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Numero 9 del 2016

Viva la scuola


Foto: Viva la scuola
PAGINA 11

Testi pagina 11

9Settembre 2016
Il fi lo verde
di Barbara Bruni
IL FUMO NUOCE ALLA SALUTE DEL MARE
Secondo uno studio condotto dall’Università iraniana
di Bushehr, i mozziconi di sigaretta sarebbero i
rifi uti più comuni che inquinano spiagge e mari: ne
vengono gettati nell’ambiente quasi 5mila miliardi
l’anno, in tutto il mondo. I metalli contenuti nei resti
di sigaretta, e nei fi ltri in particolare, sono grado di
entrare nella catena alimentare. Dalle analisi condotte
sui resti di sigaretta effettuati nel corso dell’estate,
si rileva che nei mozziconi è presente: cadmio, ferro,
arsenico, nichel, rame, zinco e manganese. Inoltre,
essendo i fi ltri delle sigarette composti di acetato di
cellulosa - come gli altri tipi di plastica - fanno da
mezzo di trasporto dei metalli negli ambienti marini, e
troppo spesso fi niscono negli stomaci dei pesci che li
ingeriscono.
ITALIA, LEADER EUROPEO NEL RICICLO
DEI RIFIUTI SPECIALI
L’Italia è al secondo posto in Europa per riciclaggio di
rifi uti speciali. Lo rende noto l’Ispra, l’istituto di ricerca
del Ministero dell’Ambiente.
Con il 75% di riciclo, il Belpaese è preceduto solo dalla
Slovenia (80,3%) e seguito dalla Germania (70%),
contro una media europea del 45,7%.
Tra il 2013 e il 2014, la produzione di questi rifi uti è
aumentata del 5%, arrivando a ben oltre i 130 milioni
di tonnellate (6 milioni di tonnellate in più, in un solo
anno). L’Italia importa più rifi uti speciali di quanti
ne esporta (6,2 milioni di tonnellate contro 3,1). E
nonostante il numero di discariche sia sceso da 404 a
392, la quantità di rifi uti conferiti è salita del 4,2%.
LA RACCOLTA DI SUGHERO AIUTA LE PIANTE
Il sughero è una materia preziosa che si estrae
separando la corteccia della quercia da sughero dal
suo tronco. Questo processo avviene solo nel trimestre
estivo e, oltre ad avere un valore economico per il
successivo riutilizzo, rigenera la pianta, poiché è
paragonabile alla “tosatura di una pecora”.
La decortica avviene solamente quando la linfa
emerge tra il fusto della pianta e la sua corteccia,
e a svolgere questo compito sono gli artigiani
specializzatidel nord Africa e del sud Europa.
120 GEOPARCHI NEL MONDO
Nikolas Zouros, Presidente della Rete Mondiale dei
Geoparchi, annuncia che oggi il mondo può contare su
ben 120 Geoparchi. Dislocati in 33 Paesi, i Geoparchi
non solo tutelano la geologia del territorio, ma
operano anche nell’interesse di tutti quei siti culturali
che ne fanno parte, sviluppano nel territorio che li
ospita economia e turismo. Solo in Cina, ogni anno,
si contano circa 10 milioni di visitatori per singolo
Geoparco.
un consenso informato su eventuali
usi futuri dei campioni biologici?
Si deve ricordare che i dati genetici
sono da considerarsi ‘dati sensibili’
idonei a rivelare il nostro stato di salu-
te e destinati pertanto ad una prote-
zione particolare. Da qui la necessità
di un consenso libero e informato re-
lativo al trattamento di questi dati ma
anche alla loro destinazione. Si dovrà,
ad esempio, decidere se essi devo-
no restare assolutamente anonimi, e
quindi non si possa risalire all’identità
del donatore. In tal caso si avrà un ri-
spetto assoluto della privacy ma ci si
precluderà la possibilità di beneficiare
in futuro dei risultati delle ricerche,
privando di tale possibilità anche i fa-
miliari. Il nostro genoma infatti è con-
diviso dalla nostra famiglia, dai nostri
discendenti e collaterali ed è proprio
il suo aspetto ‘relazionale’ a suscitare
molti interrogativi di natura etica. La
decisione che assumeremo riguarde-
rà infatti non solo noi ma anche altri
soggetti in termini di etica della re-
sponsabilità. La scelta opposta di una
piena identificazione dei dati con-
sentirebbe un diritto di accesso alle
informazioni non solo a noi ma anche
ai nostri familiari - che resterrebbero
ovviamente liberi di fruire o meno di
tale possibilità, avvalendosi, ad esem-
pio, del loro‘diritto di non sapere’.
A fronte di tali opzioni, è prevista la
possibilità di un modello fl essibile di
consenso informato che permetta
forme parziali di anonimato ma anche
di identifi cabilità. Ma un’altra decisio-
ne importante riguarda la destinazio-
ne dei dati alle ricerche. Potremmo
scegliere se dare un consenso limita-
to ad uno specifico tipo di indagine o
ampliato fino a comprendere ricerche
non ancora del tutto prevedibili ma
che potrebbero rivelarsi fruttuose.
Lo statuto del genoma umano è in-
fatti valutabile a tre livelli: individua-
le, familiare, universale e per questo
l’Unesco lo ha defi nito “patrimonio
dell’umanità’, sia per sottrarlo ad
ogni tentativo di commercializzazio-
ne, sia per sottolineare la necessità
di rispettarlo anche a benefi cio delle
generazioni future. La ‘relazionalità’
dei dati genetici comporta quindi un
forte riferimento alla solidarietà e alla
valenza morale della donazione del
materiale biologico, un bene prezioso
che, oltre a dare un contributo alla ri-
cerca, è anche un’assicurazione per il
futuro dei nostri figli e nipoti. L’atten-
zione alla persona nella sua individua-
lità, il rispetto della sua idea di salute
e di ‘vita buona’, oltre a comportare
un mutamento profondo nel sistema
sanitario, si richiama ad un’etica della
‘cura’ fondata su un ‘patto di fiducia’
come modello cui la medicina do-
vrebbe ispirarsi.
Come si vede, viviamo ormai in una
“repubblica delle scelte” che, gra-
zie alle rivoluzioni scientifiche e tec-
nologiche, rende possibili decisioni
individuali e collettive in situazioni
dominate in precedenza dal caso o
dalla necessità. In tal senso l’enorme
potenziale dischiuso dalla genetica
porta con sé sfide di carattere etico,
giuridico e sociale che dovremmo già
da ora attrezzarci ad affrontare.
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