Numero 4 del 2006
E ora scendiamo in campo noi
Testi pagina 21
Pioggia di applausi e complimenti agogò per il Laboratorio teatrale Le
Nereidi che il 13 marzo ha debuttato nel
grande teatro della casa circondariale
di Cavadonna. Applausi scroscianti a
scena aperta anche per le repliche nei
due teatri cittadini. “Luna sorniona” è
un atto unico interpretato da dieci
donne terribili e mattacchione che, fra
gags, strilli, filippiche e gorgheggi, ani-
mano la commedia prendendo in giro il
potere, il patriarcato e anche se stesse.
“Adesso - spiega la presidente Raffaella
Mauceri - la nostra associazione è come
una medaglia, da una parte il Centro
antiviolenza Le Nereidi (tel. 0931
492383) che tutti conoscono da anni,
dall'altra il laboratorio che è un teatro
militante, un teatro che ci serve per
divulgare i nostri messaggi contro la
violenza alle donne, in una forma più
diretta, più efficace e più creativa. Se fin
dall'esordio ci siamo presentate con un
taglio assolutamente professionale e
non come dilettanti allo sbaraglio, que-
sto lo dobbiamo alla nostra meraviglio-
sa regista Gloria Catizone e al fantasti-
co scenografo Antonio Spinoccia. Siamo
il primo centro antiviolenza d'Italia ad
aver prodotto un laboratorio teatrale
che ci consente di bilanciare il carico di
sofferenza che ci portano le nostre uten-
ti, ma è un'ulteriore occasione per raf-
forzare i nostri rapporti”. “Non avevo
mai visto uno spettacolo che riuscisse a
coniugare così mirabilmente il femmini-
smo con la femminilità” ha detto la
direttrice del carcere, dott. Angela
Gianì, entusiasta e divertita.
Nei paesi industrializzati l'uso dei detergenti ha assunto una rilevanza enorme se
ci riferiamo allo smaltimento delle sostanze impiegate ed al mantenimento dell'e-
quilibrio ambientale. Si stima un consumo pro capite di 25-30 kg per anno di pro-
dotti per la pulizia e l'igiene, sia personale che per usi collettivi ed industriali.
Questi prodotti, di composizione chimica complessa e di non sempre facile elimi-
nazione, spesso necessitano di tempi lunghi di assorbimento che comportano un
progressivo accumulo del carico che l'ecosistema non ha la capacità di riequili-
brare. L'industria della detergenza, sotto la spinta di modifiche legislative nazio-
nali ed europee rivendicate con insistenza da un'opinione pubblica sempre più sen-
sibile ai temi ecologici e del rispetto dell'ambiente, in questi ultimi anni si è trova-
ta costretta dal mercato a spingersi di più verso l'innovazione e la ricerca di nuovi
prodotti più biodegradabili ed eco-compatibili. La sensazione che abbiamo è che
però, rispetto alle possibilità che il progresso tecnico-scientifico può mettere a dis-
posizione per la creazione di prodotti altamente eco-compatibili, da parte dei pro-
duttori ci siano generalmente atteggiamenti basati più sull'utilitarismo aziendale
spicciolo, applicando la formula del minimo indispensabile e cioè dell'applicazio-
ne delle normative e dei regolamenti al livello minimo consentito. E' il caso della
percentuale minima di BIODEGRADABILITA' al 90% nel periodo di 28 giorni,
quando sarebbe possibile migliorare questa percentuale riducendo, inoltre, sensibilmente il periodo. Ci sono in commer-
cio detersivi con il 98 % e con tempi di ore e non di decine giorni. Come sappiamo, la biodegradabilità è rappresentata
dall'attitudine di un composto chimico ad essere trasformato e ridotto in modo irreversibile dai microrganismi naturali
presenti nell'ambiente in componenti più semplici e tali da riessere immessi nei cicli naturali. Quindi, più è elevata la per-
centuale di bidegradabilità di un composto e minore è il tempo di trasformazione necessario, maggiore è la sua eco-com-
patibilità. Recentemente (8 Ottobre 2005) l'Italia ha adottato il regolamento CE n. 648 del Consiglio del 31 Marzo 2004
relativo ai detergenti, che tratta in particolare di disposizioni in materia di biodegradabilità. Per quello che attiene l'eti-
chettatura, la nuova normativa introduce delle disposizioni atte a renderla più completa, ma pensiamo che comunque,
purtroppo, anche con le nuove disposizioni, il consumatore non possa ancora essere in grado di avere una seria valuta-
zione ambientale del prodotto perché nulla è cambiato da questo punto di vista. Per un consumatore sensibile alle tema-
tiche ambientali, l'unica possibilità di avere informazioni in tal senso è quella, secondo noi, di giudicare l'Azienda pro-
duttrice stessa e quanto questa sia "attenta" all'argomento. Questo tipo di valutazione potrebbe essere facilitata se venis-
se data la possibilità alle aziende di apporre nelle etichette anche i "loghi" delle certificazioni di cui esse disponessero,
relative sia ai prodotti che ai processi produttivi. Infine, evidenziamo una perplessità su quale sarà il comportamento
delle aziende produttrici di detersivi, ossia se questa normativa potrà consentire, con più facilità e chiarezza, un com-
portamento più volte dichiarato - purtroppo solo a parole - da parte dei produttori di maggiore sensibilità verso la tute-
la ambientale. Il nostro augurio è che le aziende si adeguino presto ai nuovi standards produttivi, perché l'ambiente è
una ricchezza che non ha prezzo e di cui debbono godere tutti i cittadini.
Viola Conti, Federconsumatori
noidonne aprile 2006 21
Biodegradabilità:
a che punto siamo?
Risate e applausi in carcere
Siracusa
debutto del “Laboratorio teatra-
le Le Nereidi” con il trionfo della
“Luna sorniona”