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Numero 4 del 2011

Noi uomini sull'orlo di una crisi


Foto: Noi uomini sull'orlo di una crisi
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Testi pagina 19

e che subiscano, sul luogo di lavoro, complimenti sgraditi
o avances”. Marco ritiene l’essere maschilisti indice di in-
sensibilità: “L’uomo a volte non si rende conto delle enor-
mi prove che affrontano le donne; un esempio fra tanti, i



dolori del parto. Certi uomini sverrebbero solo all’idea! D’al—
tra parte, ci sono donne che si compiacciono di atteggiamenti
a mio parere denigratori. Io l’ho pensato e mi sono vergo-
gnato quando ho sentito il mio Premier parlare di bunga bun—
ga, perché è passata l’idea che noi tutti la potessimo pen-
sare come lui”. Per Cristiano, il maschilismo è “un accen-
tramento dell’attenzione e delle emozioni su se stessi, una
forma di egoismo molto forte, anche verso gli altri maschi.
Ci si auto elegge superiori: è una sensazione, un’illusione.
Se sei un uomo realizzato, non hai di certo paura di rela—
zionarti con donne fortil”. Le ragazze descrivono il ma-
schilismo come etnocentrismo (Tiziana), smania di potere
(Stella), comportamento discriminatorio (Marta) e pensie—
ro estremista che tende a sminuire l’altro sesso per giusti-
ficare azioni ingiuste (Valentina).

A questa domanda, da un lato si ripropongono alcuni ste—
reotipi: maschile uguale forza e decisione, femminile ugua-
le delicatezza e sensibilità. Dall’altro, si tenta di decostruire

la domanda come se fosse sbagliata nelle premesse.
Non esistono caratteristiche femminili o maschili “uni-
versali”, bensì codici di comportamento più o meno in-
dotti, condizionati e condizionanti, a cui è possibile ade—
rire in tutto, in parte o per
niente. Per Marta “bisogna
decostruire le categorie men-
tali. Io sono attratta da tipi di-
versi, ma è il coraggio la qua-
lità che mi piace trovare nel—
le persone. Ammetto però
che alcune ragazze tendano a
cercare protezione e a di—
pendere da un uomo, so-
prattutto se potente”. I ra-
gazzi trovano femminili le
donne di carattere, quelle
che si prendono cura di se
stesse, carismatiche, forti e ca—
paci di risolvere problemi.
Nonostante tutto, ciò che af-
fascina dell’altro/a è la sua
“unicità”, a prescindere dal
sesso.

Tutti gli interpellati non sono
così sicuri di poter scindere
l’interezza di sé in rigide categorie. Sicuramente oggi le
ragazze si sentono uguali ai loro coetanei in termini di di-
ritti e opportunità, e i maschi hanno voglia di condividere
e confrontarsi con le ragazze, con cui sognano di costruire
una società migliore e relazioni autentiche. Nella loro vi-
sione del mondo, un uomo che si occupa del figlio è un
papa‘ e non un mammo, e la casa un territorio da gestire
in due. Comunque gli stereotipi e una polarizzazione tra
maschile e femminile persistono nella strutturazione dei
pensieri. Se è bello sapere che molti di loro si augurano
un futuro in cui le “questioni di genere” scompaiano del
tutto, creando uno spazio di riflessione collettiva e par-
tecipata in cui non ci siano più problemi di riconoscimento
di diritti, non bisogna dimenticare l’importanza delle dif-
ferenze. Ad oggi è importante affermare un discorso e un
agire creativo di donne, ma con il coinvolgimento strategico
degli uomini (e tra i giovani è più semplice), per dar vita
a un linguaggio fresco e a nuove occasioni di confronto
e partecipazione, in cui ognuno, pur parlando la “propria
lingua”, capisca quella dell’altro e si ritrovi a costruire in-
sieme una società realmente integrata.

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