25
23Settembre 2016
sioni non organizzate) e
il 12 novembre 2015 è
stata pubblicata la Nor-
ma Tecnica UNI 11601.
Il coach è un professioni-
sta che affi anca il cliente,
non insegna né consi-
glia, ma propone buone
domande e feedback di-
retti, per stimolare il fl us-
so dei ragionamenti. Non
trova soluzioni, ma aiuta
il cliente a trovare le sue
risorse interiori per gene-
rare le “sue” soluzioni e
accelerare processi de-
cisionali, con la massima
fi ducia nella capacità del
cliente di trovarle. Il Coaching non ha una funzione ripa-
rativa né tanto meno terapeutica, ma di sviluppo e miglio-
ramento. Non si indagano mai le aree del disagio e della
sofferenza, ma si lavora sul futuro desiderato.
Data la sua lunga esperienza nel settore, può
dirci se ha riscontrato differenze sostanziali
nelle richieste e nell’approccio dei suoi clienti
in base al sesso di appartenenza?
Direi che le donne tendono a lavorare maggiormente per
sviluppare una migliore percezione di sé e autostima. Cer-
cano maggiore autonomia, vogliono cambiare o trovare
lavori che le appassionino. In ambito professionale chie-
dono spesso di essere affi ancate per valorizzare il proprio
ruolo e gestire il giudizio dei superiori o dei collaboratori.
Gli uomini dedicano con grande frequenza il coaching per
migliorare capacità relazionali e comunicative, per imple-
mentare il proprio business e sviluppare una leadership
effi cace.
Chi si rivolge a lei per un percorso
di coaching?
Nelle grandi aziende il coaching è rivolto soprattutto al il
top management e lavoro sia con gli Executive one-to-one
che con i team di lavoro. Da diverso tempo anche le Pic-
cole e Medie Imprese hanno scoperto i risultati straordinari
del coaching per raggiungere più facilmente risultati e mi-
gliorare la produttività. In ambito privato, seguo professio-
nisti in tutti i campi, da quello sanitario, artistico, tecnico,
commerciale e altro. E molte persone che vogliono invece
lavorare solo sulla dimensione personale delle relazioni af-
fettive o famigliari, o per ridisegnare il proprio futuro.
Considerando il periodo storico
economicamente duro e il tasso di
occupazione femminile italiano più basso
della media europea sopratutto al centro e
al sud, crede che il coaching sia un ambito di
sviluppo professionale in cui le donne possono
trovare opportunità concrete di autonomia e
realizzazione professionale?
Tra i coach le donne sono in netta prevalenza, circa il 60%,
anche ai vertici dell’International Coach Federation Italia. Il
mercato è ancora in crescita in Italia. Nel mondo i coach
ICF sono circa 32mila presenti in 138 paesi.
Di recente ha pubblicato un libro
“L’onda del coaching” edito da Piccin,
in cui racconta e spiega moltissimi aspetti
di questo affascinante mestiere.
Cosa consiglierebbe da coach a una delle
tante giovani senza lavoro o che vive un
momento di diffi coltà e disorientamento?
Da coach farei delle domande per aiutare a fare chiarez-
za, tra i tanti aspetti che riguardano un ri-orientamento. Ad
esempio: che cosa ti piace fare? In quale contesto ti pia-
cerebbe lavorare per stare bene? (Area degli interessi); Di
che cosa hai bisogno per provare soddisfazione e sentirti
realizzata? (Area delle Motivazioni); In quali attività riesci
meglio senza fatica? (Area dei Talenti); In che cosa credi
profondamente? Che cosa è veramente importante per te?
(Valori); Dove vuoi arrivare? Quale meta vuoi raggiungere?
(Aspettative, progettualità). Si tratta di stimolare prima di
tutto buone risposte per sviluppare consapevolezza di sé.
Poi si esplorano possibili vie d’azione, realistiche, costruire
un progetto lavorativo o professionale.?
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