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Numero 4 del 2014

Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria


Foto: Poker Doppio. Otto ministre su 16, ma non è democrazia paritaria
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Testi pagina 49

43Aprile 2014
tutto loro fino all’incontro di Elena con l’homme fatal,
Antonio, (interpretato da uno statuario ma inespressi-
vo Francesco Arca, forse la nota più dolente del film),
meccanico virile e un po’ omofobo, del quale contro
ogni logica Elena s’innamora fino a sposarlo. L’amore
non si cura delle diversità, almeno in una prima fase,
sembra dire il regista, ma quando la scena si sposta
al 2013 per un nuovo capitolo nella vita dei nostri pro-
tagonisti, ritroviamo Elena madre di due figli, impren-
ditrice di una catena di locali, in piena crisi coniugale,
che scopre casualmente di avere un cancro al seno
ed inizia a combattere la malattia con ciò che ne con-
segue (ospedale, chemioterapia, medici), fino a nuo-
ve evoluzioni della trama, in parte prevedibili in parte
inattese. Vero cuore del racconto, oltre alla circolarità
del tempo (il film si chiude con un’altra ‘incursione’ nel
2000), sono però i personaggi comprimari femminili,
che aggiungono sapore e leggerezza alla storia, grazie
anche alla bravura e simpatia delle attrici: l’impagabile
coppia mamma-zia di Elena, la prima ironica e brillante
(Carla Signoris) la seconda imprevedibile eun po’ mat-
ta (Elena Sofia Ricci), la studentessa di medicina poi
dottoressa (Giulia Michelini), l’enfatica ma verace par-
rucchiera/amante (Luisa Ranieri), la vitalissima malata
di tumore (Paola Minaccioni).”Nell’arco della vita, arriva
sempre un momento in cui è necessario allacciarsi le
cinture - conclude il regista -. Ho giocato su tutto quello
che può capitare in un’esistenza, concentrandomi sui
sentimenti più forti, l’amore e l’amicizia, ai quali, spes-
so, si aggiunge la solidarietà”. Ozpetek, che torna a
realizzare una sceneggiatura a quattro mani con Gianni
Romoli, si accosta con decisione e sapienza alle atmo-
sfere registiche di Almodovar, come nella prima lunga
sequenza della pioggia sul marciapiede o nella scena
in cui Elena annuncia alla famiglia riunita la sua malat-
tia. Sui titoli di coda, un vero tocco da maestro: le note
della canzone A mano a mano di Riccardo Cocciante,
nella rara interpretazione di Rino Gaetano.b
La sceLta
di ida
Pawel Pawlikowski costruisce
due magnifici Personaggi
femminili nel film ‘ida’
Un bianco e nero plumbeo e rarefatto accompagna la rievocazione storica, le vicende e la psicologia dei protagonisti di Ida, ultima pellicola del regista
polacco Pawel Pawlikowski - radicato in Inghilterra - au-
tore attento ed abile come pochi nel descrivere il mon-
do femminile (già nei suoi film precedenti, My summer of
love  e  Last resort) e delinearne grazia e contraddizioni.
Nella Polonia dei primi anni Sessanta, ancora in pieno re-
gime comunista, Anna, una giovane orfana abbandonata
in convento alla fine della Seconda Guerra mondiale, poco
prima di prendere i voti scopre di avere una zia, Wanda,
sorella della madre. La necessità, se non il desiderio, di
conoscere la sua unica parente, spinge la ragazza nel
mondo esterno, a lei del tutto ignoto. La zia, una magistra-
ta autonoma, cinica e semi-alcolizzata, ex-combattente
nella Resistenza antinazista e
militante di Partito, responsa-
bile delle condanne a morte
di numerosi prelati e religiosi,
che nasconde segreti ed una
grande sofferenza, rivela ad
Anna le sue origini ebraiche
ed il suo vero nome: Ida Le-
benstein. Le due diversissime
donne intraprendono un viag-
gio alla ricerca della tomba o
delle spoglie dei genitori di
Ida, scomparsi in circostan-
ze misteriose alla fine della
guerra. Fra emozioni sopite,
dure rivelazioni ed incontri
conturbanti (come quello col giovane e bel sassofonista
jazz), Anna/Ida, che non sembra in apparenza mai dav-
vero toccata da nulla, sperimenterà altri possibili modi di
vivere prima di fare la sua scelta definitiva. Identità, colpa,
peccato, scelte, dolore, fede, i grandi temi del film, affidato
a due interpreti femminili straordinarie, Agata Kulesza, nel
ruolo della zia e Agata Trzebuchowska in quello di Ida.
E.C.


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