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Numero 9 del 2016

Viva la scuola


Foto: Viva la scuola
PAGINA 21

Testi pagina 21

19Settembre 2016
cativo. Capire insieme obiettivi e bisogni: insieme dobbiamo
raggiungerli, a scuola, ma anche a casa dove i processi di
imitazione sono altrettanto significativi. A volte vedo bambini
e bambine piene di paure, di ansie da prestazione, in un con-
fronto continuo che li mette in competizione fra loro. Dobbiamo
imparare a gestire queste dinamiche, migliorare, senza tirarci
indietro rispetto alle relazioni e ai bisogni educativi.
Attingere alle tante belle esperienze che ci sono, anche in altre
realtà come la nostra, dove si fa formazione interna alla scuola,
con genitori e docenti insieme, con psicologi e counselor, tro-
vando spazi e tempi pacati, morbidi, in cui genitori e figli lavo-
rano insieme in un percorso che porta a condividere emozioni
e all’instaurarsi di un dialogo più profondo.
Noi insegnanti spesso siamo focalizzati al compito, a finire il
programma, così poi abbiamo la coscienza a posto, ma noi
dobbiamo formare gli uomini e le donne del domani. Dalla mia
candidatura al Global Teacher Prize ho visto che basta poco
per vedere il bicchiere mezzo pieno: ci sono tante insegnanti
che ci credono. Insieme si possono fare molte cose belle, fa-
cendo rete. ?
segnante, non come un lavoro “normale”, ma come modo di
essere, vuole regalare una parte di sé, curare e veder cre-
scere le piantine, vedere queste piantine fiorire e dare frutti
che sono a loro volta dei doni per tutti. Questo è uno dei
lavori più belli e ha a che fare con la reciprocità. Anche noi
insegnanti facciamo progressi grazie a chi “impara”, lo scam-
bio vicendevole ci aiuta a costruire insieme una didattica su
misura, perché non possiamo mettere, o far mettere, un ve-
stito che non ci è proprio. Non parlo di una didattica invasiva
seduti al banco, ma di una didattica in cui ad esempio, per
costruire il tg della scuola, ci sarà qualcuno che farà il came-
raman, qualcuno che scriverà i titoli, qualcuno che preparerà
il ciak, qualcuno che penserà alla colonna sonora, e così via.
Solo sperimentando fin da subito le forme lavorative possia-
mo tirar fuori la gioia di dimostrare cosa vogliamo fare, cosa
sappiamo fare.
Ho parlato con dei ragazzi di altre città e alcuni mi hanno
chiesto: perché non possiamo fare anche noi percorsi così?
Questa è la denuncia dei ragazzi: insegnanti che non sorrido-
no, che non si mettono in gioco; non va bene il nostro modo
stantio, fermo, apatico; cosa tra-
smettiamo?
I ragazzi hanno bisogno di un tem-
po tranquillo, dove sentirsi accolti,
sostenuti nei loro bisogni, nelle loro
diversità, nei loro desideri indivi-
duali.
Quando parla di formazione per
genitori e insegnanti, cosa ha in
mente in particolare?
La cosa che funziona tantissimo
secondo me (sia come percorso
personale che professionale) è
creare una alleanza scuola e fa-
miglia per tracciare insieme un
percorso educativo, un patto edu-
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