Numero 4 del 2006
E ora scendiamo in campo noi
Testi pagina 20
aprile 2006 noidonne20
La reintroduzione improvvisa e senza "pensiero aggiun-
to", a puro scopo di potere e di distruzione dell'altro, di una
legge elettorale proporzionale per giunta corredata di
norme che limitano più che nel passato ogni possibilità di
voto di preferenza sta devastando ogni spazio di autentici-
tà politica: quell'autenticità che permette ad ogni persona
di riflettere, dibattere, scegliere, prima che tra programmi,
tra stili politici, visioni delle cose e del futuro.
Al panorama politico italiano viene imposta in tutta fret-
ta una ristrutturazione strumentale che non riesce, nelle
convulsioni del momento, ad essere ripensamento di
forme, fisionomie, linguaggi e perfino simboli.
Ed è in questo quadro, davvero nebbioso, che si colloca
ora la lotta di tante donne perché cada il muro dell'esclu-
sione dalla piena responsabilità politica: una lotta non
certo invisibile, dato che ha saputo riempire le piazze di
recente, e dirigere anche tanti uomini verso un'affermazio-
ne di laicità e di modernità nelle questioni più intime e per-
ciò più radicali della vita.
Si conferma, se ce n'era bisogno, che in Italia quel muro
non può cadere senza la creazione di uno spazio per una
profonda e radicale libertà di pensare,, capace di sanare
l'asservimento del pensiero al mercato dell'opinione di
stampo televisivo-intrattenitivo, la sua frantumazione deli-
berata negli assetti educativi, la sua profonda corruzione
attraverso la banalizzazione della guerra e attraverso il pri-
mato di quel fantasma di ricchezza che sostituisce l'oriz-
zonte del lavoro umano e del pensiero economico con il
gioco finanziario più irresponsabile.
Uno spazio tra donne e uomini. Un colloquio ricreatore
del linguaggio politico e delle forme politiche attraverso
l'affermazione visibile della loro necessaria convivenza, e
della necessaria civilizzazione, finalmente, della medesima.
Per produrre quello spazio e quel colloquio e l'avvio di
quella civilizzazione avevamo chiesto la parità tra eletti ed
elette, come shock indispensabile a un paese addormenta-
to e regredito. Poi abbiamo chiesto donne in testa a tutte
le liste. Non era una rivendicazione di parte e nemmeno
una fiammata estremista volta a stupire: era la percezione
che non ci fosse altra strada per ridare vita all'organizzarsi
e all'associarsi della vita politica.
Ora guardiamo alla confusione con cui quell'associarsi e
quel riorganizzarsi sta avvenendo: senza idee, con paura e
quindi con prepotenza, che si tratti di tentare la nascita di
un nuovi partiti di centro-sinistra o di nuovi partiti di sini-
stra.
Guardiamo alla guerra delle candidature, guerra tra
uomini con la partecipazione subalterna di alcune donne.
Una guerra miserabilista, dove a menare i fendenti più effi-
caci non possono essere che i/le peggiori, in una realtà
sociale nella quale la politica è carriera e lavoro fisso, come
quello di un prete o di un carabiniere, in un mare di preca-
rietà angosciosa.
Perciò non ci asterremo: né dal continuare a formulare e
a comunicare pensiero politico, né a analizzare, giudicare,
sorvegliare questa fase politico-elettorale che si sta avvian-
do così povera di speranza e di capacità di coinvolgimento.
Ribadendo che, questa volta, senza le donne non nascerà
nulla di degno d'essere chiamato partito, coalizione o
governo.
Offrendo la nostra vicinanza alle donne che si battono
per ideali simili ai nostri, che si rivolgono anche alle donne,
che intendono praticare la rappresentanza democratica per
promuovere altre rappresentanze democratiche di donne,
altra partecipazione di donne, una moltiplicazione di figu-
re femminili capaci di politica nel senso dell'arte della con-
vivenza tra donne e uomini.
Noi conosciamo per nome, cognome, volto e voce molte
donne degne di fare questa politica. Per lo più ne sono
escluse. Ma noi le conosciamo.
Noi parleremo, per tutta la campagna elettorale.
Parleremo per offrire contributi e respiro. Parleremo per
denunciare ogni forma di irresponsabilità e di violenza con-
tro il diritto al pensiero, all'agire, alla politica che le donne
si sono conquistate.
Il 25 marzo a Roma su questa piattaforma si è
tenuto un incontro. Per adesioni e informazioni:
cciddonne@tiscali.it - udinazionale@tin.it
tel. 06 6865884
50e50ilpaesechecisarà
Udi Nazionale
Roma,
cinema 'fuori confini'
Torna il RIFF (Roma Independent Film Festival) dal 7 al
14 aprile. Questa quinta edizione è caratterizzata
dalla forte attenzione al cinema indipendente di "fuori
confine", con rassegne dedicate a Norvegia, Canada,
Spagna, Francia e Ungheria, per le quali sono previste
serate evento. L'evento, organizzato con il sostegno
dell'Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di
Roma, del Ministero dei Beni Culturali - DGC e
dell'Assessorato alla Cultura, Spettacolo, Sport e
Turismo della Regione Lazio, prevede anche una gior-
nata dedicata ai Diritti Umani, con la proiezione di
brevi documentari di alcune ONG e Onlus, tra le quali
Medici senza Frontiere, Terres des Hommes ed il
Consiglio Italiano Rifugiati, sul tema dei diritti violati
delle donne e dei bambini nel mondo. A seguire, la
proiezione di un documentario, seguito da un dibatti-
to, selezionato in collaborazione con il Festival
Internazionale sui Diritti Umani di Ginevra, per il
secondo anno consecutivo a Roma.