Numero 4 del 2006
E ora scendiamo in campo noi
Testi pagina 14
aprile 2006 noidonne14
Sono un po' appassionata di storiepersonali, quindi, prima di chiede-
re ad Anna Maria Mauro Pastorino,
presidente nazionale del CIF, notizie
circa le attività dell'associazione e
dei suoi obiettivi mi piace conoscere
qual è stato il suo personale cammi-
no e quali le motivazioni o le passio-
ni che l'hanno spinta a ricoprire l'in-
carico che occupa oggi.
Ho 72 anni, un'età che in parte rac-
conta già una storia. Il mio modo 'diver-
so' di guardare al mondo femminile lo
devo soprattutto a quattro donne: mia
madre che aveva frequentato nel 1915
la scuola per ragionieri - una vera ecce-
zione a quel tempo - e le sue tre sorelle
che erano altrettanto speciali. Una di
loro in particolare è stata la prima
donna libera docente di Ragioneria
applicata all'università. Ho frequentato
il Liceo "Andrea Doria" di Genova - allo-
ra uno dei più duri in Italia - e lì ho
cominciato a verificare che nei miei libri
di storia mancava qualcosa, la storia
socio-economica. I miei studi universi-
tari alla facoltà di Scienze Politiche di
Genova sono stati così una ricerca di
approfondimento di questi temi ed è
cresciuta in me sempre più anche una
passione per la partecipazione e la poli-
tica in generale. Con il matrimonio e la
famiglia ho dovuto fare una scelta: mio
marito era spesso in mare e per seguire i
miei tre figli ho preferito non lavorare e
dedicarmi completamente a loro.
Quando gli impegni familiari sono dimi-
nuiti ho ricominciato ad occuparmi di
politica. E proprio in quel periodo
(1975) conobbi il Centro Italiano
Femminile, associazione nella quale ho
ricoperto varie cariche: presidente
comunale e provinciale di Genova, poi
presidente regionale della Liguria ed ora
Presidente nazionale.
Negli anni Ottanta ho inoltre ricoper-
to l'incarico di presidente di una circo-
scrizione della mia città e il compito di
garante DC. L'incarico che oggi ricopro
l'ho accettato volentieri, pur se comples-
so. Si è trattato di un caso di 'fatalità',
direbbe un laico, o - direbbe un cristia-
no - di una 'Volontà' che non mi appar-
tiene. E ovviamente questa seconda ipo-
tesi non mi tranquillizza per niente, poi-
ché al carico di lavoro che comunque
un ruolo di dirigenza impone sento di
essere chiamata ad aggiungere qualcosa
di più. La fede in questo però mi è di
grande aiuto.
Qual è l'immagine della donna per la
vostra associazione e a quale donna
in particolare intende rivolgersi?
Il CIF si rivolge a tutte le donne, poi-
ché le loro storie, la loro Storia, ha uno
zoccolo duro di bisogni e problematiche
condivisi. Il CIF desidera aiutare le
donne ad inserirsi nella società in tutti i
settori a seconda delle proprie capacità
e a ricoprire ruoli più significativi nella
società civile. Siamo convinte che da un
lato le donne devono educarsi ad essere
cittadine consapevoli attraverso la
"scuola" della collaborazione partecipa-
tiva ai diversi livelli del sistema sociale
così che i partiti, le istituzioni diventino
luoghi familiari e di pratica della pro-
pria cittadinanza attiva. Dall'altro le
donne sono chiamate a sentire un senso
di responsabilità più profondo nei con-
fronti della società per le quali esse
devono farsi costruttrici di una visione
più "umana" e solidale. Esse sono chia-
mate ad esprimere quel "genio" che
tanto magistralmente Giovanni Paolo II
vide in loro anche per promuovere una
cultura nella quale la maternità ritorni
ad essere considerata dono e investi-
mento per l'intera collettività e non solo
un'"esigenza" personale, un fatto perso-
nale.
Sicuramente il CIF non pensa alle
donne come "categoria da essere salva-
guardata", così come emerso anche nel
recente confronto televisivo tra i due
candidati premier, tanto che la manca-
ta partecipazione alla vita politica
viene giustificata come "incapacità" da
parte delle donne di affrontare tale com-
pito o come la logica conseguenza
esclusivamente di una "mancanza di
regole".
I sessanta anni del CIF
Intervista Anna Maria Mauro Pastorino
Giovanna De Simone
LAVORI IN CORSO
Il progetto Oltre il tetto di cristallo, finanziato dal Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali, rientra negli obiettivi che il Cif promuove per la realiz-
zazione di pari opportunità tra donne e uomini in ambiti lavorativi, profes-
sionali e culturali, volti al raggiungimento di una democrazia paritaria in cui
sia pienamente riconosciuta la dignità della donna.
Il progetto è realizzato in collaborazione con la Cisl e le ACLI, e mira alla for-
mazione (tramite laboratorio formativo a carattere manageriale) di donne ad
elevato potenziale di carriera, con l'obiettivo di promuoverne la presenza nelle
posizioni che richiedono capacità decisionale. In particolare si rivolge a donne
occupate nel terzo settore e nelle organizzazioni sindacali, con compiti e
responsabilità dirigenziali, per favorirne percorsi apicali di carriera, nonché in
ruoli di rappresentanza. Il progetto pone particolare attenzione all'attività di
diffusione e a questo scopo è in corso l'organizzazione di un seminario di lan-
cio cui parteciperanno Savino Pezzotta per la Cisl, Luigi Bobba per le Acli e la
presidente nazionale CIF Anna Maria Mauro Pastorino.
Inoltre, nei prossimi mesi si avvierà anche un corso nazionale di Analisi del
fabbisogno e di progettazione formativa, mentre è in corso di svolgimento
il progetto IRIS (Integrare Risorse Implementare Solidarietà) che coinvolge le
sedi CIF di Reggio Calabria, Rovigo e Sassari.