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Numero 3 del 2016

L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati


Foto: L'8 marzo allo specchio, interviste a Maraini, Nicolini, Urbinati
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attività e la vita quotidiana delle donne". Il concorso fu
vinto dall’architetta Franziska Ulmann e l’edificio, chia-
mato Frauen Werk Stadt I è un esempio intelligente di
progettazione urbana attenta ai bisogni delle donne e non
solo: è per estensione un progetto attento al vivere bene
di tutti quei soggetti sociali che fino ad oggi non sono stati
presi abbastanza in considerazione in architettura come
in urbanistica.

In questo edificio ogni spazio è studiato per garantire una
vivibilità elevata: gli accessi sono sempre illuminati (molto
importante soprattutto per sentirsi liberi di camminare di
notte, ad esempio), la corte interna è accessibile sui due
lati opposti, per creare un flusso continuo ed evitare per-
corsi pedonali senza via d'uscita, gli interni delle abitazio-



ni sono organizzati in modo da ottenere un'alternanza di
spazi giorno e notte sui fronti esterni ed interni, affinché la
“sorveglianza“ naturale delle strade da parte degli abitanti
sia costante.

Per coordinare questi interventi, il comune istituì
nel 1992 il cosiddetto “Women’s Office”, coordinato
dall’urbanista e femminista Eva Kail, che si è dedicato
anche alla progettazione e riqualificazione di spazi verdi
e piazze. Nel 2002 ad esempio, attraverso un gruppo di
lavoro cittadino, si è tenuto conto delle opinioni di giova-
ni ragazze utenti di un parco, per conoscerne desideri e
aspettative. iI risultato fu che le ragazze si espressero per
una maggiore differenziazione dei giochi, per avere degli
spazi solo per loro, e degli spazi “filtro” destinati all‘incon-
tro tra ragazzi e ragazze. Mentre la divisione maschi-fem-
mine evocata dalle ragazze fa sorridere (anche se fino ad
un certo punto) le indicazioni sulla differenziazione dell’of-
ferta di gioco furono molto importanti per la progettazione.
L'idea per cui in uno spazio pubblico i| campetto da calcio

NOIDONNE
Marzo 2016

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è “normale" mentre non si pensa quasi mai ad un tavolo
da pingpong, o a un campo da badminton, è esemplare di
quanto radicato possa essere in architettura e in urbanisti-
ca un certo stereotipo.

Vienna è solo un esempio, tra i molti in Europa, di come
la presenza attiva delle donne nella società sia alla base
di riflessioni che portano alla ricerca di soluzioni urbane
migliori per la vivibilità della città: la spinta propulsiva del—
la richiesta di uguaglianza di genere e al tempo stesso
dell’attenzione alle differenze si traduce in una “politica
del care”, in cui l’insegnamento delle attività di cura (che
possono andare dalla cura dell'anziano all’attenzione per
i pedoni) un tempo affidate alle sole donne, è finalmente,
e tramite le donne stesse, al servizio della città. Il “Wo-
men’s Office” oggi è stato inserito nelle politiche urba-
ne della città, iI che non deve per forza essere visto come
una sconfitta: infatti le politiche di genere sono davvero
integrate nella mentalità di Vienna, e questo è forse la più
grande conquista. 9
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