Numero 4 del 2014
Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
Testi pagina 40
34 Aprile 2014
di Guendalina Di Sabatino
È la prima caporedattora
nella rai in Sicilia.
interviSta ad una donna,
Silvana Polizzi, che ha creduto
nella profeSSione e nel merito
di Mirella Mascellino
Giornalista
di frontiera
nel servizio
pubblico
S
ilvana Polizzi è una delle ragazze de L’Ora,
il prestigioso quotidiano siciliano fondato nel
1900 e diretto negli anni ‘70 da Vittorio Nisticò,
che ospitò gli articoli della pioniera Giuliana
Saladino. Polizzi oggi è la prima capo-redattora della
Rai Sicilia. A lei abbiamo posto qualche domanda.
Un evento storico, in una terra in cui ancora le don-
ne, se pur brave, in alcune redazioni, per tradizione
maschilista, non ottengono promozioni professio-
nali al pari degli uomini. Lo avrebbe mai pensato?
Assolutamente no. Il fatto di essere riuscita ad arrivare
da una terra di provincia marginale come Messina alla
Rai per me è stato un traguardo enorme. Ancora oggi
quando ci penso mi sembra incredibile essere riuscita
ad approdare alla Rai. È stato un grande mito, un so-
gno, prima quando ero ragazza e poi anche quest’or-
goglio di lavorare nel servizio pubblico con quello che
comporta. Essere la prima donna caporedattora, per
me che ho cominciato in un momento in cui nei giornali
non assumevano donne, è una cosa bella che mi riem-
pie di orgoglio.
Quale è stata la reazione sua, dei colleghi e delle
istituzioni locali?
La reazione mia è stata di orgoglio, ma anche un po’ di
timore per questa grande responsabilità. I colleghi, sono
stati tutti molto affettuosi e anche per loro è stato un rico-
noscimento al lavoro che ho fatto in 26 anni, anche in ma-
niera non molto visibile. Da parte delle istituzioni, di mo-
vimenti, associazioni e singole persone ho ricevuto tanti
messaggi non formali e pieni di speranza. Questa cosa mi
ha emozionata moltissimo e mi ha caricata ulteriormente
di responsabilità, come se ci fosse un’attesa particolare
per quello che una donna può fare in questo posto.
Una caporedattora può orientare in maniera “dif-
ferente” l’andamento dell’azienda, nella fattispecie
della Rai, nel limite del possibile?
La notizia è notizia intanto e noi sulla notizia lavoriamo.
Però possono esserci sensibilità diverse su alcuni temi.
Per esempio la questione dei femminicidi, tanto dibat-
tuta negli ultimi tempi ormai è entrata nella mentalità e
nell’impegno sia di uomini che di donne ed è una che
porteremo avanti. Porrei una grande attenzione anche
sul tema del rispetto delle persone di cui parliamo, in
particolare della tutela dei minori. A causa della con-
correnza sfrenata spesso si tende a dimenticare un po’
quella che è l’etica nel nostro lavoro. Tempo fa alcune
colleghe del coordinamento donne della Rai lanciaro-
no lo slogan: “Ogni tanto bisogna avere il coraggio di
bucare la notizia”, il peggio che possa succedere a noi
giornalisti. Ma quando la notizia va a contrastare con le
tue convinzioni, i tuoi principi devi avere il coraggio di
operare scelte diverse. Il mio punto d’impegno è questo.
Ha qualche idea o progetto di cui vuole parlare?
Vorrei parlare di temi che interessano da vicino la gen-
te, soprattutto in questo momento di crisi profondissima
RAI