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Numero 3 del 2016

L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati


Foto: L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
PAGINA 5

Testi pagina 5

NOIDONNE
Marzo 2016



C'ERA UNA VOLTA
L’OTTO MARZO

I era un volta una giornata di festa, la nostra
giornata. Come donne eravamo al centro
dell’attenzione, iI fuoco intorno al quale

tutto ruotava. C’erano le manifestazioni. Parteci-
pate e vive, con slogan e striscioni che ci univano.
Eravamo consapevoli delle nostre
diversità ma disponibili a superar-
Ie in virtù di profonde assonanze.
L’obiettivo era cambiare la socie-
tà e quello che secondo noi non
funzionava. Che tempi, ragazze...
avevamo di che ballare nelle piaz-
ze sfottendo iI potere e sיִdan-
do iI patriarcato. Alleate, amiche
e sorelle, facevamo i girotondi:
spontaneamente ci prendevamo
per mano e camminavamo יִanco
a יִanco. SÌ litigava, eccome, ma a
prevalere era il noi. Un noi univer-
sale che abbracciava Ie donne di
tutto il mondo, allargava gli oriz-
zonti e ci rendeva più forti.

Oggi l’aggettivo internazionale evoca sanguinosi
teatri di guerre e inimmaginabili violenze, spettrali
terremoti יִnanziari e balbettanti politiche incapa-
ci di dialogare con il futuro che è già qui. Nessuno
sembra possedere un codice capace di leggere il
presente e di scrivere il prossimo capitolo. Anche le
parole che ci hanno illuminato risultano inadeguate.
II Novecento è יִnito e continuare ad incolpare il pa-
triarcato e il capitalismo non è più sufיִciente anche
perché, oltre l’analisi, oggi servono risposte, model-
Ii, ipotesi. Una responsabilità che ricade soprattutto
su chi gestisce i vari poteri e conיִdiamo nella capa-
cità delle donne che siedono ai vertici di mettersi in
ascolto del loro essere femminile cercando soluzio-
ni elaborate a partire da oltre premesse.

Un otto marzo ‘aIIo specchio’, quindi, perché è ar-
rivato il tempo del coraggio, della verità, delle nuo-
ve alleanze.

Con immenso dolore dedichiamo questo otto mar-
zo a Valeria Solesin (uccisa a Parigi nell’assalto dei

terroristi jihadisti al Bataclan nel novembre 2015) e
a Giulio Regeni (torturato e ucciso al Cairo nel feb-
braio 2016 dalla barbarie che accompagna le faide
nell’altra sponda del Mediterraneo), due giovani cit-
tadini e amici del mondo. Stringiamo con affetto le



loro madri - inchinandoci al cospetto della supre-
ma compostezza del dolore delle famiglie - e tutte
le donne che piangono gli annegati nelle traversa-
te della speranza. O che sono annegate con quella
speranza.
Valeria e Giulio, paradosso del 50 e 50, sono iI mo-
numento al nuovo otto marzo che dobbiamo inven-
tare se intendiamo restituire alle nostre lotte l’origi-
nario senso rivoluzionario, che voleva rigenerare Ie
relazioni umane e coltivare il sogno del rispetto. A
partire dalla politica ma senza dimenticare la יִnan-
za, che determina le sorti di milioni di persone: uo-
mini e donne ugualmente relegati alla passività dello
spettatore che poco capisce e nulla può.
Valeria e Giulio speriamo che, nel vostro ricordo
e nel nome di tanti altri giovani combattenti, le
donne di buona volontà riannodino iI יִlo di un dia-
logo autentico per delineare iI noi universale che
è stato smarrito.

Tiziana Bartolini
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