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Numero 4 del 2014

Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria


Foto: Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
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Testi pagina 15

13Aprile 2014
uomini e tante tra le donne che ne sono usciti vittoriosi,
ma il mix tra primarie con preferenze (anche doppie), ele-
zioni senza preferenze e listini, inevitabilmente, rafforza
gli iscritti e le cordate di gruppi di potere rispetto alla
generalità dell’elettorato. Spero ora che il Senato accol-
ga gli emendamenti per la democrazia paritaria, ma an-
che che introduca la composizione per genere del voto
di preferenza nelle elezioni europee, e che si prevedano
chiare garanzie di genere nella composizione non eletti-
va della nuova Camera che prenderà il posto del Senato.
Non è in gioco il destino personale di qualche donna al
posto di alcuni uomini, ma la vitalità e il futuro della de-
mocrazia e delle istituzioni. NoiReteDonne è nata ora-
mai anni fa proprio con l›obiettivo di affrontare il nodo
del rapporto delle donne con il potere. Il primo impegno
è stato di diffondere la doppia preferenza, già passata
al vaglio della Corte Costituzionale (all’insaputa di molti
parlamentari?). NoiReteDonne ha poi promosso l’Accor-
do Comune per la Democrazia Paritaria, trasversale e
unifi cante per quasi 60 associazioni, che ha operato per
precise garanzie di genere, quale che sia il sistema elet-
torale di riferimento. Non siamo di fronte, dunque, ad una
scomposta iniziativa reattiva ma ad un percorso lungo,
rigoroso e costruttivo di trasformazione della politica e
di qualifi cazione di patti e leggi. Il voto in prima lettura
alla Camera ha offuscato in parte lo straordinario risultato
del primo governo 50 e 50, già contraddetto dall’assenza
di donne tra Viceministri, e dall’insuffi ciente numero tra i
Sottosegretari. Non ci è piaciuto l’esame riservato, anche
da parte di alcune donne, alle sole Ministre del governo.
Non abbiamo apprezzato le polemiche che ne sono de-
rivate. Per noi, resta il dato positivo nella composizione
paritaria del governo. I risultati devono essere sempre
apprezzati. Ma resta anche il tema - che ci riporta in par-
te anche al nodo di una riforma elettorale che contribui-
sca a valorizzare meriti e a incrementare pari opportunità
- della rifl essione sulle sedi, sui luoghi e sui modi della
politica, per uomini e per donne, che riavvii la migliore
selezione di chi ci rappresenta.ä
governo renZI:
novItÀ e contraddIZIonI
“a scrutInIo segreto”
Dei sedici ministri del governo Renzi otto sono donne. Ecco i
loro sintetici profi li.
Al Ministero per le Riforme Costituzionali e per i rapporti
con il Parlamento abbiamo Maria Elena Boschi: aretina, av-
vocata 33enne, eletta alla Camera dei Deputati. Maria Anna
Madia, Ministra per la Semplifi cazione e la Pubblica Am-
ministrazione, è romana, classe 80 e dottoressa in Scienze
Politiche e ricercatrice nel settore dell’Economia del Lavoro.
Carmela Lanzetta, Ministra per gli Affari Regionali, è di
Reggio Calabria, laureata a Bologna in Farmacia, eletta Prima
Cittadina di Monasterace è stata tra le coraggiose sindache
anti ‘ndrangheta. Federica Mogherini, agli Affari Esteri, è
laureata in Scienze Politiche, romana e poco più che quaran-
tenne ed è entrata alla Camera dei Deputati nel 2008, curando
in particolare campagne nazionali ed europee per la promo-
zione della pace e per la lotta alla xenofobia. Roberta Pinotti,
al Ministero della Difesa, nata a Genova nel ‘61, è insegnan-
te negli istituti superiori e senatrice. Nel Partito Democratico è
stata la prima Responsabile Nazionale per la Sicurezza, poi
Vicepresidente della Commissione Difesa del Senato. La mo-
denese Federica Guidi è Ministra per lo Sviluppo Economi-
co. Esperta di analisi fi nanziaria, è stata Presidente dei Giova-
ni Industriali e membro del Consiglio Direttivo di Confi ndustria.
Stefania Giannini, lucchese, già Rettore dell’Università per
Stranieri di Perugia, è Ordinaria alla cattedra di Glottologia e
Linguistica. È membro della Commissione Nazionale per la
Promozione della Cultura Italiana all’Estero nonché P residente
della Commissione del CNR per l’Etica della Ricerca e la Bio-
etica. Senatrice della Repubblica, a lei è andato il Ministero
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Beatrice Lo-
renzin, Ministra della Salute già per il governo Letta e con-
fermata da Renzi, è la quinta donna alla guida di questo im-
portante Dicastero dopo Tina Anselmi, Mariapia Garavaglia,
Rosy Bindi, Livia Turco.
Come si vede l’età media è di circa vent’anni più bassa ri-
spetto ai precedenti governi, ma accanto a questo fattore di
intrinseca innovazione rimane l’interrogativo sul fattore “espe-
rienza”.
Stando alle dichiarazioni del Presidente Renzi, il governo è
equilibrato nei generi e nelle rappresentanze e perlopiù incline
allo “snellimento burocratico”. Resta un punto di debolezza,
allora, o se si vuole di contraddizione, e che riguarda l’esito
del “trittico” di emendamenti che avrebbero dovuto rivoluzio-
nare la presenza femminile nelle liste elettorali. Con 335 voti
(contro 227) la Camera ha bocciato la misura legislativa che
prevedeva l’alternanza uomo-donna nelle liste (“nella succes-
sione interna delle liste non possono esservi due candidati
consecutivi del medesimo genere”). Sembra quasi che, a par-
te una facciata “politicamente corretta”, il governo Renzi non
sia così rivoluzionario. Almeno quando lo scrutinio è segreto.
Marta Mariani


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