Numero 4 del 2006
E ora scendiamo in campo noi
Testi pagina 23
noidonne aprile 2006 23
Finanza: conoscere per capire
le domande delle lettrici
Imiei genitori riuscivano a mettere ogni anno qualchesoldo da parte e lo investivano in Buoni Postali, che
hanno sempre reso qualcosa. Ora vi chiedo: è ancora attua-
le questa forma di risparmio, o c'è di meglio?
Anna (Ciampino)
Cara Anna, non rientra nei nostri compiti dare consigli di
investimento, ma l'argomento è interessante e cercheremo
comunque di darti una risposta. In effetti il risparmio posta-
le è stata una colonna portante del sistema italiano negli
anni del dopoguerra, ma aveva cominciato a diventare un
po' fuori moda negli anni '80, perché altre forme di risparmio
sembravano rendere effettivamente di più. Oggi invece le
Poste si sono molto rinnovate nelle loro proposte, pur mante-
nendo alcune caratteristiche importanti per il piccolo rispar-
miatore: anzitutto si possono investire anche piccole somme
di volta in volta, con costi bassissimi di commissione. Inoltre
spesso capitale e interesse sono garantiti. Non sempre però:
alcune iniziative, anche se teoricamente corrette, sono un po'
discutibili. Segnaliamo come ben congegnata la proposta
delle Poste relativa ai Buoni Fruttiferi indicizzati (agganciati
ai prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati),
serie I2, emessa in questi giorni, che ha un taglio minimo di
soli 250 euro. Il capitale si rivaluta costantemente seguendo
l'inflazione; fruttano inoltre interessi annui dello 0,15% lordo
i primi quattro anni, poi dello 0,50% per cinque anni e infine
dell'1,4% il decimo anno. Il rendimento reale a scadenza,
ovvero depurato dalla perdita del potere d'acquisto, è quindi
mediamene lo 0,45%. Con l'inflazione al 2% ciò si traduce in
un 2,5% nominale l'anno. Se poi l'inflazione dovesse modifi-
carsi fortemente nei prossimi anni, o comunque il rendimento
non fosse più interessante, si possono rivendere in qualsiasi
momento senza perderci nulla. Mica male con i tempi che
corrono. Altre proposte delle Poste Italiane ci sembrano meno
interessanti, a anzi talvolta sconsigliabili.
I TERMINI DELLA FINANZA
AGGIOTAGGIO Operazione illegale effettuata tramite la
diffusione di notizie false per provocare artificiosamente un
rialzo o un ribasso delle quotazioni di borsa e approfittare
delle variazioni di valore delle azioni a scapito della traspa-
renza del mercato.
BOLLA SPECULATIVA Situazione di mercato non reali-
stica, derivata dal fatto che per motivi di solito non giustifi-
cati e del tutto irrazionali (voci, sensazioni, speranze, ecc.)
una gran parte degli investitori si butta ad acquistare titoli
nella presunzione che il mercato debba continuamente salire.
Anche se inizialmente l'andamento dei titoli effettivamente
ha forti sbalzi positivi, causati dal continuo alimentarsi della
domanda, improvvisamente le bolle speculative esplodono
facendo crollare il valore dei titoli a livelli spesso inferiori al
loro valore iniziale.
CONSOB "Commissione Nazionale per le Società e la
Borsa": è l'autorità di regolamentazione e vigilanza del mer-
cato mobiliare a tutela del pubblico risparmio istituita nel
1974. Con la privatizzazione dei mercati la vigilanza di
"primo livello" sulle contrattazioni azionarie è passata alla
Borsa SpA, ma la Consob conserva la supervisione, cioè la
vigilanza di "secondo livello", e poteri regolamentari in mate-
ria di Opa, informativa societaria, ammissione alla quota-
zione in Borsa.
Paolo Glaviano
Agenzia di Stampa ActionNews
www.actionnews.it redazione@noidonne.org
Dopo quasi due anni si conclude nei prossimi giorni a Milano, con un Convegno di disseminazione
dei risultati, il Progetto "Artemisia. Rete di imprenditrici artigiane per la parità", presentato da
Confartigianato Donne Impresa a valere sui fondi della Legge n.125/91.
Il progetto è nato in relazione sia della constatazione di una carenza delle donne ai vertici delle orga-
nizzazioni imprenditoriali e della quasi assenza di modelli, strumenti e percorsi di valorizzazione delle competenze femminili nel mondo
associativo. Nell'ambito del "sistema Confartigianato", che attualmente associa 520 mila imprese, le aziende condotte da donne sono
80.000, rappresentando circa il 15,5% delle imprese associate. Per contro, la presenza nei vertici di governo dell' Organizzazione è quan-
to mai esigua e comunque speculare a quanto accade in politica dove la presenza femminile nelle istituzioni appare ancora general-
mente poco consistenti con differenze notevoli tra contesti geografici ed istituzionali, fra Centro Nord e Centro Sud, nonché fra governi
locali ed assemblee nazionali. Spesso si è parlato di una sorta di indecisione, quasi di ritrosia delle donne ad impegnarsi nell'arena della
politica e della rappresentanza: tesi ripresa in tempi recentissimi dal premier Berlusconi che non ha mancato di sottolineare la difficol-
tà di far entrare nelle liste della Casa delle Libertà donne preparate ma indecise in quanto impegnate sul fronte della famiglia.
Per contro da una indagine condotta attraverso Artemisia, nell'universo associativo di Confartigianato, è invece risultato che il 55,2%
considera la possibilità di impegnarsi nel campo della rappresentanza una opportunità importante ed il 30% una maniera per bilan-
ciare il peso evidente, a livello decisionale e gestionale, della presenza maschile ai vertici delle organizzazioni. L'impegno e la costanza
dimostrato dalle partecipanti al progetto dimostrano l'importanza di percorsi di formazione che possano offrire strumenti per misurare
ed enfatizzare le proprie capacità di cimentarsi in un campo che è da sempre dominato da modelli al maschile, portando nella rappre-
sentanza non solo le richieste dell'universo femminile ma tracciando anche un nuovo modello di rappresentanza .
Le donne sono pronte ad entrare nell'arena politica: ma il punto di snodo resta sempre quello dello spazio che la società vuole dare alla
rappresentanza al femminile.
Le donne dicono “si” alla rappresentanza: se c’è spazio!