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Numero 4 del 2006

E ora scendiamo in campo noi


Foto: E ora scendiamo in campo noi
PAGINA 17

Testi pagina 17

noidonne aprile 2006 17
"Il ricovero in Istituto deve essere
superato entro il 31 dicembre 2006
mediante affidamento ad una famiglia
e, ove ciò non sia possibile, mediante
inserimento in comunità di tipo familia-
re caratterizzate da organizzazioni e da
rapporti interpersonali analoghi a quel-
li di una famiglia". Così la legge
49/2001 all'art.2 comma 3 dice la paro-
la fine alle realtà degli istituti che accol-
gono i minori, tema sconosciuto alla
maggior parte della gente nonostante
manchino pochi mesi all'attuazione del
disposto legislativo soprattutto per la
totale disinformazione da parte dei
media. Intervistiamo la Dr.ssa Elisa
Santi dell'Associazione Amici dei
Bambini, Sezione Emilia Romagna.
Che cosa è l'AI.Bi ?
E' una associazione non governativa
di volontariato creata da un movimen-
to di famiglie che avendo accolto un
bambino tramite l'adozione o in tempo-
ranea difficoltà familiare con l'affido
hanno deciso di mettersi al servizio dei
bambini in difficoltà, ovunque essi
vivano. E' sorta nel 1986 e opera sia in
Italia (a livello nazionale e regionale)
che all'estero dove ha 18 sedi (Bosnia
Erzegovina, Kosovo, Albania,Bulgaria,
Romania, Moldavia, Russia,Ucraina,
Marocco, Brasile, Bolivia, Colombia,
Perù, Sri Lanka) e si pone l'arduo obiet-
tivo di tutelare, in ogni parte del
mondo, il diritto di ogni bambino a
essere figlio. Molti sono i riconoscimenti
ricevuti dalle Istituzioni per l'attività
svolta in Italia ed all'estero. Il suo sito è
www.aibi.it.
L'Associazione si sta occupando al
momento del futuro dei minori in
Italia, in previsione del l'attuazione
della legge 149/2001. Quanti sono i
bambini interessati?
Si pensa che il problema dell'abban-
dono minorile riguardi solo i Paesi pove-
ri e quindi, tutti impegnati ad osservare
e a capire quello che accade nel mondo,
ci dimentichiamo di quanto avviene in
casa nostra o forse vogliamo ignorare
una realtà. del nostro paese. Solo in
Italia oltre 23mila minori (dati della
Commissione Parlamentare per
l'Infanzia, 27/7/04) vivono fuori dalla
propria famiglia, accolti in istituti,
comunità educative di accoglienza,
comunità familiari. Il problema dei
minori collocati fuori dalla famiglia è
serio e reale riguarda tutta l'Italia, dalle
regioni del Nord a quelle del Sud, con
una maggior concentrazione proprio in
quest'ultima area, dove le statistiche
dicono che i minori fuori dalla famiglia
sono in misura maggiore e le famiglie
affidatarie in numero inferiore. Si tratta
di minori "abbandonati" o in difficoltà
familiare per i quali la famiglia non è
più il luogo dove possano essere amati,
educati e mantenuti nella maniera
adatta e per i quali si aprono le porte
degli istituti.
La legge ha una buona finalità:
chiudere gli istituti, ma quale sarà il
futuro dei bambini?
E' vero, l'istituzionalizzazione, cultu-
ralmente accettata, non è una risposta
adeguata alla situazione di abbandono
del minore. L'istituto garantisce l'acco-
glienza, rispondendo ai bisogni mate-
riali del minore ma non a quelli emozio-
nali e affettivi; la presenza di educatori
e persone che si prendono cura di loro è
garantita; tuttavia, il rapporto "inter-
mittente" (dei turni di lavoro tipici delle
strutture residenziali) fa sì che le figure
di attaccamento siano alternativamen-
te presenti e assenti. Fondamentale è
partire dal presupposto che ogni bambi-
no ha diritto ad essere figlio, ha il dirit-
to di poter contare su una relazione sta-
bile che lo faccia sentire amato e possa
crescere in modo adeguato. E' ovvio che
la semplice "assistenza" e la conseguen-
te impossibilità di riconoscersi figlio,
pone il bambino in una situazione di
grave carenza di relazione, di abuso e di
violazione di un importante diritto. Il
futuro di questi bambini è nelle mani di
tutti noi per il semplice fatto che ognu-
no di noi può fare qualcosa a diversi
livelli, ma con un'unica risposta: l'acco-
glienza. Tale risposta prende forme
diverse a seconda delle esigenze del
bambino e della disponibilità di ognuno
di noi ad accoglierlo nella propria vita.
Quali forme di accoglienza può dare
la società?
Le forme di questa risposta possono
essere tre, che coinvolgono in modo
diverso la società: il sostegno a distan-
za, l'affido familiare e l'adozione. Per
coloro che non se la sentono di adotta-
re o di prendere in affido un bambino,
c'è già il modo di accogliere con il cuore,
tramite un impegno o con delle risorse
economiche. Mi riferisco al "Sostegno a
Distanza", uno strumento di solidarietà
che se indirizzato alla giusta organizza-
zione, in veri progetti di sviluppo, può
contribuire decisamente a prevenire o a
risolvere la situazione di migliaia di
bambini abbandonati o in difficoltà
familiare. Il Sostegno a Distanza non è
uno strumento di cooperazione riserva-
to ai paesi in via di sviluppo: oramai
sono diversi i progetti di Sostegno a
Distanza avviati anche in Italia, pro-
prio in previsione della chiusura degli
istituti. L'affido è il dono gratuito e tota-
le del proprio amore ad un bambino che
vive un momento di difficoltà affinché
sia pronto a tornare il più presto possi-
bile nella propria famiglia. L'adozione è
la forma di sostegno più conosciuta.
Come sta operando l'AI.BI in previ-
sione della chiusura degli Istituti?
Noi stiamo lavorando affinché si
costruiscano case famiglie per l'acco-
glienza temporanea dei bambini abban-
donati, per un sostegno scolastico per i
minori che hanno lasciato la scuola, per
la destinazione, da parte delle istituzio-
ni, di appartamenti per ragazzi maggio-
renni che, una volta usciti dagli Istituti,
abbiano una casa e con l'aiuto di per-
sone preparate abbiamo un inserimento
sociale e lavorativo, per la formazione
di operatori qualificati e soprattutto
facciamo campagne di sensibilizzazio-
ne perché la gente sappia della prossi-
ma chiusura degli istituti e quindi si
informi della situazione degli istituti
nelle proprie città perché il futuro dei
bambini è incerto ed il rischio è che se
non trovano una famiglia che li accol-
ga, rientrino magari in famiglia con
enormi difficoltà relazionali.
In attesa di accoglienza
Bambini
a fine anno chiuderanno gli
Istituti che hanno custodito i
minori senza famiglia
Laura Serantoni
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