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Numero 3 del 2016

L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati


Foto: L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
PAGINA 42

Testi pagina 42

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NOIDONNE
Marzo 2016



Approdi

8—08

F_LOSOFIA

DI FRANCESCA BREZZI

ALLA RICERCA
DEL SENSO
PERDUTO

II pensiero filosoיִco in questo tempo
delle grandi crisi e le pensatrici del
Novecento. La ricchezza dei temminismi
e la necessità di tracciare nuove mappe.
Correndo i rischi di chi esplora nuovi territori

“La filosofiaè equella cosa
con la quale e senza la quale
la vita rimane tale e quale”

uante volte ho sentito questa frasetta, pro-
nunciata più o meno ironicamente, ma fin dagli
anni del liceo mi sono impegnata per smentir-
Ia, e oggi guardando indietro iI mio cammino
di docente, ahimè ormai più che trentennale,
e di donna impegnata nella società civile, posso affermare
con gioia che questa ipotesi e interamente falsificata; così
come fortunatamente è da smentire un luogo comune mol-
to frequente da circa un secolo, con periodiche fiammate o
cadenze, ovvero Io slogan di una “morte della filosofia": se
in tanti corrono e sono corsi al capezzale di questa grande
ammalata, la sentenza definitiva non e stata stilata neppure
dai suoi più accaniti avversari.
Anzi in anni recenti si è assistita ad una grande popolarità
della filosofia (festival si susseguono in tante città italia-
ne); si mostra anche una chiassosa banalizzazione di argo-
menti riservati una volta solo agli addetti ai lavori ed ora pre-



sentati nelle forme più commerciali, addirittura si parla di fame
della filosofia, dopo aver argomentato e parlato della sua crisi.
Queste affermazioni tuttavia non escludono la necessita di
formulare alcuni quesiti: esiste nei nostri tempi Io spazio di
una ricerca filosofica? Dopo le accuse di anacronismo che
nascono dal grande progresso scientifico, sì che l’unica pos-
sibilità per la filosofia sembra quella di ridursi a epistemologia,
ossia farsi portatrice di una razionalità minimalista, appiattita
sulla tecnica e limitata nella debolezza dei modelli proposti,
cioè i modelli dell'efficientismo, del pragmatismo esasperato,
dell’utilitarismo immediato? Interrogativi che si possono rias-



sumere: crisi, morte o rinascita della filosofia?

La nostra rubrica tenterà di scavare all’interno di queste
domande, volendo aprire un dibattito (necessario) e un con-
fronto sul ruolo della filosofia nei nostri inquieti tempi, poiché
la soluzione alle crisi contemporanee non può trovarsi nel
rifugio in irrazionalismi o fondamentalismi teoretici, né in un
supplemento di ragione, pedine tutte di una scacchiera di-
sgregata e distruttiva.

La filosofia, invece, può opporsi al nemico comune - la
perdita di senso -, senza innalzare barriere difensive contro
i paradossi ineliminabili e di fronte alle sfide della nostra epo—
ca, o peggio ancora arrendersi a esse; la riflessione può at-
traversare “il ruscello di fuoco” di tali confronti, assumendosi
iI fardello di tradurre nel linguaggio filosofico i segni contrad-
dittori della realtà, incamminandosi sulla strada di un pensie-
ro altro, di un pensare altrimenti di cui parlano molti filosofi/e
contemporanei/e, per comodità accomunabili sotto i| segno di
pensiero della differenza.

Si tratta di un cammino precario, non più una costruzione
sistematica, né una marcia trionfante, ma una parola bal-
bettante, incerta, costituita di avanzamenti e di stasi, fragile
e inquieta, lacerata e conflittuale, lontana da enfatizzazioni ed
esaltazioni emotive, che corre il bel rischio di cui parlava già
Platone, impegno che, anche, in solitudine tra luci e ombre,
tenta di uscire dalla crisi di senso che oggi viviamo dopo la
stagione del nihilismo gnoseologico e non solo, che abbiamo
attraversato.

Cammino errante, sotto iI segno de quaerere più che
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