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Numero 6 del 2016

Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia


Foto: Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia
PAGINA 45

Testi pagina 45

43Giugno 2016
QUANDO IL CINemA
PARLA SPAgNOLO
marisa Paredes ospite d’onore a Roma alla nona
edizione del Festival del Cinema Spagnolo

Una delle manifestazioni cinematografiche più longeve ed amate della capitale è senza dubbio il Festival del Cinema Spagnolo, giunto alla sua IX edizione, orga-
nizzato da EXIT media e diretto da Iris Martín-Peralta e Fe-
derico Sartori. Il Festival, svoltosi a Roma presso il Cinema
Farnese Persol in Campo de’ Fiori, ha registrato quest’anno
un incremento di presenze del 35 per cento con oltre 2.600
spettatori affluiti alle 23 proiezioni proposte nella sei giorni ro-
mana. Fra i film più gettonati al Festival: A cambio de nada,
una storia di adolescenti diretta da Daniel Guzmán e vincitri-
ce di 2 Premi Goya 2016 (Miglior Regista esordiente e Miglior
Attore Rivelazione per
Miguel Herrán), in usci-
ta per EXIT med!a; Tru-
man- un vero amico è
per sempre, di Cesc
Gay, incentrato su temi
importanti quali l’amici-
zia, l’amore e la morte,
con due straordinari
attori, Ricardo Darín e
Javier Cámara.
Discorso a parte merita
il delizioso film Isla Bonita, diretto ed interpretato, al di fuori
di ogni schema, anche produttivo, dal regista ‘veterano’, un
po’ disilluso un po’ anarchico, Fernando Colomo - al suo
20esimo film - e girato sulla bellissima isola di Minorca popo-
lata da personaggi unici, che vivono in un’atmosfera rarefatta
e particolare. Intervenuto alla proiezione del film in Roma,
Colomo, sorta di anti-eroe ed alter ego di se stesso, raccon-
ta con semplicità ed ironia le diverse prospettive dei prota-
gonisti: l’ansia di vita della giovane Olivia, la scultrice single
Nuria appagata dalla sua arte, i desideri romantici frustrati di
Fernando.
Finale scintillante con la presenza di Marisa Paredes, attrice
icona di Almodovar (Tutto su mia madre, Il fiore del mio se-
greto) e di un’intera generazione di cinema spagnolo, inter-
prete del film di chiusura del Festival, El espinazo del diablo,
di Guillermo del Toro, ambientato durante gli ultimi giorni del-
la sanguinosa guerra civile spagnola, dove l’attrice interpreta
la direttrice di un orfanotrofio, che ha perso una gamba. Dal
ricordo della grande capacità comunicativa di Del Toro con i
bambini sul set del film, alla partecipazione alla ‘movida’ cul-
turale che seguì in Spagna al tragico ed oscuro periodo della
guerra, la Paredes ha raccontato se stessa ed il ‘risorgimen-
to’spagnolo: “La movida è stata l’espressione della riacquisi-
ta libertà, cessava qualcosa di terribile ed iniziava qualcosa
di bello, c’era confusione ma anche energia. Quanto a me,
ho sempre cercato ispirazione per la mia professione in ar-
tiste come Vivian Leigh e Catherine Hepburn, per la classe
e l’eleganza, ma anche come Anna Magnani, per la forza
dell’interpretazione, attingendo cose diverse da ciascuna di
loro, pur cercando di rimanere me stessa”.
Elisabetta Colla
SALOmé
beLLA e CRUDeLe
L’interpretazione, originale, di Al Pacino,
regista e attore
Vincitore del Queer Lion alla Mostra del Cinema di Venezia, arriva in sala il film sperimentale, scritto e diretto
da Al Pacino, Wilde Salomé, il cui titolo
gioca con le parole wild (selvaggio) e Wil-
de, cognome di Oscar Wilde, autore di
Salomé, uno dei più controversi lavori del
grande e sfortunato scrittore irlandese.
Un po’ cinema un po’ teatro (‘Il mio obiet-
tivo - afferma Al Pacino - è stato quello
di unire la qualità fotografica del cinema,
con l’essenza dell’acting propria del te-
atro’), il film racconta la storia di Salomé
- interpretata dalla bellissima Jessica
Chastain - figliastra del Re Erode, in-
namorata senza speranza del profeta Giovanni Battista,
tenuto prigioniero dal perfido patrigno, che a sua volta è
invaghito della giovane donna: in cambio di una danza
seduttiva, la testa del Battista sarà tagliata. Distribuito da
‘Distribuzione Indipendente’ il film, disponibile anche in
versione con sottotitoli, sperimenta una nuova modalità
di doppiaggio, dove gli attori (fra questi, Gabriele Lavia,
Ivana Pantaleo, Annamaria Guarnieri, Paolo Sassanelli) in-
terpretano i propri personaggi attraverso voci autentiche e
poco ‘raffinate’. Al Pacino, regista, racconta la sua osses-
sione per l’opera Salomé e per l’artista Wilde, interpretan-
do come attore il doppio ruolo di sé stesso e di Re Erode.
Elisabetta Colla
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