Numero 5 del 2014
Europee, come e perché?
Testi pagina 23
21Maggio 2014
controlla, igienizza, ordina e produ-
ce nuovi oggetti da vendere all’in-
grosso o al dettaglio. “L’obiettivo è
mettere in contatto quello che viene
intercettato nei centri di raccolta e
il mercato, attraverso una gestione
efficace e trasparente”. Durante l’in-
contro in Provincia è emerso quanto
ci sia ancora da fare partendo dalla
sistematizzazione delle esperienze.
Urge anche una legge che ancora
non c’è. Non esiste infatti una nor-
mativa certa che regoli il funzio-
namento del riutilizzo sia a livello
europeo che nazionale, e questa
mancanza condiziona fortemente lo
sviluppo del settore, secondo Maya
Battisti, che aggiunge un altro dato
critico “L’alternanza dei politici e dei governi ha reso
molto difficile riuscire a portare a
compimento i progetti, trovandoci
sempre di fronte a nuovi interlocu-
tori. È molto importante una certa
continuità istituzionale per le no-
stre attività”.
Che l’usato sia un settore su cui la
politica dovrebbe investire lo dico-
no i dati. Complice la crisi econo-
mica, sempre più italiani fanno ac-
quisti nei negozi dedicati all’usato:
ben 3.283 sul territorio nazionale,
di cui 430 solo nel Lazio. Secondo
i dati forniti dall’Occhio del Riciclo-
ne, a questi si devono aggiungere
le 2.444 microimprese dell’usato di
cui 1.886 composte da ambulanti
realizzanti oltre il 50% del fatturato
del settore. Roma, inoltre, si conferma la città con la
maggiore presenza di mercati dell’usato come Porta
Portese o il Mercatino Franchising ma mancano total-
mente delle cooperative organiz-
zate presenti invece in Nord Italia o
in Europa. La possibilità di istituire
centri come quello in sperimentazio-
ne con il progetto PRISCA va esat-
tamente in questa direzione, nell’ot-
tica di rendere la vita più semplice
anche a questi commercianti. “Il
cliente all’ingrosso per eccellenza
di un centro di recupero è il settore
dell’usato, che è composto da rigat-
tieri, ambulanti, negozi conto terzi, e
molti venditori informali. Spesso un
grosso problema è proprio la trac-
ciabilità delle merci: acquistandole
in un centro come quello di Vicenza,
questi venditori potrebbero emer-
gere dall’informalità”.
Dal 2005, alla Onlus si è aggiunta la cooperativa Oc-
chio del Riciclone, spin-off dell’associazione, che pro-
duce le borse della linea belt-bage, realizza accessori
e oggetti, sempre con materiali di scarto, lavorando
su commissione di aziende profit e no-profit. La Pre-
sidente è Francesca Patania, geologa siciliana, con
una passione per la moda che rispetta l’ambiente.
“Inizialmente utilizzavamo abiti usati, ovvero scarti
post-consumo. Poi abbiamo capito che, mentre gli
abiti usati hanno già i loro canali di riciclo, gli scarti
pre-consumo finirebbero in discarica, non avendo un
canale di riutilizzo. Per fare un esempio, le nostre bor-
se sono fatte con le cinghie delle auto che noi stessi
andiamo a recuperare negli sfasci”.
Non solo borse, ma anche merchandising per le
aziende. “Per le aziende no profit produciamo mer-
chandising che vendono sul sito per le campagne di
fundraising. Le aziende profit invece ci chiedono arti-
coli per clienti e dipendenti”. Tra le attività anche corsi
di formazione sul riciclo e riutilizzo nelle scuole e in
alcune aziende che vogliono dare nuove competenze
ai lavoratori. b