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Numero 3 del 2006

Libera di scegliere. Speciale 60 anni voto alle donne


Foto: Libera di scegliere. Speciale 60 anni voto alle donne
PAGINA 35

Testi pagina 35

noidonne marzo 2006
noidonne pag 35
Questi cinque anni di governo didestra hanno messo in ginocchio il
paese e hanno prodotto guasti nella vita
civile, sociale e democratica.
L'arretramento è particolarmente dram-
matico per le donne, in tutti gli aspetti
dell'esistenza quotidiana, dal lavoro
alla negazione di diritti individuali che
parevano ormai acquisiti.
Basti guardare i dati sul lavoro: pre-
cario (in questo campo le donne sono i
due terzi), sottopagato, difficile da otte-
nere soprattutto al rientro dopo una gra-
vidanza.
Le donne sono, inoltre, alle prese
anche con un attacco quasi sistematico
alle conquiste ottenute, con la negazio-
ne dei diritti individuali, l'appesanti-
mento della vita quotidiana per l'au-
mento del costo della vita e l'indeboli-
mento dei servizi causato dai tagli delle
risorse sociali ai Comuni, alle Province e
alle Regioni. Ma l'attacco più preoccu-
pante è quello contro la legge 194.
Ebbene, diciamolo chiaro: la 194 è una
buona legge e non si tocca.
E' una legge equilibrata, che tutta
l'Europa ci invidia, ma prima di tutto
una grande conquista per noi donne e
per la società civile in generale, che ha
consentito di battere la piaga dell'abor-
to clandestino nel nostro Paese.
Non dimentichiamo che nel mondo,
ogni anno, più di 500.000 donne muoio-
no di aborto: noi non vogliamo che
l'Italia torni indietro. Con la 194 gli
aborti sono diminuiti drasticamente e
possiamo dire che, se la legge ha retto
agli attacchi ripetuti cui è stata sotto-
posta, è perché nella pratica non ha
incentivato l'aborto, ma ha garantito
assistenza a chi ne ha avuto necessità e
si è affidata alla responsabilità delle
donne.
Ecco perché siamo convinte che la
Commissione d'inchiesta parlamentare
voluta dalla destra, così come l'attacco
all'utilizzo della pillola RU486, serva
soltanto a limitare la libertà dei cittadi-
ni e ad isolare le donne che si trovano di
fronte ad una scelta difficilissima come
quella di abortire.
Le nostre proposte, come
Democratiche di Sinistra e come coali-
zione che vuole governare, devono
garantire la piena applicazione della
legge, magari attualizzata tenendo
conto delle mutate situazioni, ma
comunque difesa con tutte le nostre
forze.
Contestualmente, chiediamoci cosa
possiamo fare per tutelare al meglio i
diritti delle persone, per attuare il pieno
riconoscimento del valore sociale della
maternità e della paternità, il diritto
alla procreazione e quello di ogni perso-
na a conciliare il tempo del lavoro con
quello della vita famigliare, sociale,
affettiva.
Ecco dunque alcune proposte:
1 - Sostenere e promuovere il lavoro
femminile, combattendo la precarietà e
la sottoccupazione, anche con politiche
di formazione e di conciliazione dei
tempi di vita e di lavoro. Si pensi che in
Emilia Romagna calano gli addetti dal
2004, mentre aumenta il lavoro atipico
che raggiunge quota 20 per cento, e che
su 1.846.000 occupati, soltanto
802.000 sono femmine. Le donne, inol-
tre, sono messe troppe volte davanti alla
scelta tra i figli e il lavoro: 150.000
donne italiane firmano in bianco al
momento dell'assunzione (in caso di
maternità) e per 70.000 si creano situa-
zioni impossibili durante la gestazione o
al rientro dopo la maternità.
La nostra Regione si è già mossa in tal
senso, dotandosi di una legge che vuole
investire sulle risorse umane e sulla for-
mazione, che punta sull'innovazione e
sulla ricerca, soprattutto per dare
garanzie certe alle donne, ai giovani e
alla fasce più deboli della popolazione.
2 - Difendere e rinnovare lo stato
sociale, presidio fondamentale a soste-
gno delle persone nei diversi momenti
della vita, garanzia di benessere, coesio-
ne sociale e di inclusione della popola-
zione immigrata, attraverso un più forte
impegno del pubblico e la collaborazio-
ne pubblico-privato sulla base di regole
rigorose a garanzia dei diritti delle per-
sone e della qualità dei servizi.
3 - Agire sulla prevenzione, soprattut-
to con i giovani, attraverso l'informazio-
ne sessuale nelle scuole, la conoscenza e
la diffusione di metodi contraccettivi, la
cultura del proprio corpo e della propria
sessualità. Lavorare per costruire un
rapporto intergenerazionale è indispen-
sabile.
4 - Far fronte a nuove domande come
quella proveniente dalle migranti per la
mediazione culturale, campagne di
informazione sulla salute, l'accoglienza
e l'affermazione dei loro diritti, tenendo
conto che le donne immigrate sono
molto più fragili, perché si trovano in un
paese straniero e per motivi culturali.
5 - Rendere più efficienti e rispettosi
della donna i servizi sanitari e la rete
dei consultori in tutto il territorio nazio-
nale, rifinanziando ed estendendo i con-
sultori pubblici, rendendoli accessibili e
dotandoli di personale.
Non dobbiamo nasconderci che è in
atto un tentativo di negare la libertà e la
responsabilità femminile. Le donne
hanno una responsabilità primaria
nella procreazione. Non si nasce senza o
contro la madre, senza la sua gestazio-
ne e il suo parto, senza il legame
umano, simbolico, emotivo della rela-
zione materna. E' la grandezza della
maternità, nella libertà e non scambia-
bile con nessuna moneta.
Laura Salsi
Consigliera Regionale Uniti nell’Ulivo-DS
Il valore sociale della maternità
Emilia Romagna


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