Numero 3 del 2014
Il mio, il nostro, il loro 8 Marzo
Testi pagina 35
29Marzo 2013
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oggi nel parlamento di Zagabria. L’Unione Europea, di cui la
Croazia è paese membro, non ha uffi cialmente commentato
i risultati di questo referendum. La Croazia si allinea, dun-
que, ai cinque Paese dell’Ue che hanno già una defi nizione
esclusivamente eterosessuale del matrimonio nelle rispettive
Costituzioni Lettonia, Lituania, Polonia, Ungheria e ulgaria ,
ponendosi contro corrente rispetto ad altri Stati europei che
hanno recentemente approvato il diritto al matrimonio per le
coppie dello stesso sesso (come ad esempio Francia e Re-
gno Unito . ppure, agabria aveva ottenuto il suo ingresso
nell’Unione grazie anche a una legge che vieta di discrimi-
nare le persone Lgbt, richiesta da Bruxelles durante i nego-
ziati di adesione. Famiglia e tradizione, queste sono le parole
d’ordine del gruppo conservatore “In nome della famiglia”,
legato alla Chiesa cattolica croata e sostenuto dalla destra
nazionalista, che è riuscito a raccogliere in poco tempo ol-
tre mila fi rme in difesa della sola unione che consenta
la procreazione” e che ha vinto il referendum, nonostante
una larga parte dei mass media e del mondo accademico,
appoggiando esponenti del governo e il Presidente della Re-
pubblica, avesse invitato i croati a non avallare alcuna forma
di discriminazione e di divisione tra famiglie di primo e se
condo grado.
Alcuni esperti hanno sollevato la questione di legittimità in
considerazione della quota bassa dei votanti. Poiché per
il referendum non è richiesto nessun quorum ma solo una
maggioranza semplice dei votanti, sarà diffi cile poter an
nullare la votazione. Tuttavia, la Corte costituzionale croata
ha spiegato che l’esito del referendum “non può in nessun
modo limitare uno sviluppo futuro della regolamentazione
legislativa delle unioni
civili tra le persone dello
stesso sesso”. Intanto il
Primo Ministro ha fatto
sapere che il suo gover-
no, a prescindere dal
dato referendario uscito
dalle urne, presenterà il
disegno di legge sulle
unioni civili tra le coppie
dello stesso sesso, pre-
vedendo che siano a loro garantiti tutti i diritti delle coppie
sposate, incluso quello di diventare custode legale del fi glio
biologico del partner ad eccezione dell’adozione dei mino
ri . Immediate le reazioni Si tratta di un modo per aggirare
l’esito del referendum, e contro la volontà popolare intro-
durre il diritto di azione alle coppie omosessuali”, ha detto
el a ar i , capo dell’organizzazione che ha promosso il
referendum. Il Ministro per la Famiglia, ilan a pa i , ha
subito replicato sostenendo che non ci sarà nessun passo
indietro. Il governo procederà con il disegno di legge. b
LA CHIESA CROATA
SCOMUNICA
IL SESSO INSEGNATO
A SCUOLA
C
hiesa e governo sono ai
ferri corti. A metà dicem-
bre 2013 è stata introdotta,
nell’ambito del programma
di educazione sanitaria, l’educa-
zione sessuale nelle scuole, decisione che ha sollevato le ire del
mondo cattolico croato. Il vescovo ausiliario della capitale, Mijo
Gors i, ha defi nito questa decisione presa dal governo come
“anti-croata e anti-cattolica”. D’ora in poi nelle scuole durante le
ore di lezione sessuale si parlerà di aborto, della necessità di av-
visare tutti i partner se si è affetti da malattie sessuali e di ado-
perare il profi lattico nei rapporti sessuali. i parlerà, inoltre, della
masturbazione come un atto che non fa male e si insegnerà che
l’omosessualità non è un comportamento “malato”. I parroci delle
centinaia di parrocchie sparse per il Paese hanno esortato i fedeli
a protestare contro l’educazione sessuale nelle scuole che, a loro
detta, fornisce una guida sul sesso e sul controllo delle gravidan-
ze e che defi nisce, appunto, l’omosessualità come un fenomeno
di minoranza ma assolutamente normale. Il clero ha proposto
una petizione di fi rme contro la frequenza scolastica alle lezioni
di educazione sessuale. Inoltre, grazie ad un accordo con la ca-
tena alimentare Konzum, capillarmente sparsa in tutto il Paese,
ha fatto stampare un pamphlet in cui suggerisce ai genitori i libri
da leggere per impartire una sana educazione ai propri fi gli. el
pamphlet si legge tra l’altro: “Genitori, voi forse desiderate che i
vostri fi gli imparino che se affetti da una malat-
tia sessuale devono usare il preservativo e avvi-
sare della stessa tutti i loro partner?”. Un mese
prima la Conferenza episcopale croata aveva
accusato il governo d’infrangere, con l’introdu-
zione dell’educazione sessuale nelle scuole,
il trattato Chiesa-Stato, violando altresì la Co-
stituzione che garantisce ai genitori il diritto di
educare liberamente i propri fi gli. Il cardinale
ozani in un incontro pubblico con i direttori
degli asili e delle scuole di Zagabria aveva detto che “contro la
volontà della maggioranza di chi opera nel settore dell’istruzione
si cerca d’introdurre forme educative che non sono in conformità
con la tradizione croata”. Durante un’omelia, lo stesso cardinale
aveva asserito che “a ragione i fedeli temono che con tale materia
si metta in forse la visione cristiana del mondo, perché spiana la
via a un’ideologia contraria al fatto che l’umanità è stata creata
come ‘uomo’ e ‘donna’ che procreano”. Per l’Associazione cattoli-
ca “Grozd”, lo Stato, con questo provvedimento, favorisce la pro-
paganda omosessuale nelle scuole e promuove concetti ambigui.
Il ministro ovanovi , Presidente di “Belgrade Forum for a World
of Equals”, ha prontamente ribattuto che lo scopo della materia
d’insegnamento è di “promuovere la non violenza, la parità dei
sessi e la tolleranza”.