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Numero 3 del 2014

Il mio, il nostro, il loro 8 Marzo


Foto: Il mio, il nostro, il loro 8 Marzo
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Testi pagina 13

11Marzo 2014
documentata personalmente al riguardo. Da quando ero
bambina, infatti, la ricordo solo come una festa priva di
qualsiasi significato e piena, invece, di venditori di mimo-
se agli angoli delle strade. Posso essere sincera? Penso
che sia un giorno come un altro. Abolirei la “festa del-
la donna” e non la rimpiazzerei certo con un altro gior-
no. Le donne fanno parte del genere umano, così come
gli uomini: non credo ci sia altro da aggiungere”. Monia
Schietroma che lavora nel mondo dello spettacolo come
ballerina e insegnante di s ing racconta diciamo che
fino ai anni era un modo per andare in giro con le
amiche nei locali, ma dopo poco guardandomi intorno
ho cominciato a notare la tristezza infinita di ueste
donne in li era uscita dalla vita uotidiana casalinga
Dunque, festeggerei l’8 marzo come commemorazione,
non con feste a tema”. Anna Maria
Recchia, architetta, vede così il pre-
sente e il passato donne bloccate in
una fabbrica, morte di lavoro, l’8 mar-
zo di qualche decennio fa...Abbiamo
fatto dei grandi passi avanti ma,
come una molla molto tirata, ora
siamo nella fase di ‘ritorno’. Bam-
boline, ridotte a puro
oggetto sessuale.
Personalmente, come
il giorno di an alentino, l’8 marzo evito
di uscire. Sarebbe bene scendere in piaz-
za quel giorno lì, ma oramai sono sco-
raggiata: la piazza non la vede più nes-
suno. Forse il simbolo potrebbe essere il
mattarello, la mimosa è commercio il
mattarello perch siamo, volere o volare,
sempre in azione”. Una data ammaccata,
ormai simbolo di un rituale capitalistico
fatto di uscite serali e venditori di mimo-
se. Ha dunque ancora senso festeggiare
questo 8 marzo Una risposta, quest’an-
no, viene dalle compagne spagnole, im-
pegnate ormai da qualche mese a manifestare contro il
disegno di legge presentato dal Ministro della Giustizia
Gallardòn che vorrebbe riportare le donne del suo paese
indietro di trent’anni, consentendo la possibilità di abor-
tire solo nei casi di stupro o
di gravi conseguenze per
la madre e il feto. Le donne
ovviamente non ci stanno e
contestano da subito e dura-
mente il decreto che legifera
sui loro corpi, di fatto abo-
lendo la libera scelta. Dopo
la “marea violeta” che ha
inondato Madrid sabato
primo febbraio, le spagnole
stanno continuando la loro protesta forte e creativa
con numerose iniziative, intese a ribadire e rivendicare la
proprietà esclusiva delle donne stes-
se sui propri corpi. Teresa Herede-
ro della rete Nosotras decidimos”
crede ancora che l’8 marzo sia una
data da ricordare. Credo che pro-
prio in questo momento storico sia
ancora più importante festeggiare la
giornata della donna. Grazie al fem-
minismo abbiamo ottenuto alcuni di-
ritti, ma dobbiamo fare ancora molta
strada perch si compia quella parità
effettiva che auspichiamo. L’8 marzo è
proprio il giorno in cui le donne di tutto
il mondo possono chiedere a gran voce
la parità in tutti gli ambiti della vita: salu-
te, lavoro, stipendio, il diritto di decidere
sul proprio corpo e il rifiuto di ualsiasi
violenza di genere. Continueremo a lotta-
re e quest’anno la festa della donna servirà
a difendere la Le rganica ’ per
la salute riproduttiva e l’aborto. Saremo in
piazza ancora una volta perch quello che
è già stato conquistato con grandi lotte ed energie non ci
venga strappato via”. Niente da festeggiare dunque, ma
molti motivi per continuare a partecipare, alzare la voce,
farsi sentire. ä
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