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Numero 6 del 2016

Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia


Foto: Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia
PAGINA 14

Testi pagina 14

12 Giugno 2016
Violenza sulle donne ma anche collaborazione e condivi-
sione con la commuovente testimonianza di Ribka Sibha-
tu, del Coordinamento eritreo per l’intercultura, che ha
denunciato la drammatica realtà in cui vivono le donne in
Eritrea, dove tortura e schiavitù sono la norma. E dove mol-
tissime donne non riescono a usare i canali umanitari..
E ancora difesa della 194, educazione di genere, preca-
riato, maternità surrogata, nuove politiche del lavoro a
partire dalla piattaforma “Corpo-Lavoro”, volta ad coordi-
nare le politiche di conciliazione e di welfare da un punto
di vista generale, locale e familiare. Due le mozioni votate
all’unanimità nel corso del Congresso. Una sulla necessità
di una legge sulle statistiche di genere e problematiche che
stanno investendo l’Istat e che hanno allontanato dal suo
incarico Linda Laura Sabbadini. E un’altra sulla questione
della schiavitù.
Da ricordare anche le parentesi artistiche che hanno mo-
vimentato il Congresso. A cominciare dalla proiezione del
documentario “Io vado… all’UDI”, realizzato da Ilaria Scal-
mani, e il docufilm “Non si può vivere senza una giacchet-
ta lilla” diretto da Novella Benedetti, Chiara Orempuller e
Valentina Lovato, E Margherite Volanti e la rassegna di
manifesti dell’Udi.
E poi due momenti musicali, con “Sebben che siamo
donne”, e “Il Giardino della Pietra Fiorita”. L’ultima
giornata congressuale è stata dedicata allo Statuto, mo-
dificato per permettere a tutte le sedi UDI di costituirsi
parte civile nei processi al fianco delle vittime di violenza,
e all’organizzazione interna dell’UDI. Quindici le donne
elette dal Congresso nel Coordinamento nazionale,
dopo la riconferma di Vittoria Tola quale Responsabile
nazionale UDI affiancata da Laura Piretti, anche lei elet-
ta Responsabile nazionale. b
HAPPENING ARTISTICI
AL XVI CONGRESSO UDI
“Io vado… all’UDI” realizzato da Ilaria Scalmani e
promosso dall’UDI Modena con la collaborazione del
Centro Documentazione donna di Modena e il contributo
della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Il documentario, realizzato con la partecipazione
dell’UDI nazionale Archivio Centrale,
Associazione Nazionale Archivi dell’UDI
e Rete Regionale degli archivi UDI
Emilia-Romagna, nasce all’interno del
progetto “Io vado… all’UDI. 70 anni
di partecipazione politica delle donne
modenesi dell’Unione donne in Italia” e ha come fulcro
le interviste a due storiche partigiane e protagoniste
dell’associazione: Marisa Rodano e Marisa Ombra,
entrambe presenti al Congresso.
Ancora un video con “Non si può vivere senza una
giacchetta lilla”, con Lidia Menapace e la regia di
Novella Benedetti, Chiara Orempuller e Valentina
Lovato (prodotto da Decima Rosa). Un
docufilm che racconta la vita intensa
e appassionata di Lidia Menapace,
partigiana, senatrice, pacifista e
femminista militante, che per motivi di
salute non è riuscita ad intervenire al
Congresso.
Musica poi, con “Sebben che siamo donne”, canti di
donne nella storia per voce di Susanna Buffa, Isabella
Mangani, Sara Marchesi e Stefano Donegà alla chitarra.
Un omaggio a storie individuali e collettive di donne, unite
nelle lotte e nelle conquiste politiche, sociali e culturali.
Storie in cui il canto, come forma di denuncia, protesta e
incontro, è nato sul terreno fertile di una cultura musicale
popolare più antica. Canti che oggi
sono forma e sostanza di un racconto
condiviso e che fanno un po’ di luce
sulla strada che è stata aperta da
quelle lotte al futuro di tantissime altre
donne e uomini.
A chiudere la scena musicale del Congresso UDI è
stato “Il Giardino della Pietra Fiorita”, ensemble di
organetti diretta dal Maestro Alessandro Parente che
rappresenta sei regioni dell’Italia centro-meridionale
(Abruzzo, Lazio, Puglia, Molise, Campania e Calabria) e
ha lo scopo di ridare vita a questo meraviglioso strumento
che è l’organetto. Il repertorio per l’esibizione dedicata
al Congresso UDI è stato scelto in base al contenuto
e al significato di ogni singolo brano e si è composto
di diverse “suite”: una dedicata alla musica più antica
(precedente alla nascita dell’organetto),
una dedicata alla donna, una dedicata
alla guerra, una dedicata alla musica
della Louisiana e un’altra ancora
dedicata alle nostre radici e alla nostra
cultura popolare.
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