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Numero 3 del 2006

Libera di scegliere. Speciale 60 anni voto alle donne


Foto: Libera di scegliere. Speciale 60 anni voto alle donne
PAGINA 10

Testi pagina 10

noidonne marzo 2006
noidonne pag 10
Sulle manifestazioni di Napoli eMilano, la guerra dei numeri tra
stime "sindacali" e quelle della questura
è stata in tono minore, non perché i
numeri non contino, rispetto ad un
movimento che pare destinato solo a
crescere, ma semplicemente perché pare
non contino le donne che premono per
parlare alla politica.
Non contano per l'ormai ex ministro
Buttiglione che, seraficamente reietto
nel governo ed in Europa, sostiene che
rispetto alla metà della popolazione
"cosa vuoi che siano" anche tre o quat-
trocentomila donne.
Non contano per la grande stampa
nazionale che, pure avendo dato conto
di Milano con evidente ritardo, tace
sulle centomila di Napoli, non si attri-
buisce alcun dovere di cronaca "su un
fenomeno vetero-femminista".
Non contano per l'Unione che, pur
con ritrosia, parla dell'altro aspetto
legato alla rivendicazione del movimen-
to laico e cioè i PACS, pare completa-
mente muta su aborto/libertà femminili.
Dopo lo schiaffo del silenzio mediati-
co, ed anche della strumentalità della
stampa locale, tutta tesa ad individua-
re eventuali divisioni ed aspetti del tutto
accessori come la presenza "di persona-
lità del mondo politico", i commenti
sono colmi della consapevolezza di quel
che si sa: che la stampa non ama le
donne, quando parlano della "loro poli-
tica" e lo fanno fuori dalla "nicchia
familiare" nella quale una certa politica
si ostina ad "interpretarle".
E così il dopo l'11 febbraio a Napoli è
un forte atto d'accusa ai gran-
di media di tiratura nazionale,
e citando un comunicato, pub-
blicato anche sul sito di "uscia-
mo dal silenzio", di 194parole-
perlalibertà per un atteggia-
mento prevedibile di mancato
dovere di cronaca ed un'occa-
sione persa per tutti.
Ma questo non spegne la
gioia, l'orgoglio, il senso di una
nuova prospettiva, per essere
state in piazza in 100.000.
Non per tutte la stessa espe-
rienza, non per tutte la stessa
storia, ma per tutte dalle più giovani
alle più "storiche" un momento atteso,
come se tutte si stessero chiedendo con
impazienza QUANDO.
Ed il quando è arrivato: per Laura,
che gli anni '70 se li è fatti proprio tutti,
e che mentre interroga la sia memoria
per urlare uno slogan, si trova ad urlar-
ne di nuovi, troppo sfacciati che però le
piacciono. Il quando di Lidia, che negli
anni settanta non c'era, e che della sua
militanza mista del centro sociale porta
il suo striscione pieno
d'insulti per ministri e
clero, e che non ha mai
visto tante donne tutte
insieme nella sua città.
Il corteo di Napoli si
snoda nel sole regalato
ad una giornata straor-
dinaria: nessuna potrà
dimenticarla. Qualcuna
non sperava di poterla
vivere ancora col senti-
mento di aver nuova-
mente voltato pagina:
ancora una volta, in
una vita non è poco,
anche se le parole dovrà
scriverle con queste stra-
ne e da oggi meno sconosciute ragazze
del 2000.
Strane ragazze, che da disobbedienti
obbediscono alle altre perché finalmente
sanno che non le porteranno a parlare
linguaggi che non conoscono.
Chiara, che si avvicina ai trenta,
accaldata e timida nelle prime discus-
sioni del cartello, ora si muove tra tutte
come a casa sua "non fatemi salire sul
palco, sono iscritta a Rifondazione, lo
sanno tutti e non voglio creare equivo-
ci". È il suo modo di "tutelare" il movi-
mento che sente crescere, il suo modo di
esserci da donna.
Le sigle e le bandiere ci sono tutte, si
segnalano le "altre" appartenenze, ma
nessuna è stata lì per mandato, ma ha
portato il suo pezzo, partito o sindaca-
to che fosse, per costringerlo a mostrarsi
col volto di donna, con una capacità
inedita di laicità verso i "capi".
Laicità per donne, non è la stessa che
per lo più viene invocata nello scontro
politico e di piazza: è tutta ancora da
pronunciare, e non fa rima sicuramente
con la verbosità un po' libresca dei vec-
chi radicali. È laicità che fa rima con
AUTODETERMINAZIONE (la parola
che ha scelto l'Udi di Napoli per il suo
striscione) e che appassiona l'orgoglio
gay che nel corteo chiede a gran voce i
patti civili di convivenza. Le giovani dei
gruppi lesbici che fino al giorno prima
volevano andare a Roma, ed alle quali
il cartello aveva affidato il messaggio
d'augurio, non ce l'hanno fatta e hanno
voluto essere lì, nella loro città che l'11
febbraio sembra avere qualcosa di
magico.
Il gruppo "promotore", per nulla
ristretto, con cgil, uil, l'udi, le donne lai-
che di sinistra, Donnesudonne, collettivi
di ragazze, donne dei partiti associazio-
ni gay si è mosso con chi c'era al
momento e secondo le cose da fare,
nulla di burocratico. La fatica, tanta!
Nuove relazioni, meravigliose! Lo rac-
contavano gli sguardi ed i gesti di calda
consuetudine tra le donne che hanno
creduto ed hanno raccolto un'occasione
offerta da Milano e dalle sue 200.000 in
piazza, per essere 100.000 a Napoli,
vivendo fino in fondo il bisogno di esse-
Da Milano a Napoli, il movimento... c’è
Aborto, consultori e non solo
Stefania Cantatore
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