Numero 6 del 2016
Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia
Testi pagina 49
47Giugno 2016
INTRIGANTE
PORTA D’ESTATEGIUGNO
Tra l’acqua di San Giovanni
e il nocino delle streghe
Giugno racconta, nei colori e nelle lunghe
giornate, la fine della primavera come
preparazione alla maturazione della natura
con l’esplosione generosa di ciò che la
terra, dopo la fioritura primaverile, darà
nell’estate.
La terra acquerellata da pomodori,
meloni, cocomeri o fiori di zucchine
provocatoriamente aperti, e magari
poggiati sul viola di una melanzana che
al sole aspetta la piena maturazione e
occhieggia ai peperoni appena sotto a
rami di frutta colorata, o a quei fichi neri,
che le hanno copiato il colore e che,
grandi e grossi fioroni d’estate, sembrano
godere del gusto che daranno a chi li
coglierà per assaporarli.
Le scuole sono chiuse, il ritmo delle
famiglie prende il segno dell’estate e,
tra week end e prime fughe dalle città,
le feste che non mancano mai sono
occasione di allegria e di rivitalizzazione di
tradizioni e culture. Ed eccone una, il 24
giugno, quasi corrispondente al solstizio:
San Giovanni Battista. Una ricorrenza che,
a considerarla con attenzione, più che
mai esalta quasi al di là di ogni volontà,
quel matrimonio tra sacro e profano che
spessissimo, portato dei secoli, segna
ricorrenze e festività di un paese come il
nostro e come tanti che nella campagna,
nella natura, nel verde dei campi, dei
boschi e delle montagne abbiano radici
importanti della loro storia. E allora il
24 giugno, festa di San Giovanni, viene
incredibilmente dopo la notte del 23,
ovvero la notte delle streghe. Quella
notte che in tanti paesi - narra “la storia”
- le streghe appunto ballavano, o forse
ballano, il sabba sotto un noce,famoso
per l’Italia quello di Benevento. E a
ricercare, fra le due ricorrenze si possono
identificare imprevedibili punti di contatto
come, in primis, l’acqua di San Giovanni.
L’acqua veniva e viene “prodotta”
raccogliendo all’alba erbe e fiori quando
ancora la rugiada brilla tremula sul verde.
Erbe aromatiche scelte per le proprietà
medicamentose. Erbe come: l’iperico,
la rosa canina, la menta, l’artemisia, la
lavanda, l’assenzio, la verbena , il ribes
rosa, il vischio o il sambuco, la ruta o il
rosmarino e altre ancora. Erbe che, poste
una notte nell’acqua - che poi filtrata può
usarsi per bagnarsi viso e mani e non
solo - viene tramandato come avessero un
forte potere contro malocchio e malasorte
e promettessero comunque benessere
e fortuna e di guarire tutti i mali. Una
narrazione che continua, oggi, in tanti
luoghi - come gli agriturismi, per esempio
- attivi nel far rivivere le antiche tradizioni
Acqua, chissà, forse in memoria di
un’acqua ben più significativa, quella del
fiume Giordano con cui Gesù volle farsi
battezzare da San Giovanni appunto Erbe
come quelle che le donne da sempre
raccoglievano conoscendone i poteri
medicamentosi e che forse per questo
nel Medioevo divennero una delle cause
di accuse di stregoneria per magie
considerate inspiegabili..
E forse di magia fu accusato anche quel
liquore, il nocino, che si può presumere le
streghe “inventarono” raccogliendo dopo
il sabba le noci in maturazione il cui mallo
fresco risulta indispensabile per la ricetta
del liquore.
Più difficile la ragione - e la lasciamo alla
fantasia - spiegare la tradizione per San
Giovanni, almeno a Roma, della raccolta
delle lumache, che escono di norma dopo
la pioggia e che sono considerate un cibo
prelibato per chi ne è goloso.
RICETTE
Nocino
250 gr di noci verdi da porre a
macerare per 40 giorni in 250 gr di
alcool a 60° e 250 gr di acqua, mettere
in un recipiente chiuso esposto al sole;
alla fine 2 gr di corteccia di cannella,
10 gr petali di rosa, 6 gr di semi
di finocchio e qualche chiodo
di garofano. Lasciare riposare ancora
qualche giorno poi filtrare e gustare!
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SPIGoLAndo tra terra, tavola e tradizioni
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