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Numero 6 del 2016

Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia


Foto: Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia
PAGINA 28

Testi pagina 28

26 Giugno 2016
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DA MIGRANTI
A RICHIEDENTI ASILO
di Cristina Carpinelli
In Italia, gli ucraini costituiscono già da tempo una cospicua comunità. Sulla base dei dati Istat, al 31 dicembre 2014 gli ucraini presenti sul territorio italiano per motivi di lavoro,
di studio o personali, erano 226.060, di cui 178.667 donne
(21% uomini; 79% donne). Dopo i rumeni e gli albanesi, gli
ucraini sono il gruppo più numeroso proveniente dall’Europa
Centro Orientale presente in Italia, distribuito in quasi tutte le
regioni del paese ma concentrato soprattutto nelle città di
Roma, Napoli e Milano.
I fl ussi migratori che si erano avviati con la dissoluzione
dell’Urss e la caduta dei regimi nell’Europa Centro Orientale
avevano interessato in modo consistente i paesi dell’Europa
meridionale. Negli anni Novanta, i meccanismi impietosi del-
le economie in transizione dei paesi dell’ex blocco comunista
avevano generato forme estreme e stagnanti di povertà tali da
innescare processi di femminilizzazione della povertà che si
erano rifl essi sulle scelte migratorie. Proprio in quel decennio si
assiste a una migrazione di massa degli ucraini verso l’Europa
del Sud, e dunque anche verso l’Italia, di cui la componente
maggioritaria era rappresentata da donne (spesso madri bre-
adwinners), che migravano da sole, lasciando a casa (a Kiev,
Leopoli, Chernivtsi o Odessa) la propria famiglia.
L’immigrazione ucraina in Italia è un fenomeno prevalente-
mente femminile, circostanza che non ha avuto precedenti
nella storia migratoria dell’Ucraina. Oggi le ucraine, insie-
me con altre donne provenienti dai paesi dell’Europa Centro
Orientale (rumene, albanesi, moldave), rappresentano la po-
polazione più numerosa delle straniere che vivono in Italia (dati
Istat 2015). Le immigrate ucraine svolgono prevalentemente
lavori domestici o di cura, alloggiando presso le famiglie che
le assumono, dove tempi di lavoro e di riposo frequentemen-
te si sovrappongono. Questa condizione
limita fortemente gli spazi d’autonomia,
caratterizzando la loro vita in modo pre-
cario e provvisorio. Questo spiega l’inten-
sità dei rapporti che le ucraine intrattengo-
no con la società d’origine e, ovviamente,
con la propria famiglia, che si mantiene in
gran parte grazie alle rimesse che queste
immigrate inviano a casa.
Il fl usso migratorio delle ucraine in Italia si
è sempre caratterizzato per la sua perma-
nenza temporanea, imperniata sulla volon-
tà di guadagnare per la propria famiglia.
Queste donne hanno, infatti, progettato di
rientrare al loro paese d’origine dopo un
periodo di lavoro (anche lungo) all’este-
ro. Ecco perché vengono in Italia da sole.
Emigrano soprattutto per i fi gli, reputando
il trasferimento per lavoro uno dei pochi modi, se non l’unico,
di prendersi immediatamente cura di loro, provvedendo ai loro
bisogni primari e al loro benessere. 
SVOLGONO PREVALENTEMENTE LAVORI DOMESTICI O DI CURA E INSIEME A RUMENE, ALBANESI,
MOLDAVE SONO LA POPOLAZIONE PIÙ NUMEROSA DELLE DONNE STRANIERE CHE VIVONO
IN ITALIA. LA GUERRA DEL DONBASS HA ACCELERATO I FLUSSI MIGRATORI E AUMENTANO
LE DOMANDE DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE
Boris Kollár
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