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Numero 6 del 2016

Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia


Foto: Settantesimo: partimmo dal voto - Speciale Rebibbia
PAGINA 40

Testi pagina 40

38 Giugno 2016
LA FORZA
DELL’ADOLESCENZA
di Emanuela Irace
Sembra una fotografia in movi-mento. Una carrellata di sen-timenti e desideri che strappa il sorriso e tiene incollati alla
lettura. Il saggio di Susanna Schim-
perna “Eterne adolescenti“ - Cairo
editore - ribalta l’iconografia classica
del maschio Peter Pan per mettere al
centro della narrazione la leggerezza
femminile, le tessiture amicali, l’ince-
dere narcisistico dei rapporti parentali,
su cui spicca tra nevrosi ed egoismo
il legame con la madre. Un collage di
esperienze ricco di sfumature che az-
zera il trascorrere del tempo restituen-
do pienamente l’analisi di Elisabetta
Rasy: “Così come nel grande romanzo
realista occidentale è cruciale il posto del padre (…) al-
trettanto cruciale nella nuova narrativa post-femminista è il
posto della madre: una costellazione pre-edipica, in cui si
alternano identificazione e distacco, desiderio di continui-
tà e necessità di disaffiliazione”.
Partiamo dalla citazione che fai nel capitolo dedicato
alle cinquantenni abbarbicate nel ruolo di figlie
sempre pronte, nonostante l’età, ad incolpare
la propria madre di tutto, in un processo di
deresponsabilizzazione continuo…
Nel rapporto con la propria madre si rischia di cadere
nella ragnatela dell’alibi. Una strada senza via di uscita,
perché il passato non si può cambiare. Né si può pas-
sare la vita a rincorrere un modello che non è il proprio.
IntervIsta a SuSANNA SChimpERNA
a proposIto del suo ultImo lIbro
“EtERNE ADOLESCENti” che esamIna
la fIgura della madre nella
‘narratIva post-femmInIsta’
Da giovani la contrapposizione è sana e fa parte del
processo di crescita, poi bisogna fare i conti con la re-
altà e guardare la propria madre con più leggerezza. Le
accuse creano dipendenza, sono vischiose e si finisce
per recitare un ruolo. E se la propria madre dovesse dire
si, ho sbagliato tutto, il crollo è inevitabile, e sarebbe
difficile ritirarsi su.
Nel tuo libro raccogli testimonianze
di amiche capaci di trovare spazi
di leggerezza, dal lato opposto
c’è la donna che si lamenta
continuamente, perché ha troppo
lavoro e non ce la fa a seguire tutto
ma imperterrita continua senza
delegare mai.
Si, è una tipologia femminile molto
comune, la donna che porta su di sé
tutto il peso del mondo, l’eroina instan-
cabile, una modalità di porsi tipica
delle professioniste che dovrebbero
sentirsi affermate ma che appena le
incontri non fanno altro che lamentarsi
del troppo lavoro, del marito, dei trop-
pi impegni quasi volessero scappa-
re da un ruolo che in fondo neanche
loro riconoscono come proprio. C’è
una pressione sociale molto forte sul
ruolo femminile ancorato alla casa, e
il lamento continuo diventa un modo
per allontanare quel sottile senso di colpa, quasi sempre
inconsapevole che poggia sul pregiudizio della donna
madre e moglie.
Un pregiudizio che ricalca il modello protettivo della
donna accogliente per definizione…
La questione è che abbiamo idee sbagliate su come sa-
rebbe opportuno che fossimo. Dobbiamo smettere di farci
ricattare dalle aspettative degli altri. Essere adolescenti in
modo fiero significa anche questo: chiedersi perché no?
È una domanda semplice ma può diventare un elemento
rivoluzionario capace di trasformare questa società palu-
dosa in una società gioiosamente in movimento, libertaria,
erotica e creativa. È questa la forza dell’adolescenza, uno
stato d’animo che si può ritrovare ad ogni età. b
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