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Numero 4 del 2011

Noi uomini sull'orlo di una crisi


Foto: Noi uomini sull'orlo di una crisi
PAGINA 45

Testi pagina 45

realizzati dalle donne: dato che pianificavo anche la strate—
gia dei Festival, ho avuto la possibilità di far Viaggiare
queste opere non solo in America ma nel mondo intero.
È stato un grosso lavoro: la mia esperienza è stata pro—
fessionalmente una delle più appaganti, anche perché
mescolava le due cose che amo di più: il cinema e le donne!
Infatti vengo da una famiglia dove le donne sono fem—
ministe convinte. Inoltre ho sempre avuto la sensazione
che il mio lavoro fosse utile ed avesse un senso.

CREDI CHE OGGI LE DONNE ABBIANO LE STESSE

OPPORTUNITÀ DEGLI UOMINI NELL'INDUSTRIA
CINEMATOGRAFICA?

Uno dei maggiori problemi per le donne del settore è che
dai dirigenti che approvano i film ad Hollywood fino ai
programmatori di Film Festival, dai distributori ai criti—
ci, l’industria cinematografica è dominata pesantemente
dagli uomini nei ruoli decisionali. Le statistiche più recenti
sui critici, nell’ultimo rapporto di Martha Lauzan del Cen—
tro per lo Studio delle donne al Cinema e in TV dell’U-
niversità di San Diego, evidenziano che nel 2010 le donne
costituivano solo il 16% di tutti gli amministratori, pro—
duttori esecutivi, produttori, sceneggiatori, cineasti ed ed-
itori che hanno lavorato nei principali 250 film nazion-

ali. Ciò rappresenta un calo di 1 punto percentuale a par—
tire dal 1998 ed è pari ai dati del 2009.

PENSI CHE IL TALENTO E LE ASPIRAZIONI DELLE DONNE
SIANO COMPLETAMENTE ESPRESSE NEI LORO
FILM/DOCUMENTARI?

Ciò accade maggiormente nei media indipendenti rispet—
to ai media mainstream. Si percepisce infatti come una
donna che vuole lavorare nei media “principali” deve gio-
care con regole molto maschio—oriented e

si trovano alcuni casi di autocensura. Nei media in-
dipendenti invece viene quasi sempre rispettata la libertà
di espressione delle donne. Abbiamo ottimi registi donne
come Kim Longilotto, Natalia Almada, ecc. i cui film sono
un esempio di spirito libero e creatività.

PARLACI DEL DOCUMENTARIO PINK SARIS, DI COSA TRATTA?
Pink Saris è il nuovo film di Kim Longinotto, una
delle documentariste donne più colte e di talento che han—
no avuto retrospettive al MoMA e all’IDFA.

Racconta di un’eroina complicata - Sampat Pal - che
è a capo della banda Gulabi, un gruppo di donne che, nel—
l’India del Nord, stanno combattendo per salvare
le ragazze costrette al matrimonio in età incredibil-
mente giovane o abusate dalle loro famiglie e mariti.

È divertente, triste e commovente - caratteristiche tipiche
dei film della Longinotto - e mostra la situazione delle
donne in un’altra parte del mondo.

La separazione tra coniugi:
quale tenore di vita è possibile?

di Simona Napolitani

I In sede di separazione personale, la misura dell’assegno di mantenimento in favore del coniuge e del fi—

SENTIAMO L'AWOCATA

glio, deve essere determinata in modo da consentire ai nuovi nuclei familiari che si formano in capo a

ciascun coniuge di mantenere un tenore di vita equivalente a quello goduto in costanza di matrimonio.
Questo principio da sempre noto, sia come elaborazione della giurisprudenza, sia come fatto di comune

conoscenza, nella pratica non trova cosi facile applicazione. || motivo della sua sostanziale disapplicazione I0 si ritrova nel seguente ra—
gionamento: quando due coniugi si separano, le spese originariamente affrontate dalla famiglia vengono esattamente raddoppiate in virtù
del fatto che l’allontanamento di un coniuge dalla casa coniugale comporta la necessità di predisporre un'altra abitazione, per la quale
occorrerà pagare utenze, condominio e, comunque, tutto ciò di cui il coniuge ha bisogno anche in considerazione dell’ospitalità che deve
offrire ai figli, nei periodi in cui sono presso di sé. Quindi le spese si duplicano ma i redditi sono sempre gli stessi. Ne consegue che nes—
sun coniuge e nessun figlio che appartengono ad una famiglia di medio o basso reddito hanno la possibilità di mantenere, in caso di se-
parazione, il medesimo tenore di vita goduto in costanza di matrimonio.

La madre, presso cui vengono collocati i figli il maggior numero di volte, si trova quindi a dover gestire una casa (con enormi costi,
quali affitto, utenze, condominio, riscaldamento, ecc.) e dei figli con un mantenimento che certamente è di gran lunga inferiore alle
spese cui deve materialmente far fronte. Questo nell’ottimistica ipotesi, purtroppo non sempre concreta, che il marito versi effetti-
vamente la somma dovuta. È una realtà assai difficile e complessa che è utile conoscere per poter trovare in tempo delle soluzioni
che consentano non solo di affrontare tali evenienze, ma anche alle donne di poter trovare una loro autonomia.

Scrivi a: simonanapolitani@Iibero.it

noidonne | aprile | 2011









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